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Degustazione Storica Mannucci Droandi
“Un vino è eccezionale, quando ci si siede in poltrona, si degusta, si chiudono gli occhi e si vede l'immenso” Giacomo Tachis. Degustazione dedicata all'indimenticato enologo.
Pubblicato il 05/04/2017
Degustazione Storica Mannucci Droandi con la Fondazione Italiana SommelierI Mannucci Droandi trae origine dalle tradizioni agricole e vinicole di due famiglie, i Mannucci, piccoli proprietari terrieri in Valdarno già dai primi del XIX Secolo e i Droandi, dal XVIII agricoltori in Carmignano e poi a San Giustino Valdarno. Attualmente è gestita dalla Società Agricola Nuova Agricoltura S.r.l., con Amministratore Unico Maria Grazia Mammuccini, a sua volta proveniente da un’antica famiglia di agricoltori. Condotta dal 2000 con il metodo dell’Agricoltura Biologica certificata, tale scelta, insieme alla valorizzazione dei vitigni autoctoni, costituisce la base fondamentale del nostro lavoro. L’obbiettivo è contribuire alla difesa dell’ambiente,  alla mitigazione del cambiamento climatico e al tempo stesso offrire prodotti capaci di rappresentare l’identità del nostro territorio, coniugando la tradizione locale con l’innovazione, nell’intento di continuare nel migliore dei modi quanto le generazioni precedenti hanno saputo costruire. Responsabile dei vigneti e della cantina è Roberto Giulio Droandi.
Attualmente consiste di due corpi principali. Il primo, il podere Campolucci (dal latino “campo del bosco sacro”), è costituito da una grande casa colonica (già presente nei Catasti Granducali, è tuttora il centro aziendale ed ospita la cantina), da vigneti e da oliveti specializzati. Campolucci è situato sulle pendici orientali dei Monti del Chianti (comprensorio del Chianti, sottozona dei Colli Aretini) ad un’altitudine di 250 m.s.l.m., sulla sommità di una collina esposta a Sud che guarda l’antico borgo fortificato di Caposelvi, nei pressi di Mercatale Valdarno (Comune di Montevarchi, Provincia di Arezzo).                                                                                                                                                    
Il secondo corpo è il podere Ceppeto, costituito da vigneti e da oliveti piantati attorno ad una grande casa colonica di pietra squadrata (edificata nel XVIII° secolo sui resti di un antico romitorio). E’ situato anch’esso sul versante Est dei Monti del Chianti (comprensorio del Chianti Classico) e più precisamente sulla pendice Sud (a 400 m.s.l.m.) della collina dominata dal castello di Starda (Comune di Gaiole in Chianti, Provincia di Siena).
Le uve vengono vinificate in azienda e il vino prodotto venduto direttamente in cantina, o nei mercati contadini e distribuito in Italia e all’estero. Nei vigneti domina il Sangiovese, sia nei vecchi, che nei nuovi impianti e, in cantina, il rispetto della tradizione si affianca alle necessarie attenzioni che oggi si danno per acquisite allo scopo di ottenere la migliore qualità.

A ricordo dei primi anni della nuova avventura I Mannucci Droandi ebbero la fortuna e l'onore di incontrare sulla loro strada uno dei grandi padri dell'Enologia Moderna, Giacomo Tachis, che gli diede dei grandi consigli su come proseguire la strada.  Dalle sue mani naquero le prime due annate delle due etichette che si producevano in quegli anni che in pochi esemplari sono pervenute a noi.  Abbiamo in un'evento irripetibile potuto degustare quattro etichette fatte direttamente da Tachis e le ultime due in commercio confezionate da Gianfrancesco Paoletti seguendone l'evoluzione stilistica tracciata agli inizi da Tachis.
Le etichette in degustazione durante Degustazione Storica Mannucci DroandiIl quadro che emerge da questa degustazione è impareggiabile su tutti i punti di vista. Infatti il Tachis seguì i Mannucci Droandi nei primi anni della loro avventura senza volere nessun compenso in cambio. Un signor enologo padre di molti gioielli enologici che si dedicò a tante aziende minori solo allo scopo di aiutarle. Fu in seguito lui a lasciare la guida enologica a Paoletti che diedi nuova linfa alla gamma di etichette prodotte dalla piccola azienda biologica. I vini in degustazione sono stati i seguenti:
 
-1998 Chianti Colli Aretini
-1999 Chianti Colli Aretini
-1998 Campolucci
-1999 Campolucci
-2015 Chianti Colli Aretini
-2011 Campolucci
 
Degustazione Storica Mannucci Droandi“Un vino è eccezionale, quando ci si siede in poltrona, si degusta, si chiudono gli occhi e si vede l'immenso” G. Tachis.
Vi siete mai trovati di fronte ad un vino che sapete per certo di non riassaggiare più? Questo è uno di questi rari casi. Allora cerchi di carpirne tutte le sfaccettature per conservarle in un cassetto nella memoria e custodirlo per sempre con la consapevolezza di essere un privilegiato ed un'uomo fortunato. Campolucci Sangiovese 1999 Igt, seconda annata e... ultima del Maestro Tachis con 13,0% vol. Sangiovese 70% e Cabernet 30%. Un po' anche sulla scia del momento (penso all'uvaggio del Tignanello). Qui il Tachis selezionava personalmente i grappoli e le zone da usare. Un anno in legno (solo il 30% nuovo) e un anno in bottiglia. Un vino capace di evocare un territorio particolare e vocatissimo.
Questa frase racchiude l'essenza del pensiero che mi onora di degustare questo vino.
Molto spesso i sogni diventano realtà, basta volerlo, questo lo custodirò per sempre tra quelli più cari. Con riverenza ci troviamo davanti ad un vino vivo e delicato. Le sue sensazioni sono eleganti e ben espresse. Questo vino sa di tradizione e di Toscana, terziario dolce, cannella scorza di arancia rabarbaro, sottile china, pepe, delicata sensazione di chiodo di garofano, carrubo. Viola secca, cuoio, caffè in chicco, frutti di sottobosco, ciliegione di Vignola e di confettura di mirtilli. Il cuoio perviene una volta avvenuta soddisfacente ossigenazione, lo riassaggio dopo 24 ore dell'apertura di ieri sera. In bocca è strutturato, rotondo, morbido ed avvolgente terra bagnata. In bocca è strutturato, rotondo, morbido ed avvolgente. La maturità gli ha donato complessità e compiutezza. All’apice della sua vita, possiede una lunghezza rilevante e un retronaso di rabarbaro invitante. Di certo ci mangerei una Fiorentina cotta alla giusta maniera.  Siamo veamente onorati di aver potuto vivere una degustazione indimenticabile.
 
MANNUCCI DROANDI   
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