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Severino all’origine di una grande Sommellerie
Pubblicato il 27/01/2012
Fotografia

Severino ci ha lasciato. Il 20 Gennaio scorso dalla sua terra d’origine, le Marche, quelle che stanno tra Ascoli e Macerata, ho ricevuto la notizia della sua morte.

Al di là di ogni considerazione che si riferisce ad affetto, bontà e caparbietà di quest’uomo piccolo e simpatico, buffo come lui stesso si disegnava nel Piatto del Buon Ricordo, noi lo abbiamo amato profondamente.

Insieme a lui e grazie a lui abbiamo cominciato l’avventura del vino che ci avrebbe coinvolto per tutta la vita. Questa colpa che Severino si è portata con sé in cielo è sempre stato un suo grande vanto. È sempre stato orgoglioso di essere l’unico “colpevole” dello splendido sviluppo di una Sommellerie romana vigorosa ma soprattutto fiero di cogliere in essa una scuola di pensiero.

Lo aveva nel sangue, il successo. Lo aveva nella testa.

Severino Severini era stato anche, con il suo Ristorante a Piazza Zama, l’antesignano della grande cucina romana abbinata all’eleganza nei piatti, nell’ambiente e nel bicchiere. Gary Cooper, Grace Kelly, Marlon Brando, Sophia Loren, Gregory Peck, Vittorio De Sica erano negli anni Sessanta gli ospiti quotidiani di Severino assieme a tante altre stelle del cinema e della cultura di quegli anni.

Grazie al suo volare alto la voglia di qualità, l’entusiasmo e l’amore per il vino hanno pervaso anche tutti noi che con lui abbiamo condiviso gli anni Ottanta.

Grazie al suo discreto ma penetrante carisma oggi beneficiamo tutti di una Associazione di Sommelier attiva, dinamica, autorevole.

Luigi Veronelli lo amava profondamente, era un suo fan. Questo piccolo grande uomo senza fronzoli lo affascinava. E allora Gino, Severino ti ha raggiunto. Organizzate qualcosa insieme: sicuramente sarà un capolavoro.

Del resto a Cana, durante un matrimonio, un miracolo sul vino è stato già fatto. Adesso ne aspettiamo un altro.

Sapete entrambi di cosa parlo.

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