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B come bocconotti
Pubblicato il 09/11/2012
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I Bocconotti (vari i sinonimi dialettali, quali Buccunotte, Bocconitti, Bucchinotti o Buccunitti) sono dolci di piccolo formato, tipici della tradizione abruzzese, pugliese e calabro-lucana, il cui ripieno varia a seconda del luogo di produzione. Di forma oblunga, tondeggiante o tronconica rovesciata, data da appositi stampini da forno, hanno diametro dai quattro ai sei centimetri, con altezza di due o tre. Poco più grandi di un pasticcino, si mangiano in un sol boccone, in linea con i dettami del moderno finger food, tanto che ne esistono anche versioni salate. Piattino e cucchiaino, in tal modo, risultano superflui; ma non è tanto la praticità d’uso, quanto il piacere sensoriale a guadagnarci, in particolare del palato, sedotto dal sorprendente contrasto fra l’ermetico, ma tenero involucro esterno di pasta frolla profumata di scorza di limone e il cuore cremoso del ripieno, che sulle papille letteralmente esplode. Secondo una leggenda popolare abruzzese, il Bocconotto sarebbe stato casualmente inventato da una cuoca come accompagnamento ideale di caffè e cioccolato, raffinata consuetudine nelle case patrizie del Settecento. Fino agli anni Cinquanta, in effetti, il pasticcere coronava il ripieno con un canonico chicco di caffè, quasi a richiamarne la destinazione d’uso. Il Bocconotto di Castel Frentano è ufficialmente riconosciuto come prodotto agroalimentare tipico (PAT) della regione Abruzzo, e si caratterizza per il ricco ripieno a base di cioccolato, mandorle tostate e cannella. Di poco differiscono le versioni dei comuni limitrofi di Casoli, Lanciano e Sant' Eusanio del Sangro, sia per quanto riguarda gli ingredienti utilizzati, che per procedura esecutiva e forma stessa del dolce. La versione pescarese, più aromatica e di sapore più deciso, si distingue per l’aggiunta di una piccola quantità di Centerbe. Alla voce “Buccunotte “ il Vocabolario Abruzzese di Domenico Bielli del 1930 spiega: “pasticcino di forma rotonda con ripieno di miele, crema, cioccolata, panna montata o altro”. Risale dunque a inizi Novecento la prima menzione ufficiale del Bocconotto, ma l’origine sarebbe di un paio di secoli più antica. E non abruzzese, secondo altri, ma orgogliosamente pugliese, con diverse località a contendersene la primogenitura, dal Gargano (Sannicandro in particolare) al Salento,  passando per l'entroterra murgiano e la stessa Bari, ove il ripieno è duplice, crema o marmellata di amarene. Nel Brindisino, invece, è preferita la confettura bianca di pera, oppure la cotognata, entrambe racchiuse nel medesimo involucro di pasta frolla, rigorosamente lavorata con l’extravergine del luogo. Martina Franca (città del premio annuale Bocconotto d’Oro) furoreggia con un’indovinata versione moderna ricotta e pere, creazione del Caffè Tripoli, mentre si richiamano all’antico le versioni sia di Galatina (1745, messa a punto da un tale Nicola Ascalone, abile pasticcere locale) sia di Bitonto, ove la confezione dei Bocconotti con ripieno di ricotta e canditi è da sempre appannaggio delle monache benedettine del Monastero di Santa Maria delle Vergini. In Calabria è iscritto nell’elenco dei PAT il Bucconotto di Mormanno del Cosentino, piccolo e tondeggiante, farcito sia di cioccolato che di marmellata e spolverato di zucchero a velo. Ovaleggianti e tipici del periodo pasquale i Bocconotti di Amantea e della frazione di Campora San Giovanni, con ricco ripieno di cioccolato, mandorle tostate tritate, zucchero, cannella e chiodo di garofano. A Maratea sono rinomati i Bocconotti della pasticceria Panza. Abbinamento ideale con alcuni sontuosi passiti del Mezzogiorno come il Moscato di Trani e il Greco di Bianco, ma se il ripieno è a base di cioccolato e confettura rossa, meglio optare per un Primitivo dolce.

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