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Dal Veneto Casa Sartori 1898
Pubblicato il 31/10/2023
Casa Sartori 1898: una splendida verticale
Un viaggio indietro nel tempo immersi nelle diverse sfumature di un grande vino, un arco temporale lungo quasi 25 anni attraverso le dieci annate dell’Amarone della Valpolicella Classico Corte Brà di Casa Sartori 1898 presentate alla Terrazza Monte Mario dell’Hotel Rome Cavalieri, sede della Fondazione Italiana Sommelier. Una bella storia narrata da Andrea Sartori, proprietario di Casa Sartori, insieme all’enologo Franco Bernabei che dal 2000 collabora con l’azienda e Luca Bonetti, enologo residente; ai comandi della degustazione Luciano Mallozzi, docente della Fondazione.
 
Luciano Mallozzi docente della Fondazione, Andrea Sartori proprietario, Luca Bonetti enologo residente e Franco Bernabei enologo dal 2000
Inizia Andrea Sartori a raccontare la storia della sua famiglia, una storia molto comune nel mondo del vino. Tutto nasce nel tardo ‘800 dal bisnonno Pietro, ristoratore. Nel suo ristorante, oltre alla posta e al cambio cavalli, si effettuava anche la distribuzione del vino che in quegli anni avveniva nelle osterie, che erano anche un punto di riferimento delle famiglie che vi si recavano per acquistare il vino sia per portarlo a casa che per consumarlo durante i pasti al ristorante.

In seguito, Pietro comincia ad avere l’intuizione e allo stesso tempo l’esigenza di dover fare in proprio il vino per il suo ristorante. Quindi, prende in affitto una piccola cantina in un piccolo paese vicino a Negrar, dove si trova attualmente Casa Sartori e inizia a produrre vino. In seguito, acquista Villa Murari Brà, che era appartenuta a una delle famiglie più vecchie e nobili di Verona, dove trova una piccola cantina che era usata per la produzione del vino per casa dalla famiglia proprietaria. La villa, infatti, è circondata da vigneti e questo fu il primo passo che fece diventare i Sartori una famiglia di produttori vinicoli.

Alla morte di Pietro le sorti della cantina passano nelle mani del figlio Regolo che è colui che ha una visione più allargata e porta la Sartori a crescere. Durante la Seconda guerra mondiale si ferma la produzione in quanto la villa diventa un quartier generale tedesco per riparare le armi del fronte. Quando nel ‘45 i tedeschi lasciano la villa, distruggono tutto con gli esplosivi; i danni causati dall’esplosione bloccano l’attività dell’azienda fino alla fine degli anni ’40. Purtroppo, sono andate perse tutte le annate pre-guerra salvo qualche bottiglia ritrovata nel rifugio antiaereo sottostante la villa.

Quando viene a mancare Regolo a soli 54 anni, i figli Pierumberto e Franco sono molto giovani ma riescono a sviluppare l’azienda iniziando anche ad affacciarsi sul mercato estero. Dal 2000, Andrea e Luca prendono in mano Casa Sartori che negli ultimi vent’anni è cresciuta molto, anche all’estero, esportando circa il 60% della produzione in una settantina di mercati. Curiosamente l’Amarone è uno dei vini italiani più conosciuti in Cina.

L’azienda si cura di tutte le denominazioni della provincia di Verona; i vitigni si trovano nella zona della Valpolicella Classica, nelle vallate di S. Pietro in Cariano, Negrar e S. Ambrogio. La Valpolicella è una denominazione storica, ma mentre il consorzio venne istituito nel 1924, la certificazione come Doc venne concessa soltanto nel 1968.

Il vero padre dell’Amarone, il vino di riferimento di appassimento, è il Recioto, cioè la versione dolce dell’Amarone. Il Recioto ha tracce antichissime in provincia di Verona fin dal tempo dei Romani e la prima vera citazione del Recioto è attribuita a Cassiodoro, ministro di Re Teodorico, che nel 500 a proposito di un banchetto del Re racconta esattamente questo vino e come veniva fatto, descrivendolo come un vino quasi da masticare, riferendo come l’appassimento conferisse al vino una corposità molto importante.
L’Amarone nasce poi a metà degli anni ’40 a causa di un “incidente”, un errore di un cantiniere di una cantina di Negrar che durante un assaggio di botti di Recioto con suoi colleghi cantinieri trova una botte in cui il vino ha perso tutti i suoi residui zuccherini ed esclamando: “Questo vino non è amaro… è amarone” ne ha in sostanza anche inventato il nome.
Le prime bottiglie di Amarone escono sul mercato verso la fine della Seconda guerra mondiale. Sartori inizia a produrre Amarone agli inizi degli anni ’50; non ci sono, purtroppo, annate vecchie in riserva, la prima annata conservata è del 1961.

