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Beati i Bianchi
Pubblicato il 26/02/2016
Fotografia

Nel comprensorio amministrativo di Loreto Aprutino, antica terra dei Vestini, le colline costellate di uliveti da cultivar Dritta (anche detta Loretana) e pettinate a vite nei suoli calcareo argillosi ben esposti, si susseguono dolcemente digradando verso il mare. Il piccolo Borgo medioevale fa da scrigno alle collezioni delle ceramiche di Castelli, virtuosa passione del Barone Giacomo Acerbo.



I sette ettari di vigneto a Montepulciano impiantati nel 1972 ed ereditati da Adriana Galasso sono stati il “pretesto” per godere di una vita diversa, scandita da ritmi lenti ma intensi, in un territorio vocato alla coltivazione della vite e dell’ulivo e controllato a distanza dalla silente presenza del Gran Sasso. A soli 20 chilometri le coste pescaresi si irraggiano del riverbero della luce riflessa dall’Adriatico nel ricordo acre della salsedine.


Parliamo dell’azienda Torre dei Beati, ma non cercatela riferendovi al suo nome; non troverete né la torre né tantomeno l’insegna che la raffigura. L’appellativo è stato suggerito da un affresco del Giudizio Universale risalente al 1430 che si trova all’interno della Chiesa di Santa Maria in Piano nel piccolo centro di origine longobarda. Una siepe, che separa due attigue proprietà rurali, è il riferimento da seguire abbandonata la strada nei pressi del bivio del paese. A sinistra, i nuovi impianti di Pecorino, messi a dimora nel 2004 e allevati a Guyot, vi condurranno in cantina. La struttura concretizza dal 2006 il sogno di due giovani viticoltori mossi dall’amore per la terra abruzzese e dalla passione per il vino. Fausto, marito di Adriana, giovane ingegnere ormai in congedo per scelta di vita, ci accompagna in cantina dopo una breve sosta sul terrazzo che copre il locale dedicato all’affinamento; da lì ci indica i confini dei suoi progetti, tutti rivolti al mantenimento delle caratteristiche territoriali dei suoi vini. La conduzione dei vigneti è da sempre in regime biologico. I due Montepulciano d’Abruzzo Mazzamurello e Cocciapazza incantano il palato per equilibrio, eleganza e disponibilità al sorso, senza voler fare il verso alla potenza espressiva dei vini delle Colline Teramane.

Ma Torre dei Beati alla ricerca di una “via di fuga verso la freschezza” punta ad esaltare le caratteristiche del vitigno a bacca bianca a lungo testimone  incompreso della viticultura abruzzese che, negli anni, ha affermato la sua diversità ampelografica nei confronti del Bombino bianco e del Trebbiano toscano. I nuovi impianti di Trebbiano, messi a dimora nel 2008, oggi permettono di godere di un bianco sottile ma solare, con un corredo olfattivo introverso, appena incoraggiato da un breve passaggio in legno di acacia. Parliamo del Trebbiano d’Abruzzo Bianchi Grilli per la Testa 2014, messaggero del progetto bianchista dell’azienda volto a dare voce a vini mai scontati e ricchi di carattere.

Il colore verdolino sfuma nell’oro. I profumi divagano tra richiami di salvia, melissa e più dolci sensazioni di miele di acacia e pistilli di zafferano. La nota minerale lo pervade come a sottolinearne l’identità territoriale. Il sorso, esaltato dalla freschezza, allunga elegante sulle note sapide amplificando la persistenza gustativa e indirizzando la percezione sensoriale verso l’immagine di un fornito mazzetto aromatico.


Torre Dei Beati
C.da Poggioragone, 56
65014 Loreto Aprutino PE 
Tel. 085 4916069
info@torredeibeati.it
www.terradeibeati.it

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