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Fattoria La Torre, un viaggio nel Montecarlese
Pubblicato il 19/12/2014
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Tanta ostinata passione e un amore per le cose belle hanno condotto Marco Celli a prendere in mano le redini della vecchia Fattoria La Torre a metà anni ’90, trasformando una realtà storica in un centro produttivo tra i più rinomati del comprensorio Montecarlese. Cominciamo col dire che Montecarlo che conosciamo oggi, un suggestivo paese della provincia di Lucca, anticamente era denominato Vivinaja e che nel Trecento Carlo IV di Lussemburgo difese così audacemente la città dalle aggressioni dei fiorentini da meritarsi grandi onori. In omaggio al soccorritore infatti, il monte prese il nome dell’imperatore divenendo Mons Carolis, col tempo Montecarlo. La posizione strategica al confine fra la pianura di Lucca e la Valdinievole ha conferito grande importanza al paese, e di pari passo ad essa è cresciuto il suo strato urbano e produttivo. Chi conosce la zona sa bene quanto rinomato sia il suo vino bianco, ma nell’idea d’azienda di Marco Celli non si poteva dimenticare la sacra architettura del terroir, e così in tre lustri la vigna preesistente, fatta di sole uve autoctone, è stata significativamente rinnovata, cercando in varietà internazionali una nuova chiave di lettura.

Accanto alla ristrutturazione degli impianti, quella dell’intera fattoria, che è pronta ad ospitare con la giusta profusione di ornamenti e comodità chi cerca ristoro e vivande di solida tradizione toscana, in una struttura agrituristica di pregio. Nella carta dei vini del ristorante-enoteca la centrata gamma di vini prodotti nei 6 ettari e mezzo di vigna aziendale, dove gli amanti dei rossi suadenti e dei bianchi succosi hanno pane per i loro denti. Si comincia con il super classico Montecarlo Vermentino, dall’inappuntabile bagaglio fruttato e dalla bocca pervasa di ticchettii fresco-sapidi, per passare al Cabernet Sauvignon della medesima Doc, “bicchiere” gustosissimo da cui è difficile distaccarsi. Si torna al bianco con l’Altair, dove questa volta il Vermentino divide la scena con il pregiato Viognier, regalando equilibrio e begli accenni minerali. Con l’Albireo - dall’annata 2012 si passa dal Syrah al bordolesissimo Petit Verdot - la musica si fa ancora più polifonica e accanto a note di stampo mediterraneo, l’uva francese si fa sentire con una freschezza di sensazioni di frutti selvatici difficile da replicare, ed una bocca cremosa e proporzionatamente tannica. Allo Stringaio, frutto di una ricetta ben conosciuta Oltralpe (Syrah 80%, Cabernet Sauvignon 20%), va la palma del campione più complesso: potente nella connessione glicerico/fenolica, originalissimo ed invitante nel bagaglio odoroso fatto di macchia marina, peonia, vetiver, lampone, arancia tarocco e mirto. Un indirizzo quindi da tenere ben a mente quello della Fattoria La Torre, dove oltre al viaggio geografico - agriturismo e visita alla cantina - si può fare un bel viaggio dentro noi stessi, assaggiando prodotti che non superano i 15 euro su scaffale.

Fattori La Torre
Via Provinciale di Montecarlo, 7
55015 Montecarlo (LU)
Tel. 0583 22981
www.fattorialatorre.it 
info@fattorialatorre.it

 

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