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Il Messaggero di Martedì 28 Maggio 2019
Pubblicato il 28/05/2019
Vitigni salvati nelle terre del cinghiale

Siamo nell’alto casertano, nel cuore della Doc Casavecchia, un territorio in cui da sempre si pratica la caccia al cinghiale, tant’è che il nome dell’azienda deriva proprio da “verru”, appellativo dialettale del maschio del cinghiale. Questa bella realtà, è stata costituita una quindicina di anni fa da un gruppo di vecchi amici con il desiderio comune di tornare alle solide origini della loro terra. Impegno e investimenti sono stati dedicati alla rivalutazione del Pallagrello Nero e Bianco e del Casavecchia, vitigni che hanno rischiato l’estinzione e oggi invece protagonisti di una produzione di nicchia, ma di assoluta qualità, anche grazie alla gestione tecnica dell’enologo Vincenzo Mercurio che riesce a rendere nel calice una perfetta riproduzione delle peculiarità del territorio. Rubino con bagliori porpora, piacevoli profumi di rose rosse, ciliegie, mirtilli e chiodi di garofano anticipano una struttura morbida e ben bilanciata, fresca ed elegante.

Il Verro
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Il Messaggero di Martedì 28 Maggio 2019 / Il Verro
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