Verona è una provincia tra le più grandi per la produzione di vino con quasi 4 milioni di ettolitri. Valpolicella con le sue denominazioni collegate produce più di 60 milioni di bottiglie l’anno in 9000 ettari di vigneto; una zona collinare perfetta per la coltivazione della vite ma che consente solo vendemmie manuali, come per tutta la produzione dell’Amarone che comporta anche una rigida selezione già sul vigneto, dove solo grappoli perfetti possono essere messi in appassimento. Per un solo piccolo difetto sull’acino, infatti, si rischia di perdere partite importanti di uve, per questo è necessario anche avere a disposizione personale preparato.
Per ottenere una buona qualità nell’appassimento delle uve dell’Amarone, Corvina, Corvinone, Rondinella e Oseleta, concorrono l’andamento climatico, l’andamento pedologico, la selezione delle uve che devono essere raccolte e scelte con il raspo che deve essere “bello, croccante e verde” perché “nel momento in cui viene reciso, il cercine continua a lavorare nell’acino”. Corvina dà gusto ed è responsabile dei sentori principali e della speziatura, Corvinone dà corpo, Rondinella dà colore e Oseleta, infine, è un vitigno minore che completa il quadro aromatico della Corvina.
C’è un progetto in corso su un Amarone, di cui si parlerà tra 4 o 5 anni, in una vecchia vigna della tenuta Sartori, un prototipo, con un occhio al passato, per produrre il vino come si faceva una volta: l’uva appassita, mondata, selezionata, pigiata con un processo effettuato quasi completamente a mano e fermentazione malolattica nel legno. E questo sarà il futuro, sostiene Franco Bernabei, che cambierà pian piano la lavorazione per tornare alla tradizione, all’origine. E noi non vediamo l’ora di essere lì, pronti a degustarlo.
 
Qual è l’espressione dell’Amarone? L’Amarone deve essere bevuto, apprezzato, deve avere frutto, deve avere il suo giusto tannino, deve far sentire l’avvolgenza, l’appassimento, i suoi frutti, mora, ciliegia sotto spirito… deve esprimere il carattere del territorio, della terra e del vino.
(Franco Bernabei)

 
Le etichette in degustazione
Amarone della Valpolicella Classico Corte Brà Riserva 2016
Annata caratterizzata da un inverno mite, più fresca in primavera e, a seguire, un’alternanza di caldo/freddo, con temperature comunque inferiori alla media; infine, una buona temperatura in settembre che ha permesso un’ideale maturazione finale delle uve. Colore rosso rubino con un leggerissimo bordo granato. Al naso offre sensazioni di frutta sotto spirito, ciliegia nera, amarena, marasca, spezie orientali, cioccolato e una piacevole freschezza che si preannuncia già al naso. Un vino giovane che all’assaggio si presenta morbido, con una sferzante acidità accompagnata da una bella sapidità, con una delicata trama tannica e minerale nel finale, dove richiama ciò che aveva promesso al naso.
 
Amarone della Valpolicella Classico Corte Brà Riserva 2015
Annata molto calda e scarsa in precipitazioni soprattutto nei mesi di luglio e agosto ma, in definitiva, una buona annata. Bel colore rosso rubino con accenni granato sul bordo. Al naso si delinea con note di amarena, marasca, ciliegia, mora, prugna, sottobosco, rabarbaro, tamarindo, genziana, tabacco, chiodi di garofano, cannella, insieme a una leggera sensazione boisé. Nel calice è ben strutturato, potente, caldo, morbido, con fitti tannini vellutati.
 
Amarone della Valpolicella Classico Corte Brà 2012
Annata calda con piogge scarse, con un mese di agosto abbastanza piovoso, caratterizzata da una buona variazione termica giorno/notte. Colore rosso rubino con sfumature granato. Il profilo olfattivo offre in primo piano sensazioni speziate seguite da note fruttate, floreali, fiori secchi, sottobosco, echi vegetali, caffè, cenni di goudron. Nel bicchiere è sapido, minerale, fresco, di grande eleganza; il tannino è un po’ più evidente rispetto ai vini più giovani, forse dovuto all’annata piovosa, tuttavia, ben integrato.
 
Amarone della Valpolicella Classico Corte Brà 2011
Annata caratterizzata dai primi mesi dell’anno molto piovosi, seguiti da una primavera calda e asciutta e un giugno e luglio nuovamente piovosi; vendemmia molto anticipata con un’ottima escursione termica giorno/notte che ha permesso la raccolta di uve di ottima qualità. Colore rosso rubino compatto con nuance granato. Ricco il quadro olfattivo dove dominano le sensazioni di ciliegia macerata, sciroppo di amarena, humus, sottobosco, soffi balsamici, liquirizia, cioccolato fondente. All’assaggio è piacevolmente caldo, fresco, morbido, con tannini ben integrati, sapido nel finale, lungo e potente.
 
