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Noi e il rosato
Pubblicato il 13/09/2013
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E dire che di vino rosato ne produciamo un bel po’. A livello mondiale siamo giusto sotto la Francia e superiamo tranquillamente gli Stati Uniti: del totale prodotto il 20% è italiano, Oltralpe se ne fa il 27%, dall’altra parte dell’Oceano il 15%. La differenza sostanziale è che loro il rosato lo bevono (e lo amano!), noi a quanto pare no. Ma siamo bravi a venderlo agli altri, così dicono i numeri di France Agrimere per il 2011 secondo cui ne esportiamo ben il 78%. Domanda ingenua e lecita allo stesso tempo: davvero non ci piacciono i rosati, oppure è una questione culturale, che so, di “pigrizia” nell’esplorarlo e portarlo sulle nostre tavole? Vero è che si intravvede una crescita dell’interesse nei confronti di questo prodotto e chissà, magari il merito di questo guizzo è anche delle donne...

Delle donne, sì, perché in qualche modo siamo noi le destinatarie principali di un’idea generica di vino “innocuo e poco impegnativo” e per giunta del nostro colore preferito. Come se davvero una donna che per raggiunti limiti d’età si sia affrancata dalla passione per Hello Kitty, scelga il vino… per il colore! L’ho visto con i miei occhi: sono certi uomini a pensare di centrare i gusti della loro dama porgendole un Rosé (alla francese suona pure più gentile…) e lo fanno perché altri uomini, di marketing stavolta, gli hanno detto che è così: a noi piace bere in rosa, poco alcolico, magari con il brio di qualche bollicina. E invece ci sono altri motivi, legati ai sensi e non ai luoghi comuni, per tenere tra le dita un calice di rosato. Poche sere fa’ mi trovavo nella campagna di Oliena (Nuoro) ai piedi del Monte Corrasi, patria del Nepente, una delle tre sottozone di produzione del Cannonau. A cena il territorio con i suoi piatti e con il suo vino, Cannonau in purezza per l’appunto, in versione Rosato.

Un bel rosa ciliegia brillante dai profumi schietti e fragranti di rosa e frutti rossi croccanti. In bocca morbido, asciutto, ben bilanciato dalla sapidità e da una freschezza giovane e dinamica. Un sorso caldo ma non tanto da esibire i suoi 14 gradi, coerente negli aromi, appagante, lungo. E versatile, come sa esserlo un vino rosato con personalità. Dai salumi locali, alla vitella allo spiedo, fino ai maccarrones de busa risottati in un brodetto di pesce al pomodoro. L’etichetta è Cannonau di Sardegna Doc Rosato Nepente di Oliena 2011 dell’azienda Puddu, a conduzione familiare da due generazione, da quando negli anni ’70 marito e moglie hanno iniziato la loro avventura nel mondo del vino con 30 ettari vitati quasi esclusivamente a Cannonau su una vallata popolata da ulivi e mandorli. Prodotto da un vigneto con resa tra i 20 e i 25 quintali per ettaro, su terreno a disfacimento granitico, questo Nepente Rosato è vinificato lasciando il mosto fiore a contatto con le bucce per 12 ore, poi la fermentazione a basse temperature. Maturato in acciaio, va sul mercato con circa 5mila bottiglie. Il prezzo è di 9 euro.

F.lli Puddu
Località Orvuddai
Oliena (NU)
Tel. 0784 288457
www.aziendapuddu.it
info@aziendapuddu.it 
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