Bibenda
Bibenda, per rendere più seducenti la cultura e l’immagine del vino.
Visualizza tutte le notizie
I tesori di Castelforte
Pubblicato il 11/01/2013
Fotografia

L’adagio recita: “lo spirito è forte ma la carne è debole!” (Matteo 26, 40-41). Al ristorante l’antico ed evangelico motto può prendere questa direzione, cercando di non apparir blasfemi: “lo spirito sia buono più che forte (inteso come l’alcol del vino) e la carne tenera e saporita più che debole”. Ebbene ci sono posti dove le due cose son coniugate insieme: ottimo vino e altrettanto ottima carne. In realtà sarebbe auspicabile che fosse così in tutti i ristoranti, qualunque sia la pietanza preparata. E che gran conquista sarebbe se il (ahimé quasi sempre deprecabile) vino della casa fosse di ottima qualità. Ma tant’è! Sia chiaro!, un vino ottimo non costa sempre cifre esorbitanti, se ne trovano anche a prezzi bassi, il problema è nella insana voglia di fare cassa (e tanta) con vini cattivi, e pagati giustamente non più di un euro, venduti però con ricarichi del 1500% (1 € il costo, 15 € in carta). Ma questa è un’altra storia e non è questo il caso. Anzi cominciamo proprio da qui. Il ristorante a cui si voleva far riferimento ha una carta dei vini chiaramente non infinita ma con autentici capolavori soprattutto della enologia campana e laziale. Per la maggior parte rossi e con una presenza di vini nazionali comunque soddisfacente. I ricarichi poi sono al di sotto di quanto si pagherebbe la bottiglia in enoteca e per di più servita in bicchieri giusti. Non facile è arrivare da queste parti. È l’ultimo paese del Lazio e bisogna prendere la strada per le Terme (poco valorizzate ma interessantissime) che stanno proprio lungo il fiume Garigliano che delimita il confine naturale e geografico con la Campania (ecco spiegato perché i vini sono in prevalenza delle due regioni). Saremmo scontati dicendo che la zona merita il viaggio, ma corriamo il rischio!, e lo diciamo senza tema di smentita. Ma forse sarebbe giusto dare qualche indicazione in più. Il ristorante si chiama Bacchettone & Zazzà, nome insolito e curioso che nasce dai soprannomi dei proprietari, che in queste latitudini assumono la valenza del patronimico: guai sapere solo il cognome di qualcuno se si intende veramente rintracciarlo. Ci troviamo a Castelforte sulla strada che porta verso le terme di Suio (frazione di Castelforte). Famose le Aquae Vescinae: sorgenti di acqua termale solfurea di cui Suio è ricca, ritenute dai romani miracolose e note sin dall’età classica (ora non altrettanto pubblicizzate ed utilizzate al meglio, e non guasta ribadire il concetto); terra natale di Tommaso da Suio, notaio e ascoltato consigliere imperiale, insieme a Pier delle Vigne, di Federico II di Svevia. La zona ha origini più remote della stessa Roma: gli Aurunci (popolazione italica pre-romana) vi avevano edificato la loro città più importante, Vescia, citata da Tito Livio nelle sue storie, distrutta dai romani dopo la vittoria sulla Lega Latina. Insomma, torniamo a dire, merita il viaggio. E visto che dell’antica Vescia non si conosce neanche il sito esatto (tre iscrizioni di epoca imperiale però ne ricordano l’esistenza), magari rischiereste di fare una importantissima scoperta archeologica. Ma, perdonate la divagazione storica, torniamo al ristorante, ottimo luogo dove rifocillarsi tra una ricerca archeologica e un bagno termale.

Specialità della casa: carne!, fortissimamente carne. Ovviamente non solo. Straordinari gli antipasti ricchi e variegati (formaggi, fagioli, salumi, ortaggi, ecc…) che raccontano mirabilmente il territorio; ottimi i primi. Quando è periodo funghi porcini e qualche ovulo, tartufo (bianco e nero), il tutto cercato e trovato da Francesco (uno dei proprietari, Bacchettone). Ma la carne soprattutto: danese, argentina, americana, spagnola (vacca), irlandese e ovviamente italiana (chianina e locale). Filetto, tagliata, costata, fiorentina (piena e vuota, cioè con filetto e senza). Ma anche agnello, maiale e molto altro. Ma la carne è debole, pardón, tenera e saporitissima. Non è da sottovalutare la cottura che avviene sempre rigorosamente alla brace: un grande camino sopraelevato a circa un metro da terra con il braciere sempre ricco di carboni ardenti e tanta carne che si va via via arrostendo. Alcuni tagli se li chiedete ben cotti vi sentirete rispondere con un cortese e garbato: “Non è possibile, non si può e non si deve”. Re incontrastato del fuoco Tommasino, altro Bacchettone, stoico e competente arrostitore, anche quando la stagione è di quelle torride. Prezzi? Spendereste quanto una pizza e una birra preceduti da qualche “frittino” a Roma, o in un’altra grande città. Insomma da queste parti ce n’è da vedere e ce n’è da star bene. Se solo si sapesse!

Bacchettone e Zazzà
Via delle Terme di Suio, 77
04021 Castelforte (LT)
Tel. 0771 607015
www.bacchettoneezazza.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA