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Montevetrano l’Illuminismo del Vino nel Sud
Pubblicato il 06/03/2015
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Silvia Imparato ha dimostrato con l’avventura a Montevetrano di non saper stare con le mani in mano: di non essere per nulla soddisfatta dell’arcaica visione enologica che fino a qualche anno fa affliggeva buona parte del Sud Italia, o non abbastanza da accettare e tollerare l’idea del “tutto così com’è”. La storia del vino Montevetrano attesta che ciò che conta davvero è rendere le cose diverse, in primis attraverso la determinazione e la fiducia nel poter renderle diverse, cosa concedeteci non da tutti. Nei primi anni ’90 la produttrice campana, noncurante della galoppata trionfante dei vitigni internazionali che con la loro presenza furoreggiavano nella maggior parte delle cantine dello Stivale, si affida a Riccardo Cotarella e decide di rivalutare il vocato terroir di San Cipriano Picentino, unendo in blend il Cabernet Sauvignon al più rustico e locale Aglianico. Il risultato supera di gran lunga le aspettative e Cotarella affina poi la ricetta aggiungendo all’uvaggio una significativa quota di un’uva che è grande a Saint-Émilion e Pomerol: il Merlot. A metà dei Novanta il successo è planetario e il Montevetrano è già vino cult destinato solo a pochi eletti che riescono ad aggiudicarsi una delle poche bottiglie prodotte.

La prova del nove per un vino di tale portata non sta solo nella grandiosa performance degustativa sostenuta al momento dell’immissione in commercio - nessuno ha mai messo in dubbio la classe del Montevetrano - ma nella granitica tenuta nel tempo di un “quasi bordolese” così singolare, nato in zone dove fino a qualche decennio fa il concetto di evoluzione del vino sembrava una chimera.

Il recente riassaggio del millesimo 1999 mette in discussione molte teorie sul vino del Sud, i cui produttori possono a testa alta pronunciare alla concorrenza l’antica frase latina hic Rhodus, hic salta, usata oggi per deridere gli spacconi e metterli alla prova.

MONTEVETRANO 1999
Rosso Igt | Cabernet Sauvignon 60%, Merlot 30%, Aglianico 10% | Gr. 13% | 16.000 bottiglie
Colore granato cupo, impenetrabile. Ventaglio olfattivo articolato e vitale con un incedere dei toni visceralmente legato al terroir. In parata note di ginepro, vetiver, felce e canfora, tè nero, ferro, legna arsa, cenni di marzapane, kirsch e prugne. In bocca una virile freschezza apre le danze, accompagnata da straordinaria morbidezza e tannino la cui eleganza non può che approntare ad un sorso successivo. Il finale, a dir poco complesso, lascia pieno campo a ricordi di arancia sanguinella e toni di torrefazione. Lunga la persistenza. Maturato per 12 mesi in barrique. Da sottolineare la tenuta nella “tenuta”: a distanza di ventiquattro ore dall’apertura il vino risulta irremovibile nel profilo gusto-olfattivo. Da gustare su suprème di fagiano lardellato.

Montevetrano
Via Montevetrano, 3
84099 San Cipriano Picentino (SA)
Tel. 089 882285 
www.montevetrano.it
info@montevetrano.it

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