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Paesaggio Soave
Pubblicato il 15/04/2016
Fotografia

La doc veronese del Soave è la prima in Italia ad ottenere il riconoscimento di Paesaggio rurale di interesse storico entrando a far parte del Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali.

Ma di che cosa si tratta esattamente? Il riconoscimento, istituito dal Ministero delle politiche agricole e forestali con decreto ministeriale n.17070 del 19 novembre 2012, interessa porzioni di territorio classificato come rurale che, pur continuando il proprio processo evolutivo, conserva evidenti testimonianze della propria origine e della propria storia, mantenendo un ruolo nella società e nell’economia; l'uomo viene considerato come artefice principale nel mantenimento della biodiversità e nella conservazione del paesaggio e non più un soggetto che ne turba l'eco sistema. 

Dopo aver analizzato 123 zone produttive dell’agroalimentare italiano, e dopo aver considerato 35 candidature, con la dicitura Le Colline vitate del Soave l’Osservatorio nazionale del paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali, istituito col medesimo decreto, ha accolto la canditura della denominazione veronese che, assieme al Conegliano Valdobbiadene e al Parco Rurale del Paesaggio Appenninico di Moscheta, entra nel registro dei paesaggi nazionali considerati patrimonio storico-rurale d’Italia.

«Si tratta di un grande risultato per la denominazione del Soave – spiega Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio di tutela - che si vede riconosciuta a livello nazionale la primogenitura quale comprensorio vitato storico. Questo riconoscimento – prosegue Lorenzoni -  oltre che sottolineare una valenza ambientale storicizzata ed immutabile, pone le basi per un nuovo approccio soprattutto da parte del legislatore per una ridefinizione degli strumenti di sostegno per la viticoltura in areali tanto particolari ed estremi. L’auspicio è che nell’immediato futuro si possano mettere a disposizione dei viticoltori di collina opportunità di finanziamento specifiche per questi territori».

Nella zona classica del Soave, sono stati individuati 1700 ettari collinari, microparcellizati, coltivati secondo le tecniche della viticoltura eroica. Risale al 1816 la prima mappa, tratta dal catasto napoleonico, che censisce i vigneti del Soave, sulla base della quale poi nel 1931, con Regio Decreto è stata istituita la prima denominazione italiana. In questa zona – percepita come isola non urbanizzata nella campagna veneta - sono ancora tuttora presenti elementi di edilizia storica, capitelli votivi, forme di allevamento come la pergola, muretti a secco e vigneti di oltre 100 anni, ancora produttivi.

Un paesaggio rurale la cui valenza storico-rurale, insieme all'omonimo piccolo borgo medievale con tanto di castello, vale almeno un week end all'insegna dell'enogastronomia e del relax.

 

 

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