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Aglianico di Paestum, uno sguardo sul Cilento
Pubblicato il 17/04/2015
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A volte capita di imbattersi in alcune realtà vinicole emergenti ancora poco conosciute, che con grandi sacrifici perseguono un’idea di qualità che richiede impegno e dedizione quotidiana. L’azienda agricola Belrisguardo è una di queste. Ci troviamo a Bellosguardo, un piccolo comune nel Parco Nazionale del Cilento a 550 metri di altitudine. Qui il giovane professore di latino Roberto Fusco, insieme ad alcuni amici riesce a mettere in pratica quest’idea molto interessante di coltivazione a regime biologico e di valorizzazione dei vitigni autoctoni della zona. Cruciale è stato l’incontro con l’enologo Marco Moccia, grande appassionato di uve Aglianico, il quale dà inizio ad una sperimentazione a partire da alcuni antichi ceppi mantenuti in vita sui terreni di proprietà dell’azienda. Sono così stati recuperati i cloni di due vitigni locali appartenenti a tipologie di uve Aglianico date in letteratura per scomparse da inizio Novecento. Questo straordinario vitigno giunge nel Cilento, presumibilmente, tra il VII-VI secolo a.C. trasportato lungo le antiche rotte dell’ossidiana. L’Aglianico è un vitigno molto esigente che predilige le aree collinari di origine vulcanica e soffre le temperature troppo alte. Si caratterizza con una fase di invaiatura e di maturazione tardiva e porta in eredità un corredo polifenolico contraddistinto da tannini difficili da addomesticare, a secondo dell’interpretazione che se ne fa può donare vini anonimi o assolute eccellenze. Il Cilento (patrimonio dell’umanità Unesco) lo accoglie come un figlio e gli regala un patrimonio pedoclimatico perfetto molto più simile a quello lucano che a quello campano, questa zona infatti era parte della Lucania occidentale in passato e ne conserva usanze e cultura. Oggi il Parco Nazionale del Cilento si sviluppa su 181.000 ettari concentricamente intorno al Monte della Stella fino a raggiungere le zone costiere. I suggestivi paesaggi risentono delle forti attività tettoniche del passato e sono caratterizzati dai classici Flysch sulla zona costiera (fitta stratificazione di rocce) mentre nell’interno prevalgono le formazioni di roccia calcarea e numerosi massicci carbonatici fortemente segnati dai fenomeni carsici e dall’erosione dei torrenti dando vita ad un affascinante quadro lunare. I vigneti di Belrisguardo, 4,5 ettari in totale, sono esposti a Sud-Est in un microclima molto favorevole. Gli impianti sono relativamente giovani e nascono su terreni argillosi- calcarei di origine vulcanica, il primo impianto risale al 2004 e la prima vendemmia al 2009. Per diserbare si usa la vanga e per concimare solo materie a base organica. In cantina gli interventi sono ridotti al minimo indispensabile; le filtrazioni praticamente assenti mentre zolfo, rame e bisolfiti sono ben al di sotto dei livelli previsti dai disciplinari( la SO2 solo 25mg/l). Osservando il lavoro di questi ragazzi si intuisce quanta passione sia necessaria per avviare un’azienda vinicola oggi; i primi sbancamenti di terreno, le prime sperimentazioni, i primi impianti e le diatribe burocratiche basterebbero a dissuadere chiunque non fosse armato di grande pazienza e lungimiranza, anche perché i frutti del proprio lavoro purtroppo sono gli ultimi ad arrivare. Le due etichette dell’azienda, prodotte in regime biologico, sono Argylos e Le Maute; entrambi vinificati al 100% da vitigni autoctoni sub-cloni dell’Aglianico.

L’Argylos si ottiene con 12 giorni di fermentazione alcolica e 12 mesi in barrique di rovere e castagno, un passaggio in acciaio, 6 mesi di affinamento in bottiglia, circa 5000 le unità prodotte. Nell’annata 2011 si presenta con un color rubino molto compatto, segue una nuance di profumi che si snodano sulle percezioni di frutta matura, frutti di bosco, prugna, amarena. Notevole la componente minerale. Un accenno di spezia, cacao, liquirizia. Il sorso è coinvolgente e vellutato, il tannino è gestito egregiamente. Chiude una lunga nota sapida e fruttata che trova corrispondenza con l’olfatto.

Le Maute viene prodotto con il 100% di uve Aglianico di Taurasi e del Vulture, 18 giorni di fermentazione, 16 mesi di legno, stabilizzazione in acciaio e successivo affinamento in bottiglia per 12 mesi. 5000 unità anche per Le Maute. L’anno 2011 tinge il calice con un cremisi impenetrabile. Intenso nei profumi che regalano un ampio bouquet da scoprire senza fretta. Seducenti aromi fruttati con note scure di terra umida e humus. Legno nobile, spezie e tabacco adagiati sulla direttrice balsamica. Elegante e carnoso al palato, freschezza e sapidità ben bilanciano il 14% di alcol. Trama tannica fine ed esuberante. Il vino pronto e scalpitante, già godibile appieno, lascia intuire la possibilità di ottime soddisfazioni aspettandolo qualche anno.

Belrisguardo 
Località Sant’Antuono
84020 Bellosguardo (SA) 
Tel. 345 2511691
www.belrisguardo.it
info@belrisguardo.it 

 

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