Amarone della Valpolicella Classico Corte Brà 2010
Annata tra le più fredde caratterizzata da basse temperature e piovosità durante tutto l’inverno, seguito da una primavera con sbalzi termici e piogge abbondanti e da un’estate con temperature al di sotto della media. Bel colore rosso rubino tendente al granato. Al naso offre sensazioni di frutta in confettura, prugna, cuoio, caffè, pepe nero, liquirizia, sottobosco, cioccolato fondente, spezie, cannella, fiori appassiti, mirto, ginepro. Al calice è morbido, avvolgente, con una bella intelaiatura tannica e una nota balsamica evidente, coerente con il profilo olfattivo.
 
Amarone della Valpolicella Classico Corte Brà 2008
Annata iniziata in modo difficile caratterizzata da piovosità abbondante che però a fine agosto ha recuperato; nel complesso un’annata fresca, in cui le uve hanno raggiunto un’ottima maturità sia tecnologica che fenolica. Colore rosso rubino compatto tendente al granato. Al naso si apre con sensazioni di pot pourri, spezie, chiodi di garofano, mirto, cannella, ginepro, macchia mediterranea, alloro, ciliegia, leggeri toni boisé e minerali. Nel bicchiere è ricco, morbido, ben equilibrato, fresco, sapido, minerale, con una calibrata gestione della parte alcolica e tannini fini ben integrati.     
 
Amarone della Valpolicella Classico Corte Brà 2006
Annata ottimale perché caratterizzata da una primavera piovosa e mite, da un luglio siccitoso che ha permesso un elevato sviluppo degli aromi e dei polifenoli, un agosto con piovosità intermittente e un ottimo settembre: tutto sommato un’annata eccezionale. Colore rosso rubino tendente al granato. Il profilo olfattivo si presenta con piacevoli note fruttate, spezie, sensazioni iodate e minerali, liquirizia, confettura di ribes, sottobosco, china, tabacco. Al gusto rispecchia il naso, è decisamente sapido, fresco, con il tannino ben dosato e garbato e con una leggera sensazione amarognola, comunque piacevole.
 
Amarone della Valpolicella Classico Corte Brà 2004
Annata caratterizzata da importanti escursioni termiche; nel complesso una buona annata, dopo due annate estreme, la 2002 piovosissima e la 2003 caldissima. Rosso rubino tendente al granato. Al naso debutta con toni speziati, balsamici, liquirizia, frutta rossa, note vegetali, erbe officinali, cacao, cardamomo, rabarbaro, tamarindo, ginepro, mirto, sottobosco, humus. Nel bicchiere è ben bilanciato, fresco, con una bella acidità reattiva, piacevole, sapido, complesso e armonico.
 
Amarone della Valpolicella Classico Corte Brà 2000
Annata caratterizzata da un andamento particolarmente favorevole alla vite, con un inverno mite e piogge ben distribuite; ciò ha permesso di avere una raccolta anticipata delle uve, comunque, ottime e sane. Bel colore rosso rubino tendente al granato. Nel quadro olfattivo spiccano note di erbe officinali, origano, timo, fiori appassiti, liquirizia, tabacco, bergamotto, cuoio, sensazioni agrumate e balsamiche. Nel bicchiere è fresco, morbido, sapido, piacevole, con un morso tannico che fa sentire la sua presenza seppur ben dosato.
 
Amarone della Valpolicella Classico Corte Brà 1999
Annata caratterizzata da scarsa piovosità nei mesi di maggio e agosto e buona piovosità invece a giugno e luglio, con temperature leggermente inferiori alla media; ciò ha permesso di ottenere uve in buono stato sanitario e adatte al processo di appassimento. Bel colore granato. Al naso presenta note fungine, minerali, iodate, balsamiche, eteree, humus, tabacco, cacao, cannella, goudron, caffè. Nel calice è sapido, con tannini ben dosati, armonico e allineato all’olfatto.
 
Casa Sartori 1898
Via Casette, 4
37024 Santa Maria di Negrar VR
Tel. 045 6028011
sartori@sartorinet.com
www.sartorinet.com
Panoramica della sala Terrazza Monte Mario
Panoramica della sala Terrazza Monte Mario
Panoramica del tavolo di degustazione dei partecipanti
I Sommelier di Fondazione Italiana Sommelier
Andrea Sartori proprietario di Casa Sartori 1898, Luca Bonetti enologo residente e Franco Bernabei enologo dal 2000
Andrea Sartori proprietario di Casa Sartori 1898
Franco Bernabei enologo dal 2000
Luca Bonetti enologo residente
Luciano Mallozzi docente della Fondazione Italiana Sommelier
Le etichette in degustazione
Le etichette in degustazione
Panoramica della sala Terrazza Monte Mario
Panoramica della sala Terrazza Monte Mario
Panoramica della sala Terrazza Monte Mario
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