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L’uva fa sempre bene
Pubblicato il 15/01/2016
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Fin dall’antichità si sapeva che le proprietà dell’uva erano innumerevoli: porta numerosi benefici per la salute, infatti tratta la costipazione, l’indigestione, la stanchezza, i disturbi renali, i disturbi cardiocircolatori, le patologie cutanee, la degenerazione maculare e previene la cataratta. Da poco si è invece evidenziato le proprietà curative dell’uva sulle cellule cancerogene e sulla tossicità della chemioterapia. In realtà, originariamente l’idea del trattamento del cancro mediante l’utilizzo del Resveratrolo dell’uva, risale al 1925, quando Johanna Brandt, una dietista del Sud Africa, dichiarò che fu in grado di curare se stessa da un cancro dello stomaco, sottoponendosi alla “dieta dell'uva”. Aprì quindi nel 1928 l'Harmony and Healing Centre a New York City, ma fu subito accusata di praticare medicina senza autorizzazione. In effetti l’uva è ricca di vitamine A, C, B6 e Folati, oltre a minerali essenziali come Potassio, Calcio, Ferro, Fosforo, Magnesio e Selenio. Nell'uva sono anche presenti i Tannini ed i Flavonoidi, questi ultimi sono antiossidanti molto potenti: possono ridurre i danni causati dai radicali liberi e rallentare l’invecchiamento cellulare. E proprio i Tannini ed i Polifenoli hanno dimostrato di essere capaci di ridurre gli effetti collaterali e aumentare l’efficacia della chemioterapia.

La chemioterapia è il trattamento più praticato ed efficace nella cura del tumore, nonostante i suoi innumerevoli effetti collaterali. L’obiettivo terapeutico quindi diviene duplice: quello di ridurre al minimo questi effetti avversi e, di conseguenza, riuscire anche ad aumentare l’efficacia della cura e quello di combattere le cellule cancerogene. Tale obiettivo trova una risposta nei semi d’uva che, secondo uno studio dell’Università di Adelaide (Australia), contengono delle sostanze attive utili, sia per la cura del cancro sia della cura degli effetti collaterali della chemioterapia. Secondo tale studio, la dott.ssa Amy Cheah e colleghi, hanno voluto appunto dimostrare che gli estratti di semi d’uva hanno proprietà antinfiammatorie ed anticancro: per cui se ne ottiene un doppio beneficio: “Questo - spiega Cheah - è il primo studio a dimostrare che i semi d’uva possono aumentare la potenza dei farmaci chemioterapici nella loro azione contro le cellule tumorali del colon. La ricerca ha anche mostrato che in studi di laboratorio il vinacciolo assunto per via orale ha ridotto in modo significativo l’infiammazione e i danni ai tessuti intestinali causati dalla chemioterapia, e non ha avuto effetti dannosi sulle cellule non tumorali”. “A differenza della chemioterapia - aggiunge la Cheah - il vinacciolo sembra agire selettivamente sulle cellule tumorali, lasciando le cellule sane quasi inalterate. I nostri studi sperimentali hanno dimostrato che l’estratto di semi d’uva riduce l’infiammazione e il danno indotto dalla chemioterapia e ha contribuito a proteggere le cellule sane nel tratto gastrointestinale”.

Lo studio, pubblicato su PLoS One, è stato condotto in laboratorio su colture di cellule tumorali del colon su cui sono stati testati gli effetti di un estratto di semi d’uva, che è un sottoprodotto della vinificazione. Nello specifico, sono stati utilizzati tannini estratti dai semi d’uva liofilizzati e in polvere. I risultati dei test hanno dimostrato che l’estratto di semi d’uva non ha causato effetti collaterali sull’intestino sano (a concentrazioni fino a 1.000 mg); soprattutto esso ha diminuito sensibilmente il danno intestinale da chemioterapia ed ha favorito una diminuzione dell’infiammazione indotta dalla chemioterapia fino al 55% e, infine, ha aumentato del 26% gli effetti inibitori della chemioterapia sulla crescita delle cellule cancerose del colon. Successivamente, l’argomento è stato approfondito con altri due studi, il primo è stato pubblicato sulla rivista Carcinogenesis, il secondo invece è stato pubblicato sulla rivista Cancer Letters: anch’essi mettono in evidenza le proprietà antitumorali dei semi d’uva, distruggendo le cellule cancerogene e lasciando intatte quelle sane. Sono stati condotti dai ricercatori del Cancer Centre presso l’Università del Colorado (Usa), che hanno utilizzato un estratto di semi d’uva che hanno chiamato GSE. Questa sostanza pare possa creare le condizioni sfavorevoli alla crescita cellulare e, nello specifico, è in grado di danneggiare il Dna delle cellule tumorali e bloccare i percorsi di un’eventuale riparazione. Le cellule sane, che invece erano in grado di non rispondere ai danni del Dna, restavano intatte.

Il primo studio si è concentrato in particolare sul tumore di testa e collo. I test sono stati condotti su modello animale e su linee di cellule coltivate in laboratorio. Dopodiché è stato effettuato il secondo studio per testare sempre l’estratto di semi d’uva, stavolta per testare se esso sia efficace nell’inibire la crescita delle cellule tumorali del colon-retto. Molly Derry ha dichiarato: “Sappiamo da tempo che  i composti bioattivi d’estratto di  semi d’uva colpiscono selettivamente  molti tipi di cellule tumorali. Questo studio dimostra che molte delle stesse mutazioni che permettono alle cellule del cancro del colon-retto di metastatizzare  e sopravvivere alle terapie tradizionali, sono  particolarmente sensibili al trattamento con GSE (estratto semi di uva)”. “Le cellule tumorali - spiega il dottor Rajesh Agarwal, coautore dello studio - sono cellule in rapida crescita. Non solo, ma devono necessariamente crescere in modo rapido. Quando esistono le condizioni in cui esse non possono crescere, muoiono”. Visti i risultati e l’osservazione, che non vi sono stati casi di tossicità negli animali oggetto dello studio, i ricercatori intendono proseguire con gli studi clinici per poter ottenere ulteriori conferme dell’efficacia da parte del GSE. Questo estratto, una volta confermate le potenzialità, potrebbe essere utilizzato come opzione, in seconda battuta, per trattare i tumori di testa e collo che non hanno risposto ai trattamenti tradizionali. Dopo questi studi di gran rilievo in ambito oncologico possiamo affermare ancora una volta che un bicchiere di vino rosso a tavola può sostenere la nostra salute; ma i modi di assumere l’uva e i suoi nutrienti sono svariati: dal succo alla centrifuga, fino alla semplice uva da tavola.

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