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Intervista a Giampiero Bea del Consorzio Gruppo ViniVeri
Pubblicato il 27/03/2015
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Dal 20 al 22 marzo si è svolta la manifestazione rivolta all’identità ViniVeri - Vini Secondo Natura presso Cerea (Verona) giunta alla XII edizione. Protagonista la bevanda di Bacco in tutte le sue declinazioni, ma specialmente in tutta la sua naturalezza. Ma di che cosa si tratta realmente? A spiegarlo è Giampiero Bea presidente del Consorzio Gruppo ViniVeri e creatore di uno dei Sagrantini più interessanti nel panorama nazionale. “Non è concepibile, secondo il nostro pensiero, l’utilizzo di sostanze chimiche in vigna o in cantina. È compito del buon agricoltore seguire la vigna ed accompagnarla nel percorso della sua esistenza senza forzarla. L’uomo, nel corso degli anni, ha demolito il suo rapporto con l’habitat. Sarebbe proprio giusto che il bevitore, attraverso l’etichetta, sapesse che cosa contiene una bottiglia e dunque con che cosa si sta abbeverando. Per questo motivo noi, di ViniVeri, parliamo di trasparenza. La burocrazia non aiuta ma rallenta ogni tipo di processo. Il buon produttore ha lo sguardo rivolto all’innovazione ed il cuore immerso nella tradizione.” A suo parere l’Italia, ricca di terroir, è in grado di offrire attraverso le bottiglie ampi bouquet, sta a noi capirne le potenzialità e trasformarle in eccellenze. Emblema della manifestazione anche Emmanuel Giboulot, noto non esclusivamente per i suoi Pinot Nero e Chardonnay di Borgognama anche per essere stato oggetto di denuncia quanto non ha sottoposto le proprie vigne al trattamento preventivo, reso obbligatorio, contro la cicalina, insetto causa della flavescenza dorata, malattia devastante per le vigne.

Che cos’è Viniveri?
Un’aggregazione iniziata circa 15 anni fa, che nel 2010 si è trasformata in consorzio. Ha l’obiettivo di aggregare produttori che non utilizzano additivi in cantina ed in vigna. Si tratta di un lavoro di attesa, di armonia tra azione dell’uomo e cicli della natura.

Tiri le somme su ViniVeri 2015
Indubbio l’incremento di visitatori, per la prima volta l’evento è iniziato di venerdì e non di lunedì per evitare sovrapposizioni con Vinitaly. Sebbene il primo giorno della settimana sia più propizio per i ristoratori, sono giunti numerosi lo stesso. Grande soddisfazione da parte degli espositori.

Come sono cambiate le edizioni durante gli anni?
Identico il parametro col quale sono scelte le aziende. Devono possedere un certo modus operandi, i produttori sono invitati. Le prime edizioni sono state più problematiche, non era facile far capire che ci fosse una vetrina differente dal Vinitaly, oggi, invece, tanti sono coloro i quali vogliono partecipare e siamo costretti ad una selezione. Così non sono sempre gli stessi operatori ad essere presenti. Abbiamo, ad esempio, deciso di non far più esporre coloro i quali non hanno subito un miglioramento durante il corso del tempo.

Come le istituzioni potrebbero aiutare la suddetta manifestazione?
Ascoltandoci e soprattutto renderci partecipi nella stesura delle leggi che riguardano il vino. Oppure sostenendo le piccole aziende che lavorano bene, custodi di un vero e proprio lavoro antropologico. Non dovremmo essere noi a chiedere di aderire ad alcune tavole rotonde, ma loro ad invitarci. Tuttavia, devo ammettere che negli ultimi anni il dialogo tra noi e le istituzioni è cambiato, grazie ad una loro maggiore attenzione.

Come cercate di accelerare i tempi per una maggiore collaborazione?
C’è stato un confronto dal quale è emerso che necessitiamo di alleanze reciproche. Per noi sono importanti anche l’Associazione Consumatori e la Lega Ambiente. Riteniamo che il reciproco sostegno e, soprattutto, la condivisione siano le parole chiave per migliorare noi stessi, l’ambiente e ciò di cui ci nutriamo. Il vino è vite e specialmente vita!

Questo è quanto, a Cerea, ci ha raccontato Giampiero Bea. Possiamo soltanto aggiungere di aver assaggiato dei vini anche molto buoni, dal costo contenuto o comunque ragionevole, uno persino impiegato per produrre un ottimo gelato artigianale. Auspichiamo che i fruitori del nettare di Bacco li gustino così da poter valutare loro stessi, in piena onesta autonomia, il lavoro dei 130 Vignaioli Naturali presenti alla manifestazione, certo coraggiosi, perché controcorrente, nel sostenere le loro idee, nel perseguire i loro obiettivi.

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