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Niente Vinitaly
Pubblicato il 15/04/2016
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Quest’anno salto un giro. Sarà forse per questo che mi viene voglia di “festeggiare” da casa il 50° dell’evento e di concedermi una bevuta degna di tanto anniversario.

Ogni volta che entro in cantina per approvvigionarmi di una bottiglia, mi convinco sempre di più che, nella maggior parte dei casi, sia il vino a farsi scegliere da me e non viceversa. Stavolta è un tappo apparentemente problematico a determinare l’opzione. Una lieve colatura sopra la capsula mi induce a credere che sia giunto il momento fatidico. Sfilo la bottiglia dalla rastrelliera e l’osservo. Caspita, è uno degli esemplari che ha condiviso con me le traversie degli ultimi vent’anni! Quattro o cinque traslochi, altrettante collocazioni, quasi mai ottimali... Niente frigo-cantina, nessuna costanza di umidità e temperatura: proprio il contrario di come dovrebbe essere. Va bene, sia quel che sia, al limite gli garantirò un dignitoso funerale.

Una rapida rinfrescata, poi la cerimonia dell’apertura. Cominciamo male: il tappo – duramente provato dal tempo e da un versamento reso evidente dalla presenza di qualche muffa – cede miseramente alla tensione della vite e si spezza. Pazientemente elimino la seconda metà e lo testo: però, sembra in perfetto ordine…

Al Brunello di Montalcino Poggio all’Oro Riserva 1988 basta una breve permanenza nell’ampio calice per emanare sprazzi di classe cristallina. Granato luminoso e impeccabile, soffia impetuoso profumi di prugna disidratata e pot-pourri floreale, conserva di pomodoro e goudron, tabacco da pipa e legno di cedro, incenso e grafite, humus e ceralacca. Il profluvio aromatico riempie inesorabilmente le mie narici e l’intera stanza, ampliandosi a poco a poco con sontuosi aromi di erbe aromatiche e cenere arsa, cipria, pepe nero e legno di liquirizia. La classe non viene meno al palato, carezzato da tannini ancora vispi e da un’energica e quasi sorprendente freschezza agrumata, con ricordi di chinotto candito glassato al cioccolato fondente. Il finale è profondo e interminabile, gravido di una perfetta coerenza gusto-olfattiva e capace di realizzare un sublime appagamento sensoriale. Altro che problematico: davvero un’esperienza straordinaria!

Il Brunello di Montalcino Poggio all’Oro nasce a metà degli anni ’80. È una Riserva, ma anche un “cru”, prodotto da un vigneto di 24 ettari su una collina a 250 metri slm nella zona di Tavernelle. È uno dei primi appezzamenti piantati da Banfi nel 1978 con il progetto di crearvi un vino di eccellenza; ci si accorge molto presto della particolare qualità di quel vigneto e dal 1985 (prima annata) il Poggio all’Oro viene prodotto solo nelle vendemmie davvero eccezionali: una dozzina fino a oggi. Nel tempo la fermentazione si sposta dall’acciaio agli esclusivi ibridi “Horizon” e la maturazione dai 4 anni in botti di Slavonia ai 30 mesi in fusti di rovere francese da 350 litri. Ma non cambia il risultato: il vino resta un fuoriclasse assoluto e da oggi lo sappiamo dotato di una resistenza incredibile: ai “maltrattamenti” voluti dal fato come a quelli provocati dall’agire sconsiderato dell’uomo. Oltre il tempo… e non solo.

 

Castello Banfi
Castello di Poggio alle Mura
53024 Montalcino (SI)
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