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Recioto, l'anima della Valpolicella
Pubblicato il 09/10/2015
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Rosso, passito, dolce, un vino emozionale che per le sue caratteristiche organolettiche non trova paragoni. È il Recioto, il vino tipico della tradizione veronese, messo oggi in secondo piano dal ben più noto Amarone, di cui però si può considerare a tutti gli effetti padre.

Una pratica millenaria la produzione di vino qui in Valpolicella, che inizia nel VII secolo a. C. quando gli Etruschi portarono la coltivazione della vitis vinifera. Da allora, in queste terre si è sempre prodotto vino. In età romana, il vinum Rhaeticum, era il preferito dall'imperatore Augusto e veniva descritto da Plinio, come tipico della zona e declamato da poeti come Virgilio e Marziale; nel 500 d. C. Cassiodoro, Ministro del re Teodorico, selezionava per lui i vini da tutta Italia e dalla Valpolicella portava l’Acinatico, il preferito dal sovrano. Retico, Acinatico per poi diventare nello scorso secolo Recioto; un nome tipicamente veneto che deriva da recia cioè orecchio, perché per la produzione di questo vino veniva usata la parte migliore dei grappoli, la superiore, quella più ricca di sostanze zuccherine, le recie appunto. Agli inizi del Novecento la povertà dilagava da queste parti e non c’era molto di che nutrirsi, così questo concentrato di zuccheri ed estratti veniva usato come medicamento in caso di malattie debilitanti o dato alle puerpere per far loro recuperare le forze.

Qui in Valpolicella i vitigni autoctoni sono davvero tanti: la Corvina, protagonista indiscussa di questi meravigliosi vini ma anche Corvinone, Rondinella, Molinara, Oseleta; sono solo alcuni degli uvaggi previsti dal disciplinare e, in proporzioni diverse, creano lo stile di ogni singola azienda. Recioto ed Amarone nascono da queste stesse uve e da un'unica  vendemmia, fatta selezionando in vigna i grappoli migliori, posti in appassimento per circa quattro mesi per poi passare alla pigiatura ed alla fermentazione. È quando il grado alcolico raggiunge i 12 - 13 gradi che la fermentazione di quello che diverrà Recioto viene interrotta mentre per l'Amarone proseguirà fino all'esaurimento degli zuccheri. Ed è alla Cantina Valpolicella Negrar, una realtà consociata che raccoglie 230 soci, con terreni in ognuna delle vallate classiche, che è possibile degustare tutte le varie declinazioni del Recioto: dalla versione spumantizzata, metodo Charmat, alla Classica, prodotta con solo passaggio in acciaio, fino alla versione affinata in legno; tutti da sperimentare con abbinamenti per contrapposizione: con i dolci danno il meglio di loro certo, ma a tutto pasto, con accostamenti mirati, possono davvero stupire. La chicca da non perdere è Amando, un Recioto Ammandorlato dove Ammandorlato sta per amaro. Un grado alcolico un po' più elevato per una complessità di aromi intensi e avvolgenti di frutta rossa passita ed una nascosta venatura dolce-amara a chiudere; un vino che si potrebbe paragonare al Porto e che come il Porto può essere la perfetta conclusione di una cena originale. Non solo Amarone quindi in queste dolci colline veronesi.

Cantina Valpolicella Negrar
Via Ca’ Salgari, 2 
37024 Negrar (VR)
Tel. 045 6014300 
www.cantinanegrar.it
info@cantinanegrar.it

 

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