Bibenda
Bibenda, per rendere più seducenti la cultura e l’immagine del vino.
Visualizza tutte le notizie
Intanto, in Alto Adige…
Pubblicato il 20/05/2016
Fotografia

Questo viaggio può cominciare dalla Puglia. Volo dal mio Salento verso l'estremo nord della penisola: uno dei paesi più belli dell'Alto Adige mi attende, Caldaro, a pochi km da Bolzano.

Qui, nella terra di mezzo tra Baviera e Veneto, ritrovo l'equilibrio perfetto tra le due culture.

Addio Spritz, è di casa Hugo!

Lingua, costumi e aria frizzante mi trasmettono i battiti di un luogo irripetibile caratterizzato da paesaggio molto suggestivo e ben conservato, agricoltura d'avanguardia, cucina e vini dalla forte impronta territoriale.

La preziosità del terreno, coltivato in ogni centimetro quadrato, si trasmette ai turisti che si sentono anch'essi rispettosi del territorio e di chi lo vive, lasciando le loro lussuose auto nei parcheggi di masi ed hotel per vivere il paesaggio a piedi ed in bicicletta.

Con gli occhi pieni di stupore, per questa natura maestosa e tanto diversa dai caratteristici vigneti, uliveti e macchia mediterranea tipici del Tacco d’Italia, giungo al lago di Caldaro, ristorante “Gretl am see”, per l'atteso appuntamento primaverile della “Piwi Südtirol”: degustazione dei vini resistenti .

La sala dell’elegante location accoglierà, in un pittoresco commiato del sole, tra calde penombre e calici di cristallo, un pubblico variegato di circa ottanta persone tra produttori ed appassionati attenti, tutti con un unico denominatore: la passione per il vino innovativo. Insieme scopriremo l’anima segreta di 5 spumanti e 20 vini fermi, accompagnati, per circa due ore, da una entusiasmante sequenza di profumi e colori.

Gli spumanti spiccano di propria personalità soprattutto per l'interpretazione del produttore.

Con mia grande soddisfazione sono seduta tra alcuni di essi e ho il privilegio di ricevere commenti in prima persona. Tutti prodotti molto freschi, fruttati e interessanti.

Nicola Del Monte (Filanda de Boron) con il suo Lauro mi stupisce con il sapore di basilico fresco e note leggermente speziate di nocciola ed aromatiche di moscato del Solaris.

Molto piacevole ed elegante il Naran, Johanniter in purezza di Pravis prodotto a bassa resa ad ettaro. Mi ricorda il Riesling renano con leggera mela verde e profumo intenso di miele.

Ma ciò che mi intriga di più è scoprire venti vini bianchi da vitigni resistenti, molti dei quali con livelli di anidride solforosa bassissima.

Mi appunto oltre la metà come vini dalla grande freschezza, pulizia e piacevolezza che comprerei volentieri. Le vendemmie 2015 sono grandiose con sentori netti di agrumi, frutta esotica e piacevolezza di sorso. Alcuni li sento un po' sottotono, ma scopro appena dopo che sono di annate precedenti.

Di maso in maso ottimi vini dai nomi curiosi e sconosciuti. Ed i risultati non mi stupiscono: Primus e Gratus di Santerhof si aggiudicano il vertice classifica con il produttore Campan di Bressanone ed il suo Paladin. Burgerhof, altro produttore di Bressanone, si distingue soprattutto per l'assemblaggio Johanniter- Solaris.

Non solo produttori singoli ma ben tre cooperative, Merano, Termeno e Cortaccia, credono in questo genere di prodotti e ben si classificano.

Tolti i produttori e pochi addetti ai lavori,per i più, i nomi dei vitigni sono dei grandi sconosciuti. Solaris, Bronner, Johanniter e Souvignier Gris. Mi racconta Domenico Pedrini (Pravis) che il Solaris è maggiormente indicato per i territori dai 600 metri in su, con appezzamenti addirittura oltre i 1000 metri di altitudine. Il Bronner è forse il vitigno più adatto alle terre più basse. Ad occhi chiusi mi ricorda uno chardonnay con note fruttate di mela, pera, ananas e pompelmo.

Grande mattatore della serata è Werner Morandell (Lieselehof) quasi inavvicinabile, L'uomo che ha portato in questo territorio vocato al Bio quello che lui stesso ama definire l'unico vero Bio, cioè la coltivazione dei vitigni resistenti su larga scala. Mi racconta con entusiasmo la sua vita spesanella ricerca di vitigni dalla forte resistenza alle malattie della vite e nella continua sperimentazione. Mi garantisce che l'uso dei pesticidi e fitofarmaci in genere sia ormai obsoleto nella viticoltura moderna. Vorrei stare di più con lui, mi piacciono gli idealisti, ma questa volta mi accontento di leggere il suo libro. Mi presenta il suo Clarice, arrivato primo tra gli spumanti, con gli stessi occhi lucenti con cui mi presenta i suoi due figli. Un vino straordinario dalla grande cremosità vellutata che permane a rallegrare le mie papille curiose. Ciliegina sulla torta: sfioriamo la soglia del “senza solfiti aggiunti”!

Una piacevolezza di vini che mi fa sorgere una domanda: “Non state pensando ad una Igt o ad una Doc?’’ Mi risponde con un sorriso Nicola: “Siamo partiti da pochi mesi e siamo in tre! Abbiamo fatto un marchio e stiamo raccogliendo soci... vedrai che presto sentirai parlare di Green Mountain Wines”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA