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Il figlio del vento
Pubblicato il 29/11/2013
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Egli aveva spesso sentito parlare di quel vino, del resto era piuttosto famoso. I suoi amici glielo avevano nominato molte volte. Sapeva che in quella azienda, Donnafugata, di vino di eccellenza ne producevano tanto, e anche da tanto tempo. Sapeva che Donnafugata non era famosa solo in Sicilia, dove si trovava,  ma che era pluripremiata in tutto il mondo per le sue produzioni. “Il Ben Ryé, prende il proprio nome dall’arabo, e significa figlio del vento” gli aveva detto il suo amico sommelier. Il vento che accarezza le uve anche dopo la raccolta e le fa essiccare. Adesso aveva deciso che era giunto il momento di aprire quella bottiglia che conservava da tempo, così alla fine del pranzo prese il suo Ben Ryé 2008 Donnafugata, lo mise sul tavolo e si accinse a togliere il tappo. La stanza era luminosa, il sole entrava dalla finestra e si posava sulla tavola ancora imbandita per l’ora del dessert. Magicamente fecero la loro comparsa dei dolci di pasticceria secca acquistati la mattina, tutto era pronto per celebrare una grande occasione. Quando versò il vino, il bicchiere si colorò di un liquido che pareva scuro, ma al contempo di una brillantezza affascinante e nitida, ambra bagnata in oro. “Ho aspettato troppo” pensò. “Stai a vedere che avrei dovuto aprirlo due anni fa appena lo comprai”. Portò il calice al naso quasi con il timore di aver perso una grande occasione, ma in quel preciso momento sentì un brivido di piacere lungo la schiena, proprio quando venne inondato dalla immensa intensità olfattiva di quella memorabile sintesi enoica. Iniziò ad esaminare gli aromi che volavano fuori dal piccolo vortice della rotazione del calice, pensando che la terziarizzazione lo avrebbe deluso. Invece trovò della frutta candita, albicocche, fichi secchi e scorza di arance. Poi fiori di zagara appassiti che lasciarono subito il posto a delle margherite essiccate, quasi una camomilla che lo condusse lentamente in un barattolo di miele. Progressivamente iniziò a sentire in lontananza delle nocciole, delle mandorle e una nota di erbe aromatiche, il tutto avvolto in una sobria eleganza dovuta alle note minerali che fungevano da sottofondo. Al sorso sentiva la dolcezza che gli accarezzava la bocca, e poi una spinta di acidità e di sapidità che mantenevano in equilibrio un sistema perfetto. Sentiva la rotondità della morbidezza, la spigolosità delle note minerali, e tutte le altre componenti coordinarsi come una piccola orchestra in cui ogni suono sembrava essere al posto giusto. Deglutì e ne volle subito ancora. Prese quindi quel dolcetto di arancia candita su un lettino di pastafrolla che aveva comprato con curiosità. Ne assaporò un morso, poi bevve di nuovo e chiuse gli occhi per godere di quel momento.

Il Ben Ryé di Donnafugata è un vino dalla costanza qualitativa che non viene certo scoperta adesso, possederne una bottiglia ed attendere la grande occasione per aprirla, equivale quasi a cercare una scusa per non rendere speciale una qualsiasi situazione conviviale.

Donnafugata
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91025 Marsala (TP)
Tel. 0923 724200
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