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I Musei del Cibo: nuove prospettive di arte
Pubblicato il 15/05/2015
Fotografia

Il paesaggio svela solo a chi lo sappia osservare attentamente la sua indole più profonda, quel suo saper essere l’anima territoriale di un cibo o di un piatto. Ed è, infatti, il momento del pasto - che sia consumato in pochi minuti o secondo i ritmi scanditi dalla lenta convivialità - a rappresentare un rito, sia per chi consuma, sia per chi degusta. Sono gesti addirittura capaci di tradire le intime origini delle consuetudini tramandate di generazione in generazione che, per quanto ripetuti quasi meccanicamente nella routine quotidiana, custodiscono l’essenza della cultura enogastronomica. Di quel ricco patrimonio, fatto di un “mangiare geografico”, unicità e vanto del nostro Paese.

Con la finalità di tutelare questa ricchezza nasce, nel 1999, il progetto dei Musei del Cibo, voluto dall’Amministrazione Provinciale di Parma, per creare luoghi d’interpretazione a cavallo tra il passato, del quale raccontano la storia, e il futuro, del quale costituiscono le fondamenta. Molto più che mere strutture dedicate all’esaltazione delle eccellenze alimentari, si presentano come un percorso lungo il quale il territorio e l’arte del fare cibo si fondono armonicamente, grazie alla storicità che guida il visitatore alla scoperta di quell’area oggi nota come Food Valley italiana. I musei (del Parmigiano Reggiano, del Vino, della Pasta, del Pomodoro, del Prosciutto e del Salame) custodiscono, dunque, i segreti del territorio su cui insistono, narrati attraverso oggetti di diversa fattura, figli di quell’artigianalità che, in queste zone, è sempre stata  forza trainante dell’economia. Ogni museo è una biografia di siti senza tempo che non si limita a riesumare il trascorso del Parmense, ma mira a fare di ciascun prodotto il paladino e l’ambasciatore della cultura “locale”. Una cultura che, non sconfinando negli eccessi di un campanilismo poco costruttivo, diventa la quintessenza di quel pollulare di piccoli paesi, di stili di vita e delle memorie di un popolo. E si veste, così, di quell’alea che, tra realtà e leggenda, avvolge i pendii di quest’angolo d’Italia: capitale di un piccolo ducato, stretta tra i domini della Lombardia e pontefici, Parma ha attinto dalle genti in viaggio lunga la via Francigena usi e costumi sapientemente reinterpretati in chiave nazionale.

Ed ecco allora che ciascun museo diventa il risultato e l’indizio di un mosaico paesaggistico che ha ancora il sapore dell’iconografia dei maestri affinatori, dei casari, dei conciatori… Sono tappe di un itinerario alla ricerca di un know-how maturato nel corso di secoli: il fascino del Casello Ottocentesco all’ombra della Rocca di Soragna è il regno del “mitico” Parmigiano Reggiano; la Corte benedettina (del XIII secolo) di Giarola è sede dei musei della Pasta e del Pomodoro; il Castello di Felino, invece, è la cornice ideale per raffigurare la storia del Salame; la Rocca di Sala Baganza diventa una cantina all’insegna della storia della vitis vinifera, mentre Langhirano è per antonomasia la capitale del Re dei Prosciutti. Come una sinestesia, questo breve viaggio tra terroir regala emozioni che solo la scarsa curiosità può non cogliere e relegare alla sfera dell’invisibile.

Musei del Cibo
Piazzale della Pace, 1 
43121 Parma
Tel. 0521 821139 
www.museidelcibo.it

 

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