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Centopassi, quando il vino profuma di lotta e di speranza
Pubblicato il 03/02/2012
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Alcuni giorni fa abbiamo avuto la fortuna di incontrare e degustare il Nero d’Avola “Argille di Tagghia Via” prodotto dalla Cantina Centopassi, vino dedicato alla figura e alla memoria di Peppino Impastato, politico e giornalista siciliano assassinato dalla mafia il 9 maggio dell'anno 1978.

La Cantina Centopassi, situata a San Giuseppe Jato in provincia di Palermo, è impegnata nella coltivazione dei terreni confiscati a Cosa Nostra in Sicilia e aderisce a Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie, realtà nata nel 1995 con l'intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia.

I “cento passi” sono quelli che separavano la casa di Peppino Impastato da quella del boss Tano Badalamenti, non una metafora ma l’effettiva distanza tra le due abitazioni, cosa che ha suggerito al regista Marco Tullio Giordana il titolo da dare al suo splendido film dedicato alla vita di Peppino, interpretato, tra l'altro, da uno straordinario Luigi Lo Cascio.

Giuseppe Impastato nasce a Cinisi (Palermo) il 5 gennaio 1948 da famiglia mafiosa. Nel 1976 fonda “Radio Aut”, radio libera autofinanziata attraverso cui, tramite la trasmissione satirica “Onda pazza”, denuncia il malaffare dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, soprattutto quelli del capomafia Gaetano Badalamenti. Peppino viene trucidato nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1978. Tano Badalamenti è stato riconosciuto mandante dell’omicidio e condannato all'ergastolo l’11 aprile del 2002.

Le scorbutiche argille sciolte e i picchi calcarei degli altopiani situati nell’Alto Belice corleonese hanno impresso potenza e decisione a questo Nero d’Avola in purezza, vino che non poteva non essere associato ad altri che alla forza e al carattere di Peppino.

Quanto coraggio traspare da quel rubino profondissimo e cupo...

Quanta dolcezza emerge insieme a quei teneri sentori floreali di viola e rosa, quanta ostinata fede accompagna quella potente vena fruttata, quanta rabbia si nasconde in quella viva mineralità che sa di mare, quanta speranza si sprigiona da quelle note così delicatamente speziate e balsamiche...

Quanto amore in quella piena e perfetta apertura gustativa, quanta vita accanto a quell’esuberante freschezza, quanto rigore accompagna la finissima trama tannica e la possente struttura, quanta dolce tristezza tra quei teneri ritorni fruttati e quanta lungimiranza in quella lunga persistenza...

“Fiore di campo nascesti dal grembo della terra nera, fiore di campo crescesti odoroso di fresca rugiada, fiore di campo moristi sciogliendo sulla terra gli umori segreti” (verso tratto dalla poesia “Ciuri di campo” scritta dai compagni di lotta di Impastato e messa in musica da Carmen Consoli).

 

Centopassi

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