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Enrico Neri, viticoltore in quel di Orvieto
Pubblicato il 15/02/2013
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Incontrare Enrico Neri, proprietario dell’azienda Neri, è come entrare a casa di un vecchio amico. Ci si sente subito a proprio agio nel casale di famiglia a pochi chilometri dalla storica cittadina di Orvieto. Un uomo che si è fatto da sé, ereditando la passione dal padre, che ancora oggi va a potare la vigna e vive la campagna con rispetto, umiltà e tanta abnegazione.  Siamo a Bardano, in zona collinare, dove la millenaria coltura della vite è favorita da terreni prevalentemente argillosi. Questa è la culla dei vitigni a bacca bianca e dell’Orvieto Classico vino tanto amato dai numerosi Papi che dominarono incontrastati queste terre dal XIII secolo fino all’Unità d’Italia. Parte del grande casale è stato adibito a cantina per la vinificazione e per lo stoccaggio del vino. Si tratta di un ex granaio della fine dell’Ottocento, ristrutturato recuperando materiali locali. Qui non c’è tecnologia avanzata, ma è la tradizione a dettare le regole. La produzione conta circa 50.000 bottiglie l’anno, frutto del meglio dell’uva raccolta nei 60 ettari vitati, dedicati per il 75% a vitigni a bacca bianca come Grechetto e Trebbiano (qui chiamato Procanico), ma anche Chardonnay, Sauvignon e Viognier. L’altro 25% vede varietà come Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon e Pinot Nero. Di forte impatto visivo la barricaia, ricavata da una grotta d’origine etrusca, scavata nella roccia tufacea a pochi metri dal casale. Un luogo suggestivo, millenario, evocazione di una storia secolare: qui temperatura e umidità sono controllate da madre natura, creando un habitat ideale per l’affinamento del vino. Tutto intorno a noi le vigne coprono queste colline umbre che si perdono all’orizzonte, con la rocca di Orvieto sul fondo ed il magnifico Duomo, dedicato all’Assunzione della Vergine. Dallo splendido giardino del casale, destinato alle degustazioni durante il periodo estivo, si può godere una vista mozzafiato della cittadina medievale, smarrendo poi lo sguardo nella sinuosa danza di alberi d’olivo, boschi e vigne.

Tra i sei vini proposti abbiamo degustato dapprima il Bianco dei Neri, Chardonnay al 75% con Sauvignon al 25%. Giallo paglierino luminoso, all’olfatto spiccano, immediate, le note fruttate e floreali, con agrumi, foglie di limone, cedro e un sottofondo minerale. In bocca l’impatto è armonico, bilanciato da un’ottima acidità che fa da supporto alla nota sapida. Buona la struttura con finale lungo e fruttato.  Siamo poi passati a un Grechetto in purezza, che in etichetta reca la dicitura Bianco dei Neri accanto al vitigno. Il vino fermenta parte in acciaio e parte in carati di rovere e colora il calice di un bel giallo paglierino con riflessi dorati. All’olfatto è dapprima restio a rivelare delle note minerali che si faranno poi prevalenti, con una leggera sfumatura di nocciola tostata e toni di frutta matura a corredo. Colpisce alla gustativa l’ingresso sapido e fresco, in un quadro strutturato con finale lungo e ammandorlato. Un Grechetto tipicamente orvietano, da abbinare ai piatti della tradizione come il coniglio in porchetta. Tra i due rossi della cantina, entrambi a base Merlot, spicca l’Americo, vinificato con macerazione di circa un mese ed affinamento successivo di 12 mesi in barrique di rovere francese, nelle splendide grotte etrusche. L’annata 2008, si rivela rosso rubino con riflessi granato. All’olfatto è complesso, terziario, con note evidenti di spezie, carruba, amarena e prugna matura, accenni terrosi e minerali e una leggera tostatura di fondo. In bocca tannino e acidità si bilanciano, rivelandosi entrambi di ottima fattura e seguiti da una sapidità che successivamente lascia spazio alla compatta struttura. Un vino da tenere in cantina ancora qualche anno per scoprirne l’evoluzione.

Viticoltore Enrico Neri
Loc. Bardano, 28 Orvieto (TR)
Tel. 0763 316084
www.neri-vini.it
info@neri-vini.it
 

 

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