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Dal Piemonte Vite Colte
Pubblicato il 29/02/2024
Paolo Lauciani, docente della Fondazione Italiana Sommelier, Bruno Cordero Enologo e Simone di Giosia Responsabile Commerciale

Appuntamento con il Piemonte ed in particolare con l’importante realtà di Vite Colte, assieme all’enologo Bruno Cordero e condotti sapientemente da Paolo Lauciani.

Vite Colte nasce come un’idea, un progetto a cui si è data forza e concretezza negli anni. La storica cooperativa langarola risalente agli anni ’80 lancia questo progetto intorno all’anno 2000 per debuttare con il nuovo marchio dal gennaio del 2016. Partecipano 180 viticoltori piccoli proprietari che ne condividono gli obiettivi e coltivano circa 300 ettari di vigneti, una parte in conversione a biologico e gli altri a gestione integrata.

Numeri quindi importanti, da viticoltura di larga scala; e qui l’importante chiarimento per meglio comprendere la filosofia e gli obiettivi posti. Obiettivi che passano per una certezza e spiegati dall’enologo senza mezzi termini:

La viticoltura industriale non sa cogliere le sfumature, ma se hai una larga base di soci che lavorano bene il vigneto, allora hai la capacità di cogliere le sfumature”. Se il progetto è percepito e inteso come Progetto Collettivo, allora il singolo viticultore ha la consapevolezza di partecipare ad un unico progetto e arrivare così a vini unici e importanti. Basti dire che il singolo conferitore non è pagato a chilo di uva prodotta, bensì ad ettaro. Questo passaggio è importante per comprendere quale sia la scelta e la finalità perseguita: la qualità. 

Le etichette in degustazione
La postazione di degustazione

La degustazione è stata molto avvincente e diversificata. 

Tre mini verticali di tre prodotti altamente rappresentativi del territorio e del progetto Vite Colte.

 

Alta Langa Cinquecento 

Alta Langa Cinquecento deve il suo nome all’altitudine media dei terreni posti nella Alta Valle Belbo, vallata stretta e alta, che garantisce ampia ventilazione ed una maturazione, rispetto alle altre zone della denominazione, più lenta. I terreni si caratterizzano per la presenza di terre bianche, ricche di calcare, quindi maggiore acidità nel vino e migliore condizione in vigna con corretta idratazione delle piante, evitando ristagni idrici. Alta quota di Pinot Nero (circa 80%) e rimanente di Chardonnay, almeno 30 mesi sui lieviti, con una percentuale di zuccheri di circa 5 grammi litro, rientra quindi nella tipologia Brut.
 

Alta Langa Cinquecento 2020 

Verdolino tenue con vivida luminosità. Sentori di fiori recisi, di tarassaco e di camomilla, poi leggere folate balsamiche e di erbe fini, quindi sensazioni di frutta gialla, ananas e pesca, sul fondo sottile mineralità calcarea, a tratti gessosa. La beva si impone per struttura e per l’importante presenza gustativa sferzata da vividi riverberi citrini che allungano elegantemente il sorso regalando una sapidità salina sul fondo.

 

Alta Langa Cinquecento 2019 

Veste paglierino tenue con impunture verdolino. Naso espressivo su note di maggiorana e di salvia, poi fiori gialli leggermente appassiti ritmati su ricordi di erbette aromatiche e fini, quindi ampi riverberi di frutta matura con rintocchi di pera Abate e di pesca gialla, sul fondo sfumature di pietra focaia e soffi di gesso. Beva ampia e verticale. Stupisce per la spalla fresca che allunga incessantemente il sorso offrendo un continuo rimando olfattivo dal respiro minerale.
 

Alta Langa Cinquecento 2018 

Paglierino luminoso. Intensità olfattiva più composta e meno “urlata” del precedente. Eleganza e delicatezza espressa su ricordi di albicocche e di ananas maturo, quindi riverberi di zenzero candito e di miele millefiori che anticipano riflessi fumé con impunture resinose. La beva offre un leggiadro equilibrio fra sapidità dai riverberi agrumati ben bilanciati da rintocchi sapidi. Persistente.

 

Le annate di Barbera D’Asti Superiore La Luna e i Falò in degustazione

Barbera D’Asti Superiore La Luna e i Falò

Il vitigno rappresenta la varietà rossa più coltivata in Piemonte, in particolar modo nei comuni di Nizza e Monferrato. La Luna e i Falò rappresenta il vino simbolo dell’Azienda, nato nel 1988 con minimi conferimenti, ora vanta una produzione che può contare su circa 60 ettari. Il nome è evocativo di una famosa opera dello scrittore Cesare Pavese, racconta di una crescita e della capacità di riscattarsi attraverso dedizione e sacrifici e parimenti la storia del vino Barbera in Piemonte, che nel corso dei decenni ha saputo conquistare un ruolo importante e vantare un ampio riconoscimento internazionale. 

La vinificazione prevede 10 giorni di macerazione sulle bucce ad una temperatura di circa 28° a cui segue l’avvio della fermentazione malolattica. L’affinamento in barriques è previsto per circa 12 mesi.

Barbera D’Asti Superiore La Luna e i Falò 2021

Rubino intenso dai netti riflessi porpora. Naso didattico e accattivante. Frutta rossa con ricordi di ciliegie, di ribes rossi e di marasche, poi intensi richiami di viola mammola e di glicine, quindi note di oliva nera e di sottobosco, macchia mediterranea e richiami pepati, corteccia di china e grafite, virando, sul finale, a note di chinotto e di arancia rossa. La bocca morbida esibisce un tannino suadente e ben sorretto da una sferzata fresca dal respiro agrumato. Regala una piacevole ed avvolgente beva. 

Barbera D’Asti Superiore La Luna e i Falò 2019

Rubino pieno dalla fitta trama che tinge il calice. L’olfatto vira su sensazione di frutta scura, mirtillo e amarene in sciroppo, quindi ricordi floreali di viole e di rose macerate che anticipano ricordi speziati di noce moscata, poi china e rabarbaro intervallati da intriganti refoli di lavanda. L’assaggio è disteso ed elegante, offre una beva vellutata ritmata su un elegante e morbido tannino. Contini riverberi olfattivi.

Barbera D’Asti Superiore La Luna e i Falò 2018

Rubino compatto. Emergono al naso, con più decisione, note terziarie contraddistinte da ricordi di polvere di cacao e di tabacco, quindi corteccia di pino e la sua resina, zolla smossa e muschio, per schiudere su ricordi di confettura di prugne, di ribes neri e di cassis. La beva, calda e segnata da particolare morbidezza, si snoda su sentori scuri e terragni per incedere su richiami minerali e ferrosi sul finale.

Barbera D’Asti Superiore La Luna e i Falò 2017

Rubino compatto senza cedimenti. Il naso offre ampia potenzialità olfattiva. Erbe aromatiche e pot-pourri floreale, poi rosmarino e alloro, quindi gelatina di prugne e di arancia amara schiudono su muschio, crema di moka e tabacco mentolato, sul fondo note di cola e di grafite. La beva evidenzia potenza e fisicità veicolate da un tannino ben integrato in un caldo e lungo abbraccio. 

Le annate di Barolo Essenze Riserva in degustazione

Barolo Essenze Riserva

La versione Riserva non è prevista per tutti i millesimi. È una scelta delicata e valutata solo per le grandi annate. Prevede un processo diverso sia in vigna, che in cantina. Le uve provengono dai comuni di Barolo, Serralunga d’Alba e Monforte d’Alba, a quote altimetriche più alte dei rispettivi Barolo annata. A seguito di una lunga macerazione a “cappello sommerso” di circa 25 giorni, si effettua la fermentazione malolattica in acciaio, quindi affinamento in legno fino a 36 mesi.

Barolo Essenze Riserva 2010

Un’annata particolare, indicata come la migliore del decennio, e su diretta domanda del nostro Lauciani quale fosse la migliore fra la 2010 e la 2001, l’esperto enologo non ha esitato decretando la 2001 superiore alla 2010 (da non dimenticare!!).

Colore granato occhieggiante all’aranciato, tonalità tramonto (Lauciani dixit). Intensi descrittori olfattivi che rimandano a piccoli frutti di bosco, rintocchi di erbe aromatiche essiccate e chiari sentori fungini, quindi humus e corteccia. Stupisce per integrità e compostezza pur evidenziando note di evoluzione ed eteree con richiami alla ceralacca e al cuoio. Sul fondo richiami di carne cruda e sensazioni ferrose. Parimenti la beva esibisce un tannino dal morso importante e dal lungo respiro fresco e balsamico. Lunga, lunghissima persistenza.

Barolo Essenze Riserva 2008

Annata più piccola della precedente, contraddistinta da molte piogge durante l’anno. Aranciato e compatto nel calice. Naso evoluto ed ammaliante. Bottega di boiserie e ricordi di miele di castagno, rovere invecchiato, radice di liquirizia e sensazioni pepate e speziate con rintocchi di piccoli frutti in gelatina, sul fondo ricordi di ceralacca e soffi balsamici. La beva è fresca ed elegante, affilata e distesa su una trama tannica di estrema fattura. Lunga persistenza con ricordi minerali e agrumati. 

Barolo Essenze Riserva 2007

L’annata decisamente più calda si riflette immediatamente nel bicchiere offrendo, già all’esame visivo, una maggiore intensità cromatica, quindi un colore più concentrato e compatto. Avvicinando il calice al naso si avverte il respiro del Barolo, quindi frutta sotto-spirito, note smaltate e ricca speziatura pepata, quindi note di panforte e di fichi secchi, sul fondo riecheggiano sensazioni di erbe aromatiche essiccate, di alloro e di corteccia. Assaggio coerente e ben saldo, senza cedimenti, esibisce un tannino fitto e presente che distende lungamente il sorso. Lunga la persistenza sui continui riverberi del naso. 

Vite Colte
Via Bergesia, 6 
12060 Barolo CN
Tel: 0173 564611
info@vitecolte.it
www.vitecolte.it
Paolo Lauciani, docente della Fondazione Italiana Sommelier, Bruno Cordero Enologo e Simone di Giosia Responsabile Commerciale
Panoramica della sala di degustazione
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