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Molise subacqueo
Le prime bottiglie di Tintilia e Falanghina immerse nell’Adriatico.
Pubblicato il 11/07/2023
Il Molise festeggia la nascita del suo primo vino subacqueo. Sono migliaia e di diverse tipologie le bottiglie immerse nella prima cantina subacquea della regione che si trova nel mare Adriatico, a 4 miglia e mezzo dalla costa molisana.

Dietro questo progetto la start-up Cobalto, un’impresa molisana tutta al femminile che si occupa di ricerca e innovazione per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari con tecniche sperimentali. Un’iniziativa che investe e promuove la produzione vitivinicola del Molise e con essa il proprio incontaminato territorio, dato che tutti i vini della regione da oggi potranno essere affinati nel mare che bagna la costa molisana.

Una filiera interamente made in Molise per la prima cantina sommersa della regione e tra le poche a livello mondiale, il cui primo assaggio è avvenuto solo qualche giorno fa a bordo del Miralta, uno yacht di 24 metri ormeggiato nel porto di Termoli.

 
Le bottiglie immerse nelle acque dell'AdriaticoTintilia e Falanghina sono state le prime bottiglie ad oggi riemerse dal fondale al centro dell’assaggio coperto guidato da professionisti del settore, come il noto enologo Goffredo Agostini e gli esperti della Fondazione Italiana Sommelier, Dora Formato e Gabriele Di Blasioconsulenti del progetto.
Dalla degustazione è emerso che la sosta in profondità esalta le peculiarità dei vitigni.

Per la sosta in profondità le bottiglie vengono accuratamente sigillate con tappi rivestiti da una speciale miscela di ceralacca, sviluppati in collaborazione con i laboratori di ricerca di un’azienda leader mondiale nel settore. 
Tecnicamente, dopo diversi mesi di immersione, il vino è in grado di sviluppare una complessità di aromi e gusto generati da fattori difficilmente riproducibili sulla terraferma. La profondità di immersione, l’azione delle onde, una temperatura costante con pochissime variazioni stagionali, così come la scarsissima penetrazione dei raggi solari, fanno in modo che i vini si differenzino a livello olfattivo e gustativo da quelli tradizionali.
Questa tecnica, inoltre, riduce la necessità di energia e risorse utilizzate nei tradizionali metodi di affinamento del vino e contribuisce alla salvaguardia delle risorse marine, in un processo innovativo in totale sintonia con l’ambiente.

 
Le bottiglie immerse delle acque dell'Adriatico
Le bottiglie immerse delle acque dell'Adriatico

Tutta la produzione verrà presentata ufficialmente in autunno quando sarà possibile degustare e acquistare le bottiglie attualmente immerse che comprendono diversi vini molisani, sia fermi che spumanti.
La Jamin–under water wines di Portofino, azienda leader nei servizi di affinamento subacqueo, segna un guinness mondiale, racconta Sandra Palombo, amministratrice della Cobalto e imprenditrice nel settore del luxury food. “Era il 2020 – racconta – ed eravamo in piena pandemia quando io e la mia amica, Lucia Criscolo, abbiamo iniziato a lavorare a questo innovativo progetto. L’idea che ci ha guidato in questa meravigliosa avventura, oggi divenuta realtà, è stata la voglia di poter realizzare qualcosa per valorizzare il nostro territorio, partendo dalle sue peculiarità. In Italia ci sono altre, seppur pochissime, aziende che hanno affrontato questa nuova sfida nel mondo del vino, ma le cantine subacquee esistenti, ad oggi soltanto quattro in produzione e con concessione marittima, si trovano in mari che non bagnano il Molise. E allora ci siamo dette: perché non pensare ad affinare il vino prodotto qui, nella nostra regione, anche nel nostro splendido mare? Una domanda da cui è nata l’idea per la realizzazione della quinta e più grande cantina subacquea italiana, a cui hanno fatto seguito studi durati tre anni tra cui quelli che ci hanno condotto a scoprire, con delle apposite ricerche sottomarine, come nei pressi del luogo in cui abbiamo poi scelto di istallare la nostra cantina, fosse custodito il relitto di una vecchia barca da pesca a vela, appartenente alla marineria termolese. Lo abbiamo preso come un segno del destino. Questa scoperta oltre a portarci fortuna, ci avrebbe anche consentito di raccontare come il mare sappia custodire tesori da scoprire per coloro che hanno il coraggio di immergersi nel loro splendore e chissà – conclude Sandra - che il vino non resti l’unico prodotto che possa ricavare tutta la preziosità che le nostre acque sono in grado di donare”.
 
Le bottiglie dei vitigni autoctoni affinate sott’acqua
Le bottiglie dei vitigni autoctoni affinate sott’acqua
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