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Pulpo a feira
Pubblicato il 29/05/2015
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I fari galiziani guardano altezzosi l’Oceano Atlantico illuminando il tragitto dei marinai nelle acque un tempo conosciute come “quelle della fine del mondo”. Alle loro spalle, sulla terra ferma, sorgono affascinanti villaggi di pescatori che ambientano la costa della Galizia, regione del Nord-Ovest della Spagna, con la sua forma irregolare fatta di piccole isole e promontori. Il più suggestivo è quello di Cabo Fisterra (fine della terra) tra i punti più occidentali d’Europa, che gli antichi romani credevano fosse il luogo dove il sole ogni notte si spegneva ed oltre regnavano solo creature mostruose. In questo sito il mare circonda la terra, ed è ancora più speciale perché costituisce la fine del Cammino di Santiago di Compostela dove i pellegrini bruciano i loro abiti per purificarsi. Gli uomini di questa regione, tra le più povere del paese, sono principalmente impiegati nella pesca e nell’agricoltura e rivendicano con orgoglio le loro origini celtiche e le proprie usanze e le credenze popolari che attribuiscono ai prodotti della terra e del mare un valore assoluto.

In Galizia si pescano un centinaio di specie diverse di pesci, molluschi e un’infinità di frutti di mare, ma il vero protagonista dei momenti di festa è il famoso pulpo a feira (polpo per la festa), una leccornia a buon mercato a cui anticamente si attribuivano poteri afrodisiaci. La preparazione è molto semplice, la carne del mollusco viene battuta per essere ammorbidita – surgelata e scongelata per chi va di fretta – poi si immerge brevemente per tre volte il polpo in una casseruola fonda di rame riempita d’acqua bollente; dopo che i tentacoli si sono arricciati si aggiunge una cipolla e delle patate intere e lo si lascia cuocere a fuoco lento per almeno tre quarti d’ora. Dopo averlo fatto sgocciolare aiutandosi con uno scolapasta si tagliano i tentacoli con forbici in piccoli pezzi, si dispongono su un piatto di legno e condiscono con sale grosso, olio extravergine d’oliva e un miscuglio di pimentòn (paprica) dolce e piccante. Secondo tradizione il piatto si consuma con del vino rosso Ribeiro, servito nella tipica scodella bianca di porcellana.

Replichiamo la gustosa ricetta accostando il polpo al delizioso vino rosato dell’azienda lombarda Costaripa di proprietà di Mattia Vezzola, tra i grandi enologi dI spumanti d’Italia, che mai smette di offrire raffinate interpretazioni del proprio territorio.

VALTÈNESI CHIARETTO MOLMENTI 2011
Rosato Doc - Groppello 65%, Marzemino 15%, Sangiovese 15%, Barbera 5% - Gr. 13% - € 18
Veste cromatica rosa tenue. Al naso sfuggono da subito richiami di frutta secca e fiori rossi, poi garbati rimandi a fragoline di bosco e confetto e un bel abbraccio minerale. Sorso dalla struttura calibrata, con asse fresco-sapido scalpitante. Leggiadro il finale su toni di peonia e piacevole sensazione di mandorla amara. Fermentazione in barrique, maturazione tra legno e acciaio per un anno; lungo l’affinamento in bottiglia.

Costaripa
Via della Costa, 1A
25080 Moniga del Garda (BS)
Tel. 0365 502010 
www.costaripa.it

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