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Il carillon dell’angelo
Quando i francesi suonano l'Inno d’Italia non è un'emozione da poco.
Pubblicato il 04/04/2018
Château Angélus«Messieurs Dames, nous avons préparé une petite surprise en votre honneur». Le parole con le quali Marion Millaire, responsabile delle pubbliche relazioni di Château Angélus, accoglie il gruppo della Fondazione Italiana Sommelier in visita esclusiva alla prestigiosa cantina di Saint-Émilion ci lasciano stupiti. E lo stupore si fa emozione pura quando dal carillon posto sul tetto dell’edificio partono le note del nostro Inno Nazionale. Non c’è dubbio, quando i francesi ci si mettono…La storia di Angélus è intrecciata con quella della famiglia Boüard de Laforest, proprietaria di questa tenuta dal XX secolo. Ha acquisito i vigneti nel 1909, quando Maurice de Boüard, Comte de Laforest, ereditò da sua zia il Domaine de Mazerat. Nel 1924 fu aggiunto un vigneto di 3 ettari, il Clos de L’Angélus. Lì, in mezzo alle vigne, si sentono le campane dell’angelus di tutte e tre le chiese della cittadina: da qui il nome “L’Angélus” dato all’intera azienda dopo la seconda guerra mondiale; la “L” cadde nel 1990. Hubert de Boüard de Laforest, arrivato nel 1976 dopo aver studiato con Emile Peynaud alla Faculté d’Oenologie a Bordeaux, è stato il protagonista di un’ascesa vertiginosa dei vini, anche grazie alla collaborazione del cugino Jean-Bernard Grenié. Nel 1996 Château Angélus è promosso Premier Cru Classé “B” e nel 2012 diviene addirittura Premier Grand Cru Classé “A”, rango condiviso a Saint-Émilion solo con Ausone, Cheval Blanc e Pavie. Oggi a Hubert e Jean-Bernard si è affiancata l’ottava generazione della famiglia, i cugini Stéphanie de Boüard-Rivoal e Thierry Grenié-de Boüard, eredi di una tradizione ormai ultra secolare.
La visita allo Château è affascinante e istruttiva. Ero già stato qui a metà degli anni novanta e i cambiamenti sono evidenti: nella struttura, elegante e moderna, come nei vini. Marion è una guida attenta ed entusiasta: non si limita al racconto, sa trasmettere la passione. Per di più, ci accompagna mantenendo sempre al collo il tastevin che le abbiamo regalato, del quale sembra davvero orgogliosa. Cultura dell’ospitalità. Non dovrebbe essere proprio questa una delle basi della nostra civiltà? Non è forse vero che la grandezza di un vino è fatta anche dalle donne e dagli uomini capaci di raccontartelo, di dargli un’anima, di “farti vivere” i luoghi in cui nasce? Ecco perché siamo tutti rapiti dalla magia del momento.
 
carillon
gruppo Fondazione Italiana Sommelier
il vigneto
le barrique
Château Angélus 2011La degustazione è il naturale sigillo di un percorso colto e fascinoso. Château Angélus 2011 – “millésime gourmand”, annata non monumentale ma capace di esprimere rossi raffinati e di precoce prontezza – si presenta con il consueto manto rubino compatto. I profumi sono affabili e opulenti, “soffici” e coinvolgenti: ribes nero e amarena, viola e caffè in grani, cacao, corteccia di china e rabarbaro, tabacco ed eucalipto. Il sorso è ampio e felpato, golosissimo, sostenuto da tannini educati e setosi, caratterizzato da vivida freschezza e tenore alcolico perfettamente integrato. La persistenza è lunga ed emozionante come il suono del carillon dell’Angélus che esegue “Fratelli d’Italia”: la sorpresa che non ti aspetti, ma che lascia il segno. Proprio come sa fare questo autentico fuoriclasse.

CHÂTEAU ANGÉLUS
33330 Saint-Émilion (France)
angelus@angelus.com
Tel. +33(05) 57 24 71 39
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