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Anche l’olio vuole la sua parte
Pubblicato il 09/11/2012
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Otto anni fa abbiamo fatto nascere l’Associazione Italiana Sommelier dell’Olio. L’idea era di Luigi Veronelli, lanciata con un’importante incitazione ad occuparci anche dell’Olio.

“Soltanto i Sommelier - diceva - potranno occuparsi della cultura dell’Olio, perché è nel loro Dna: le Cultivar sono come i vitigni e l’Olio - come il vino - va abbinato al cibo. L’Olio va servito con eleganza…”

Abbiamo organizzato corsi in questi anni, alcuni anche in Giappone, grazie alla volontà di qualcuno di noi particolarmente “credente”. Ma, certamente, l’Olio non riscuote il successo del vino.

L’Olio è anche più semplice del vino: un Corso di 15 Lezioni è sufficiente per comprenderne storia, peculiarità, degustazione e abbinamento.

Abbiamo anche realizzato 5 Edizioni de “L’Olio il Libro Guida agli Oli d’Italia” ma anche questo prodotto non ha avuto il successo delle Edizioni che raccontano il Vino.

Sicuramente, qualcosa oggi si sta muovendo in Italia, soprattutto grazie alle “Vigne dell’Olio”, grazie cioè a quei produttori che fanno anche vino. Ma siamo comunque ben distanti dal successo del vino.

Proprio per questo non demordiamo. Per alzare una trincea contro chi, da anni, sta imbrogliando i consumatori, contro camere di commercio e produttori responsabili di questo sfacelo che non si arresta, grazie anche al solito ministero e alla solita Europa…

Non demordiamo, tanto che, dopo due anni di sosta, riprendiamo le nostre pubblicazioni sull’Olio. Il progetto è quello di realizzare un testo didattico completo per capire e studiare l’Olio Extravergine d’Oliva Italiano, assieme ad un’ampia panoramica su 400 Aziende patrimonio di qualità del nostro Paese, con la loro produzione raccontata e valutata.

Non demordiamo perché il concetto Veronelliano è stato recepito anche dal Presidente dell’AIS Antonello Maietta il quale sta studiando di proporre nello Statuto Associativo l’inserimento dello Studio dell’Olio.

Questa volontà lungimirante sarebbe una provvidenziale ancora di salvezza di questo Prodotto italiano amato in tutto il mondo, ma non conosciuto e non capito.

Evidentemente perché anche l’Olio vuole la sua parte di Cultura.

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