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Vino biologico, regole certe grazie alle nuove norme UE
Pubblicato il 17/02/2012
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Lo Standing Committee on Organic Farming (Scof), ovvero il Comitato permanente per l’agricoltura biologica, ha approvato la nuova normativa per la produzione dei vini “biologici”, un testo che abbraccia tutte le fasi di produzione, dalla terra alla bottiglia, chiarendo una volta per tutte il protocollo di gestione di queste etichette. Se ne parla sin dall’inizio degli anni Novanta, ma vede la luce solo ora uno strumento normativo organico per una produzione che negli anni è cresciuta sempre più, non senza polemiche, critiche o frodi alimentari attraverso false o mendaci certificazioni. Il Regolamento ha vissuto una gestazione non facile, fatta di compromessi, ripensamenti e scontri di lobby; il tutto “condito” dai tempi della burocrazia europea che talvolta fanno rimpiangere quelli dei Paesi mediterranei. Ciononostante questa volta le regole sono precise e dettagliate. Solo per fare un esempio, sull’utilizzo dei solfiti, tema molto di moda da un po’ di tempo a questa parte, il protocollo bio prevede una riduzione di 50 mg per litro per i vini secchi e 30 per i dolci, così a un vino rosso secco biologico sarà applicato il limite massimo di 100 mg per litro contro i 150 di un vino identico per tipologia ma prodotto con viticoltura convenzionale. Per i bianchi si avrà un limite di 150 mg contro i 200, sempre per litro dei vini non bio. Su questi parametri saranno ammesse deroghe da parte degli Stati Membri solo per venire incontro a specifici problemi legati all’andamento dell’annata. Oggi la viticoltura biologica coinvolge in Italia più di 50.000 ettari e reclama chiarezza sia per i produttori sia per i consumatori, obiettivo invero principale della nuova normativa.

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