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Resveratrolo, illusione o realtà?
Pubblicato il 02/03/2012
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Alcuni enologi e molti produttori da qualche anno pongono l’accento sui benefici del consumo di vino come sorgente primaria di resveratrolo. Continuamente succede di assistere a servizi televisivi e di leggere articoli che stimolano a un consumo moderato ma costante di vino.

Credere di prevenire l’infarto o l’invecchiamento bevendo vino è però soltanto una grande illusione! Introdurre resveratrolo probabilmente aiuta ma un bicchiere di vino rosso al giorno non basta (neanche un litro!). Una bottiglia di vino rosso contiene in media 4-5 milligrammi di resveratrolo mentre il fabbisogno giornaliero per una prevenzione efficace è di circa 250-300 milligrammi. Per raggiungere tale quantità occorrerebbero diversi litri di vino al giorno che però sarebbero sufficienti a distruggere in breve tempo anche il fegato più resistente! C’è da dire inoltre che ad oggi la maggior parte dei benefici derivanti dall’assunzione di resveratrolo è stata verificata, non sempre in modo concordante tra tutte le ricerche effettuate, soprattutto su colture in vitro e meno sull’organismo umano.

 

Il resveratrolo è presente nella buccia degli acini dell’uva, in alcune bacche e semi oleosi (arachidi), nei pinoli e anche in molte piante come broccoli e cavoli. Nella medicina tradizionale asiatica si utilizza la pianta Polygonum Cuspidatum, medicamento popolare cinese e giapponese noto come “kojokon” particolarmente ricco di resveratrolo, per curare stipsi, problemi cardiaci ed epatici.

Il contenuto nel vino dipende dalla varietà di vite, dalla sua dislocazione geografica e dal tempo di macerazione delle uve. Nei vigneti coltivati ad altitudini più elevate il contenuto di resveratrolo è superiore, così come in quelli in cui c’è stata minore concimazione di tipo azotato; si è inoltre notato che la sua concentrazione è maggiore in presenza di malattie fungine o batteriche.

Il resveratrolo compare nel vino grazie alla sua estrazione dalle bucce degli acini durante la fermentazione alcolica, la successiva fermentazione malolattica è in grado di aumentarne ulteriormente la quota. Esso è perciò quantitativamente superiore nel vino rosso poiché nella vinificazione in bianco le bucce dell’uva vengono rimosse precocemente e raramente si procede con la fermentazione malolattica.

 

Le proprietà del resveratrolo, molecola di origine vegetale appartenente alla famiglia dei polifenoli, vengono studiate fin dal 1999, quando si è scoperto che esso riesce ad attivare l’attività del gene Sirt-1, implicato nelle dinamiche dell’invecchiamento. Il resveratrolo è infatti considerato un antiossidante, è attivo contro alcuni radicali liberi e impedisce l’ossidazione del colesterolo LDL (riduzione del rischio cardio-vascolare). Al resveratrolo vengono attribuite anche proprietà antinfiammatorie; alcuni ricercatori gli riconoscono proprietà antitumorali (ipotesi che, basandosi sulle ricerche attuali, è da considerarsi forse un po’ ottimistica); altri scienziati gli attribuiscono attività antiaggregante piastrinica effetto che sembra aumentato quando somministrato assieme al vino, evidenziando un’interessante interazione positiva con altre sostanze presenti in quest'ultimo.

Inoltre il resveratrolo, stimolando la produzione di collagene, dona tono e lucidità alla cute e contrasta i segni dell’invecchiamento. Una interessante ricerca dell’Università di Maastricht, pubblicata da Cell Metabolism, giunge a delle conclusioni per cui il resveratrolo riduce i fenomeni di ipertensione e la quota di glucosio nel sangue. Tutte qualità che però in un bicchiere di vino sono davvero al minimo.

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