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La Campania in Alto Adige
Pubblicato il 04/07/2014
Fotografia

Ogni anno, a maggio, i comuni che si trovano lungo la Strada del Vino che va da Nalles a Salorno, in Alto Adige, organizzano la kermesse “Vino in Festa”, organizzando seminari di cultura enologica, degustazioni, mostre di pittura e fotografia, visite guidate nelle cantine e, dulcis in fundo, la “Notte delle Cantine”. Gli Haas hanno interpretato questa serata in chiave partenopea, portando la Campania in Alto Adige: sabato 7 giugno in cantina c’erano tutti gli ingredienti per una festa perfetta. Caldo quasi da mid summer night, mitigato dal venticello fresco che scende dalle Dolomiti, una luce abbagliante che abbacinava tutta la Valle dell’Adige, disegnando i contorni delle alpi atesine e rendendo stradine, vigneti e l’aria stessa magnetici. È immediata la sensazione che sta per cominciare una serata particolare, soprattutto non canonicamente tirolese. La magia degli opposti gioca il ruolo più importante: nella cornice tutta altoatesina della cantina Haas, dove le usanze e l'idioma germanico sono ancora ben saldi nel territorio, spiccano, qual sublime italico contrasto, le mozzarelle giganti di Gennaro del ristorante “Acquapazza” di Cetara, le invitanti pizze, appena sfornate, di Giovanni Mandara, pizzaiolo di Amalfi, il tutto accompagnato dalla tarantella frizzante e contagiosa del gruppo Spaccapaese. Così ha inizio la Notte delle Cantine versione Haas. Dopo una breve ma efficace visita guidata che termina nella famosa barricaia, aumenta la voglia e la curiosità di degustare. Ed è proprio qui che si dà il via alle danze: prosciutto crudo di Parma e parmigiano aprono il sipario alla degustazione. Tutti i giocatori della squadra Haas sono schierati, nessuno in panchina. L’imbarazzo della scelta è tanto, ma basta poco a rompere gli indugi ed il Moscato Giallo è già nel bicchiere. Poi si sale ai piani superiori, ad ogni livello una specialità: prima la pizza, ogni 10 minuti una sfornata nuova, con ingredienti diversi e per ognuna, va da sé, si deve provare un vino in abbinamento. Salendo ancora un piano, ecco in bella mostra le prelibatezze di Gennaro dell’Acquapazza di Cetara, non si resiste al cartoccio caldo, caldo di frittura di alici che trova una spalla nei profumi agrumati e nell’ottima freschezza del Moscato Giallo che, tra l’altro, non disdegna neppure la gigante mozzarella di bufala e la ricotta fresca. A seguire carpaccio di polpo, pasta cozze e ceci, pasta al forno, parmigiana, timballi, tutti piatti stupendamente partenopei che si accompagnano perfettamente con i vini di casa Haas: a  riprova del fatto che gli opposti si attraggono.

Si scende ai piani bassi, in una parte della cantina allestita a gran festa con tavoli, candele e drappi arancioni a sottolineare la solarità della serata. Ecco è arrivato il momento che tutti aspettavano, il taglio del tonno fresco, quindi suddiviso in tranci e poi appena scottato alla griglia. Si susseguono abbinamenti curiosi, si va per tentativi. Si comincia dal Manna 2008 un mix di Riesling, Traminer (vendemmiato tardivamente), Chardonnay e un pizzico di Sauvignon (questi ultimi maturano in barrique) che si presenta già di un giallo dorato, impatto iniziale con il Traminer, litchi e rosa emergono subito, agrumi, pompelmo soprattutto, mela golden, kiwi, pietra focaia, nocciola, erbe aromatiche. Una leggera tostatura a ricordare il passaggio in legno. Elegante, nitido. In bocca è equilibrato, fresco. Ha una buona persistenza, lasciando dei ricordi di pompelmo e ananas, con le sensazioni tipiche del Traminer che dominano fino quasi alla fine. Altri invece si buttano sul Pinot Nero versione rosé, con il suo rosso ciliegia chiaro, richiamo preciso al colore della polpa del tonno appena scottato, profumi di ribes, lamponi, erbe aromatiche ed infine una punta di cacao introducono un assaggio fresco con una bella sapidità, lunga che supporta la consistenza della carne rossa del tonno, muscoloso. Poi i più temerari azzardano il Pinot Nero Classico 2011, altri addirittura lo Schweizer 2009 che si presenta con profumi netti e franchi, inebrianti, suadenti che spaziano dalle spezie in primis alla frutta, poi alla parte animale. Tra le primissime note ecco quelle pepate, di un pepe nero appena macinato ed ancora pungente, quindi arrivano quelle fruttate di frutti di bosco in macerazione e sfumature di un cacao fondente. Evidenti anche punte erbacee, leggermente balsamiche. Al palato risulta sempre ai massimi livelli di finezza ed eleganza. La sensazione principe è la snellezza e l’agilità gustativa, è scattante e progressivo, scorre veloce in bocca come un campione, un atleta olimpico che non teme rivali allenato anche ad affrontare, a sorpresa, un tonno rosso! Era tutta da filmare la truppa di addetti alla preparazione dei tonni rossi a catena, tanto che l'androne di cemento e legno della severa cantina pareva una tonnara in piena regola, ma l’odor del mare era rimpiazzato da quello degli abeti rossi della vicina foresta. Chiusura in bellezza, come consuetudine partenopea, con una cascata pantagruelica di dolci, dalle sfogliatelle alla pastiera, passando per i babà alle torte capresi anche nella versione al limone, impossibile resistere! E non poteva mancare l’attaccante della formazione Haas, il fuoriclasse Moscato Rosa che a pochi minuti dalla fine ha segnato goal. Prosit!

Ospitalità impeccabile dei padroni di casa: Franz e la moglie Maria Luisa Manna, insieme ai figli Franz e Sofia ed allo staff della cantina, hanno orchestrato con precisione la serata, unendo passione per il vino, cibo godurioso e frizzanti tarantelle. Si respira armonia! Si è ora impazienti per l’edizione 2016 (questa serata è biennale) chissà cosa bolle in pentola. Inoltre Franz Haas è un fan della viticoltura in alta quota e dal 1999 ha cominciato a cercare terreni alternativi dove fare viticoltura, in zone più alte, con temperature più basse, forti escursioni termiche, meno umidità e con molte ore di sole in più rispetto a quote inferiori. Tutti ingredienti fondamentali, associati al particolare terreno di origine dolomitica (conformazione sabbiosa porfidica ed argillosa, con la presenza di stratificazioni calcaree) per ottenere vini di qualità. L’ultima sfida è stata quota 1.150 metri: un appezzamento nel comune di Aldino, davvero un “tetto” estremo per la viticoltura. Le piante sono quasi tutte di Pinot Nero e molte a piede franco. Non ce n’è bisogno di innestarle su piede americano perché, a questa altitudine la fillossera, fatica a vivere. Qui oltre a pinot nero, che la fa da padrone, sono stati piantati anche Riesling, Pinot Bianco, Sauvignon e Sylvaner. È grande la curiosità di tutti per quello che sarà il risultato… ancora un po’ di pazienza ed il palato, tra qualche anno, ringrazierà.

Franz Haas
Via Villa, 6 
39040 Montagna (BZ)
Tel. 0471 812280 
www.franz-haas.it
info@franz-haas.it

 

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