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Bolgheri Rosso Michele Satta
Pubblicato il 28/06/2013
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Michele Satta è uno dei protagonisti del fortunato universo vinicolo di Bolgheri. In questa terra perlopiù pianeggiante della Maremma livornese, apprezzata nel mondo del vino per la particolarità del suolo, la vicinanza del mare e delle sue brezze, Satta ci è arrivato nel 1974. Direttamente da Varese per trascorrere l’estate spartiacque per la sua formazione, quella tra la maturità e l’università, e più ancora per la sua vita che da allora si sarebbe impiantata a Castagneto Carducci, e lì avrebbe trovato felice realizzazione. Non subito, non con le pesche e le fragole coltivate dall’azienda ortofrutticola che lo aveva assunto mentre studiava Agraria. Ma con l’uva, e nel tempo, a partire dai 20 ettari affittati nel 1984 fino ad arrivare agli attuali 30 ettari, 25 dei quali di proprietà.

Nel 1984 accanto alle tenute Ornellaia e Sassicaia, simboli del fenomeno Super Tuscans, ci sono tre piccoli produttori. Michele Satta è uno di loro e i suoi vini non si accodano al trend confortante che sta legando l’area di Bolgheri al mito bordolese in cui regnano gli internazionali Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot.
 

Il produttore di Varese ha una grande passione per il Sangiovese, l’autoctono per eccellenza del nostro Paese, difficile, umorale e forse anche per questo pieno di personalità. Ed è il desiderio di cogliere il meglio da questo vitigno a far sì che oggi produca un apprezzatissimo monovarietale , il Cavaliere, ma soprattutto che due dei suoi Bolgheri Rossi, il Piastraia e il Bolgheri Rosso, abbiano una presenza di Sangiovese significativa (rispettivamente 25% e il 30%) nella variegata composizione di entrambi i blend (assente invece nell’uvaggio de I Castagni, Bolgheri Rosso Superiore: 70% Cabernet Sauvignon, 20% Syrah e 10% Teroldego). Più che il mercato, Satta sembra dunque seguire un profilo personale di vignaiolo bolgherese, fatto di istinto e di molta ricerca, quella che fa nella vigna sperimentale dove alleva nuovi vitigni e cloni di varietà già coltivate. Da qui provengono i primi tentativi con il Syrah e sempre qui, attratto dalla finezza e delicatezza dei tannini, impianta 200 barbatelle del trentino Teroldego che una volta superato l’esame si moltiplicheranno confluendo in alcuni uvaggi.

Il Bolgheri Rosso Doc (30% Cabernet Sauvignon, 30% Sangiovese, 20% Merlot, 10% Syrah e 10% Teroldego) è un vino che Michele Satta ha concepito per dare voce alle caratteristiche del territorio. Allo stesso tempo, vista la quantità mediamente prodotta (oltre 60.000 bottiglie ogni anno contro le 6.000 e le 10.000 dei rossi più importanti) e l’ottimo rapporto qualità-prezzo, intorno ai 15 euro, supporta efficacemente la presenza del marchio nel mercato e quindi la sua diffusione. Tecnicamente proviene da un vigneto ad alta densità d’impianto e vendemmiato manualmente. Alla fermentazione naturale con sosta sulle bucce per circa 3 settimane segue un anno di barrique. Quindi è messo in bottiglia, senza filtrazione, e lì affina ancora 6 mesi prima di essere commercializzato. Bolgheri Rosso 2010 è figlio di un’annata non facile che con le sue piogge ha imposto una rigorosa selezione delle uve, spesso scarse in concentrazione o, peggio, attaccate da infezioni fungine. Ma è grazie a ciò che in questo millesimo si trovano anche le bacche scelte dal Cru dell’azienda, I Castagni, vigneto di un ettaro e mezzo dal quale nasce l’omonima etichetta che nel 2010, difatti, non è stata prodotta. Nel bicchiere un rubino di media concentrazione sfuma appena verso il granato. Il naso punta subito a sentori di mora e ciliegia mature e poi richiama note calde e mediterranee come quella dell’elicriso. Nettissimo il tabacco. Al palato colpisce la sinuosità, elegantissima integrazione di tutti gli elementi in gioco che lascia un lungo e delicato ricordo e prepara d’istinto al sorso successivo. Agnello al forno con erbe mediterranee.

Michele Satta
Loc. Vigna Al Cavaliere 
Castagneto Carducci (LI)
Tel. 0565 773 041
info@michelesatta.com
www.michelesatta.com 
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