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La filosofia in un Vino
Pubblicato il 14/02/2014
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Abbiamo bevuto questa bottiglia di Château Haut-Brion 2001 nella nostra metropoli, Roma, e il pensiero è andato ad uno scritto del filosofo tedesco Georg Simmel: “La grande città e la vita mentale”. In esso Simmel, osservando la Berlino di fin de siècle, scruta nella metropoli contemporanea una grande conquista per l’uomo - siamo nel 1904 - e una chiara dimostrazione delle contraddizioni che le sono proprie. Il filosofo ammira della metropoli ciò che è lampante: crescenti forme culturali, grandi strutture architettoniche, enormi risorse tecnologiche, quindi socialità, divertimento, creatività intellettuale, gusto estetico; tuttavia egli mette in luce ciò che accade a chi vive nella metropoli ossia l’essere esposti al rischio di venire eccessivamente eccitato e tentato da tutti questi stimoli. In altre parole, il pericolo per gli individui è di non riconoscersi nelle realtà in cui si muovono, difficili dall’essere controllate. L’uomo si difende da ciò imparando a ridurre i propri stimoli e le emozioni, e a lungo andare questo atteggiamento gli impedisce di vivere intensamente le proprie esperienze, autocondannandosi ad un’ambivalenza culturale. Nel bicchiere di Haut-Brion in un certo qual senso il concetto di modernità assume significati che al Nostro filosofo sarebbero parsi contrastanti: è il vino per eccellenza della sperimentazione - nella gerarchia dei Premier Grand Cru Classé del 1855 si classifica come primo - tracciando le linee guida del nuovo stile di Bordeaux e sfidando le modalità enologiche tradizionali, interpreta ancor oggi il gusto convenzionale delle Graves. Per lui nulla è impossibile al punto che nell’autunno 2013 a Hong Kong, metropoli da oltre 7 milioni di abitanti, Sotheby’s ha battuto con successo all’asta oltre 120 annate dello stesso che andavano dal 1891 al 2012, capolavori in bottiglia che non hanno mai lasciato le cantine dello Château. Sperimentazione e consolidamento, quindi, come facce di una stessa medaglia, dove gli argomenti opposti convivono senza contraddirsi.

Château Haut-Brion 2001
Rosso Aoc - Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc, Petit Verdot - 13,5% - € 495

Annata calda contraddistinta da lievi piogge tra fine luglio e il 20 settembre, ed una lenta e perfetta maturazione. Splendido colore rubino impenetrabile più chiaro ai bordi. Quadro aromatico davvero travolgente ed inconfondibile, in cui a fugaci toni di latte concentrato e purissime sensazioni di frutti selvatici - cassis su tutti - si uniscono profumi di cedro dei Caraibi, rosa damascena, nuance di erbe aromatiche e tocchi minerali, su perseveranti ricordi di tabacco da fiuto e l’immancabile descrittore di spezie, tanto variegato da non poterlo definire con limitati riconoscimenti. Il sorso è ipertrofico per sviluppo di sensazioni: parte raffinatissimo ma pieno, poi la freschezza vitalizza l’insieme, seguita da tratti di sapida mineralità; il tannino è quasi impercettibile tanto è delicato ed integrato alla struttura, e l’epilogo appare piuttosto caldo, davvero interminabile, costellato da sensazioni fruttate e balsamiche che non temono di essere cronometrate ben oltre i 120 secondi. La tenuta è pressoché perfetta: dopo 24 ore non presenta segni di cedimento e, tenendo conto delle glorie passate, lascia immaginare un roseo futuro evolutivo. Maturato per 22 mesi in barrique (80% nuove). Il suo carattere docile e solido, aporia gusto-olfattiva raggiungibile solo tra i super big di Bordeaux, lo rende perfetto su una chateaubriand guarnita con burro montato all’anice stellato e salsa Bernaise.

Château Haut-Brion
Avenue Jean Jaurès, 135
33608 Pessac Cedex
Francia
Tel. 055 6002930
www.haut-brion.com
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