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Racconti di Viaggio
Sudafrica: tra vigneti e savana
Pubblicato il 10/03/2023
Racconti di Viaggio / Sudafrica: tra vigneti e savanaOrmai è fatta: il mondo si è riaperto ai viaggi, al turismo, al rinnovamento e alle nuove opportunità. E questo ritrovato fermento interessa anche il mondo dei vini, dove per mondo si intende tutto, da Nord a Sud.
È il caso della manifestazione Cape Wine, tenutasi a Cape Town dal 5 al 7 ottobre 2022, evento tra i più importanti dell’emisfero australe, che si svolge ogni tre anni ed è interamente dedicato al comparto vitivinicolo Sudafricano.
Il Cape Wine si presenta come una piattaforma perfetta per il commercio internazionale del vino perché acquirenti, rivenditori, importatori, distributori e media, arrivano da tutto il mondo per sperimentare ciò che le zone vinicole sudafricane hanno da offrire.
In occasione di questa fiera la Fondazione Italiana Sommelier ha organizzato, attraverso il suo ufficio viaggi, un tour per far scoprire le eccellenze e le bellezze di questo fantastico Paese.
Un Paese che viene considerato come uno di quelli del Nuovo Mondo vitivinicolo anche se, in realtà, la viticoltura in Sudafrica ha radici antiche.
Il calore e l’accoglienza delle persone, i panorami mozzafiato, una tradizione gastronomica di ottimo livello e i parchi naturali dove poter fare i safari fotografici, ne completano il profilo.
Una destinazione tutta da scoprire, sia dal punto di vista enogastronomico che naturalistico.
Racconti di Viaggio / Sudafrica: tra vigneti e savana.
Racconti di Viaggio / Sudafrica: tra vigneti e savanaAll’arrivo a Cape Town la stanchezza accumulata durante il lungo volo si attenua, quasi scompare, lasciando il passo alla meraviglia e alla voglia di scoprire questa fantastica città.
Visto che le nostre camere saranno pronte solo nel giro di un’oretta, approfittiamo per fare un giro nel Bo-Kaap,  zona multiculturale, conosciuta per le sue case dai colori vivaci. Questo è il quartiere più colorato e fotografato di tutta la città, un tempo noto come quartiere Malese.
 
Nel pomeriggio, con l’aiuto del bel tempo, saliamo sulla Table Mountain dalla quale è possibile ammirare dall’alto tutta la città e un ampio tratto di costa.
 
Il giorno successivo lo dedichiamo completamente alla Cape Wine, dove ad attenderci c’erano oltre 300 aziende, in rappresentanza di ogni regione vinicola del Paese.
Circa 120 vini degustati nella giornata. Tra i bianchi a fare la parte del leone, vista la destinazione, è stato lo Chenin Blanc, vitigno originario della Francia che sembra aver trovato in Sudafrica il suo habitat perfetto. Questo vitigno permette la produzione di vini bianchi intensi e strutturati con note olfattive più dolci e fruttate rispetto ai rispettivi “cugini transalpini”.
L’utilizzo di botti medie e piccole di rovere francese è mediamente ben dosato, raramente eccessivo. Molto interessanti anche i Sauvignon Blanc e gli Chardonnay. Specialmente questi ultimi che, in qualche caso, ricordano le note di alcuni francesi ben più blasonati.
 
Tra i rossi il vitigno principe è sicuramente il Pinotage, vinificato sia in purezza che come Cape Blend insieme ad altri vitigni internazionali come Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc…
Durante la giornata abbiamo avuto il privilegio di partecipare a una master class sul Pinotage, condotta da Beyers Truter, colui che è considerato il padre moderno di questo vino. Il seminario ci fa apprezzare alcuni dei migliori Pinotage del Paese.
Racconti di Viaggio / Sudafrica: tra vigneti e savana.
Racconti di Viaggio / Sudafrica: tra vigneti e savanaUna giornata di stacco per visitare il Capo di Buona Speranza, la famosa spiaggia di Boulders, popolata da centinaia di simpatici pinguini, e l’orto Botanico di Kirstenbosch, dove riusciamo a fare un’inaspettata e ottima degustazione di vini.
 
I due giorni successivi li dedichiamo alla scoperta delle Winelands, visitando alcune delle aziende più rappresentative, partendo proprio da quella più storica: Groot Constantia, Fondata nel 1685 (se non sono queste radici antiche…). Tra i vini in degustazione: il Muscat de Frontignan, il vino preferito di Napoleone.
 
Le degustazioni organizzate nelle aziende ci fanno viaggiare tra i diversi terroir Sudafricani dandoci così modo di apprezzare le diverse sfumature che ogni vitigno esprime in funzione del suolo su cui cresce. Come nel caso di De Grendel, dove proviamo i rossi del Ceres Plateau tra i quali c’è un interessante Pinot Nero, caratterizzato da una maggior intensità sia nel colore che nella struttura, con sentori di ciliegie mature e spezie, sicuramente distante da quelli prodotti nel vecchio mondo, ma altrettanto piacevole.
 
Da Beyerskloof facciamo una degustazione orizzontale dell’azienda, partendo da un semplice ma immediato Pinotage base fino ai più complessi e strutturati Cape Blend (che da disciplinare devono avere una percentuale di Pinotage superiore alle altre uve) scoprendo anche in questo caso le innumerevoli qualità di questo vitigno. Concludiamo la degustazione con un vino elegante ed equilibrato il Diesel (nome inusuale per un vino, scelto per ricordare il cane del proprietario dell’azienda), ottenuto solo da uve Pinotage.  
 
Tappa successiva: Idiom nell’ Helderberg Range, la parte più a Sud della regione di Stellenbosh, fondata nel 1999 dall’italiano Alberto Bottega, che ancora oggi la porta avanti insieme al figlio Roberto.
L’azienda è in posizione panoramica, a pochi km dal mare con alle spalle un massiccio granitico con i vigneti che si sviluppano in un’altitudine compresa tra i 200 e i 350 mt.
La produzione di Idiom comprende diversi blend in stile francese, ottenuti da vitigni internazionali ai quali si affiancano Sangiovese, Barbera e Nebbiolo, un ottimo omaggio alla terra natia.
Un’ulteriore nota positiva, con un po’ di orgoglio italiano, è che Roberto importa e distribuisce molti tra i più importanti vini italiani in tutto il Sudafrica.
 
Alla fine della giornata arriviamo da Spier, che oltre a produrre vini ha all’interno un ottimo resort con un ristorante. Ci viene servita una cena raffinata in abbinamento a vini di “vecchia annata” tra cui lo Chenin Blanc 21 Gables 2015 e il Frank’s Smit Red 2014, elegante taglio bordolese del 2014. Vini che dimostrano come l’evoluzione di queste bottiglie possa regalare grandi sorprese, in particolare per i rossi.
 
L’ultima azienda che visitiamo è Morgenster, rilevata nel 1992 dall’italiano Giulio Bertrand che decise di puntare alla massima qualità possibile, senza compromessi, chiamando Pierre Lurton di Château Cheval Blanc e Château d'Yquem per perfezionare i suoi tagli bordolesi.
Degna di nota è anche la produzione di olio EVO, nata da una collaborazione con l'Istituto dell'olio d'oliva di Perugia, che ha consentito l’importazione di 17 differenti varietà di olive appositamente selezionate, contribuendo alla creazione della cultura dell'olio d'oliva nel Sudafrica come la conosciamo oggi.
Come nel caso di Idiom, in azienda non manca un omaggio ai vitigni italiani. Si producono infatti vini a base Vermentino, Nebbiolo e Sangiovese; quest’ultimo molto interessante nella versione rosato.

 
Racconti di Viaggio / Sudafrica: tra vigneti e savana.
Racconti di Viaggio / Sudafrica: tra vigneti e savana.
Racconti di Viaggio / Sudafrica: tra vigneti e savanaFinita la parte delle Winelands ci dedichiamo a un altro spettacolo: quello della natura.
Ad Hermanus, sulla False Bay, a bordo di un’imbarcazione usciamo in mare aperto per l’avvistamento delle balene e siamo molto fortunati perché troviamo una mamma (18 metri) e un cucciolo (5 metri) che oziano tranquilli a poca distanza dalla la nostra barca.
 
Gli ultimi due giorni sono sicuramente i più emozionanti, quelli che, in qualche modo, saranno la causa del nostro “mal d’Africa”
Da Cape Town voliamo direttamente nell’area del Kruger National Park.
Ad attenderci un lodge elegante e confortevole nella riserva privata Kapama dove per due giorni alterniamo il pigro relax a bordo piscina ad emozionanti foto safari alla ricerca dei big five. Obiettivo centrato! Il primo (e fortunato) avvistamento è stato il leopardo, poi leoni, bufali, rinoceronti, elefanti, gazzelle giraffe e molti altri.
La sera, prima di rientrare al lodge, ci fermiamo per un aperitivo in una radura dalla quale possiamo ammirare gli splendidi colori dei tramonti africani.
 
Come tutti i bei viaggi anche questo è terminato, non resta che ringraziare i compagni con i quali ho avuto la fortuna di condividere questa esperienza.
 
Volendo fare un bilancio di questo viaggio, oltre ai 180 vini degustati, ai paesaggi, i profumi e i colori di questa terra, il pensiero che più rimane in mente è: tornare il prima possibile!
 
Racconti di Viaggio / Sudafrica: tra vigneti e savana.
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