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Bibenda day 2017 - Primo tempo
I Grandi Spumanti Italiani
Pubblicato il 03/04/2017
Relatore Luciano Mallozzi
Relatore Luciano Mallozzi

Diamo sempre al nostro Bibenda day una sequenza di degustazione. E così come ci piace fare a tavola, iniziamo con i vini spumanti, dei grandi interpreti che sanno sempre sottolineare il senso festoso di ogni incontro.

FotografiaMetodo Classico Terza Via 2013

Marco De Bartoli

Vitigni:
 Grillo 100%
Nel 2008, in una cantina piccola ma dal nome già famoso, parte una nuova intuizione: dare al vitigno Grillo una terza opportunità! Così oltre al Marsala (quello di De Bartoli fatto solo con uva Grillo), al vino fermo, nasce Terzavia. Più che un metodo classico una sorta di metodo ancestrale. Acini che vengono da terreni ricchi di tufi, sabbie e calcare, fermentazione da lieviti indigeni. Poi il vino aspetta pazientemente l’anno successivo, quando il grillo matura nuovamente e, per far partire la rifermentazione, viene utilizzato il mosto della nuova vendemmia, con il suo corredo di zuccheri e lieviti. 18 mesi di affinamento in bottiglia sono più che sufficienti per un vino sempre legato ai suoi lieviti naturali, straordinari lettori di un altrettanto straordinario territorio.

Oro antico, luminoso. L’affiorar di agrumi e zagare precede le note di miele, frutta esotica, lievito di birra, fiori bianchi secchi, con sbuffi eterei e balsamica mediterraneità. Il gusto inizia con una rinfrancante freschezza e una mal celata morbidezza che poi lasciano il passo alla godibilissima vena sapida e ad un centellino secchissimo e galoppante.
 
FotografiaAlta Langa Brut 2009

Ettore Germano


Vitigni: Pinot Nero 80%, Chardonnay20% 
Anche se proprio in Piemonte si sono mossi i primi passi spumantistici italiani (Carlo Gancia 1865) la denominazione Alta Langa è ancora di rincorsa nei confronti delle altre zone italiane a trazione metodo classico. Un po’ come tutto il nostro spumante verso lo Champagne. Ma tutti insieme, i grandi gruppi industriale e i piccoli ma caparbi e capaci produttori di Langa, hanno puntato con convinzione verso l’”Alta” qualità. Tra i trascinatori dello spumante langarolo c’è, a pieno titolo, Ettore Germano.  Con l’istituzione della Doc Sergio, figlio di Ettore, impianta un ettaro di Pinot Nero con un po’ di Chardonnay su un terreno ricco di arenaria, una pietra calcarea chiamata in gergo “Pietra di Langa”, che conferisce struttura e mineralità. Dopo la rifermentazione il vino rimane per 24 mesi (dal 2012 si è passati a 30 mesi) sui lieviti: “bollicine di Alta Langa, prepotente acidità accompagnata da una sapidità infinita in una infinitesimale bollicina”, per usare le parole di Sergio.

Color paglierino intensissimo, diretto, netto, minerale, profumato di fiori bianchi, pompelmo, timo, burro, crema pasticcera, susina e pera con accenni di mandorla e frutta esotica. Bocca equilibrata nonostante la sferzante sapidità, nervoso, vivo e fresco. Chiusura squisitamente dissetante.
 
FotografiaRosé Extra Brut Kius 2012

Marco Carpineti


Vitigni: Nero Buono 100%
Siamo in presenza del miglior spumante metodo classico al mondo fatto con Nero Buono. Ma non è solo perché, al momento, è l’unico esistente. Secondo Ovidio e Marziale, dal tempo di Roma antica, i vini di Cori sono quanto di meglio possa fornire la vitivinicoltura. Tale fama però non trova riscontro in quella che risulta essere l’attuale  conoscenza di questo territorio e del suo vitigno principe. Una zona nata da un’esplosione vulcanica che ha disegnato queste splendide colline usando come matita lapilli e colate laviche. In questo contesto l’azienda Marco Carpineti è sicuramente l’artefice della rinascita del vitigno Nero Buono, soprattutto in questa nuovissima versione: Kius spumante metodo classico rosé, un modo originale di interpretare questo antico vitigno.
 
Colore rosa ramato con sfumature salmone. Il naso è prodigo di effluvi di petali di rosa canina, incenso, fragoline di bosco, arancia rossa, bergamotto, lampone, tè, melagrana, macchia mediterranea e ibiscus. Nel tempo diventa allettante grazie a note di pasticceria. Il palato ha una prefazione morbida con appendici fresche, vivaci e sapide che sviluppano una saporita tensione gustativa. Il finale regala un gioco di coerente complicità con l’olfatto, una lunga persistenza e un desueto, stuzzicante e delicato morso tannico.
 
FotografiaRosé Brut Riserva Villa Mattarana 2006

Zamuner


Vitigni: Pinot Nero 70%, Pinot Meunier 30%
Doveroso ricordarlo. Un anno esatto è passato dalla dipartita di Daniele Zamuner, geniale e visionario amante del bere spumante.     L’ingegner Daniele Zamuner è da sempre affascinato dal Pinot Nero, per la sua personalità e per il suo carattere scontroso. E ama le “bollicine” francesi. Alla fine degli anni ’70 riceve in eredità un appezzamento di terreno sulla collina, il “Monte Spada”, ottima location per la vigna, grazie al terreno calcareo tipico di queste colline moreniche del Garda. Negli anni ’80 prende un anno sabbatico dal suo lavoro di responsabile commerciale di una azienda, decide di andare in Francia per imparare le tecniche di coltivazione e vinificazione. Rubati i segreti torna in patria. Inizia così il suo progetto che dura da più di 30 anni, dedicare il proprio tempo libero alla realizzazione del suo grande sogno: fare uno spumante metodo classico, a Sona (VR).  E ci è voluto coraggio a proporre vini che i consumatori hanno avuto non poche difficoltà a comprendere.

Color buccia di cipolla, da manuale, con perlage minutissimo. Pervadono l’olfatto note di frutti selvatici maturi, ciliegie e sambuco, leggera crosta di pane e pompelmo rosa, “fiori rosa e fiori di pesco”.  In bocca l’attacco minerale lascia il posto a sensazioni vellutate e a pennellate di tostatura. Spalla acida ancora ricca e vibrante, dosato equilibrio tra serbevolezza e complessità. Verticale, dinamico, preciso: tutto è integro. Chapeau!
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