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Incontro con un Nebbiolo del nord
Pubblicato il 30/01/2015
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Il vitigno Nebbiolo è padre di un vino il cui solo nome evoca prestigio, autorevolezza, austerità,vette qualitative nel mondo. Stiamo parlando del Barolo, naturalmente, affiancato dal suo parente più stretto, il Barbaresco, entrambi Signori delle Langhe. Di sicuro l’uva rossa italiana più pregiata ed esigente che, come il Pinot Nero, perde le sue peculiarità uniche di finezza ed eleganza se allevato fuori dai territori che, possiamo dire, si è scelto da solo: le zone intorno ai comuni di Barolo e Barbaresco (Piemonte), la Valtellina (Lombardia) dove prende il nome di Chiavennasca , la Valle d’Aosta, dove è chiamato Picoutener e, tornando in terra piemontese, nelle terre del Nebbiolo del nord Piemonte, dove assume il nome di Spanna. Una realtà, questa, che comprende i territori di quattro province: Biella, Novara, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola, una zona di paesi e cittadine di antichissima tradizione agricola dove il Nebbiolo - il cosiddetto Nebbiolo del nord - dà vita alle prestigiose Docg Ghemme e Gattinara e alle Doc Lessona, Boca, Bramaterra, Fara, Sizzano, Colline Novaresi e Coste della Sesia, talvolta in purezza, altre in blend con Vespolina e Uva Rara (Bonarda di Gattinara). Ma il Nebbiolo è il re incontrastato anche in queste versioni territoriali, dove si esprime con un’eleganza innata, con quella idea del vino che annuncia, quasi sussurrando, nobiltà, longevità, discrezione, raffinatezza e solidità. I vini da Nebbiolo sono davvero figli del loro territorio, che ne segna ineluttabilmente e felicemente il Dna.

Dunque un Nebbiolo, quello di cui parliamo, lontano dalla ribalta chiamata Barolo e, un passo indietro, Barbaresco, ma molto caro ai piemontesi, gente dai saldi e profondi legami con il proprio territorio. L’incontro con il Nebbiolo del Nord del Piemonte è con il Gattinara Docg Travaglini Tre Vigne, prodotto da Cinzia Travaglini con il marito Massimo, winemaker (nella foto con i loro figli), solo nelle migliori annate. L’azienda vitivinicola Travaglini, situata nel cuore delle colline di Gattinara, possiede 59 ettari di cui 44 coltivati a vigneto. La forma di allevamento è il guyot semplice, con 3.500-5.000 ceppi e rese di 70 quintali per ettaro, tecniche in vigna che già da sole possono anticipare molto sulla qualità. I terreni aziendali sono rocciosi, ricchi di sali minerali di ferro, che conferiscono loro il tipico colore rossiccio. La produzione, di tipo familiare e sempre orientata ad una qualità di altissimi livelli, vede il vitigno Nebbiolo esprimersi nel Gattinara Docg, nelle prestigiose versioni Tre Vigne e Riserva, di grande struttura e longevità, e nel Nebbiolo Doc Coste della Sesia, un vino giovane, fruttato, di pronta beva; è previsto anche un vino da tavola, denominato Cinzia, l’unico che aggiunge al nebbiolo un 5% di uve Bonarda e Vespolina. Sono presenti anche due tipologie di “vini da uve stramature”, Il Sogno e L’Altro Sogno, sempre da Nebbiolo in purezza che, con il loro elevato residuo zuccherino, regalano note di amabilità e morbidezza.

Il Gattinara Tre Vigne 2008 è così chiamato, nelle parole di Cinzia Travaglini, “perché deriva dalla selezione di uve Nebbiolo di tre vigneti storici, in cui ciascuno di essi contribuisce con delle caratteristiche territoriali uniche, che si fondono in un vino intrigante, avvolgente, di buona struttura ma anche di facile beva. Il 2008 è splendido, una grande annata di cui oggi è il momento migliore per iniziare a degustarlo, dopo un anno e mezzo di affinamento in bottiglia, ma è in salita ancora per diversi anni”. Aggiungiamo intanto alcuni dati tecnici: vinificato in acciaio inox per 15 giorni a temperatura controllata, con affinamento di 40 mesi di cui 30 in botti di rovere di Slavonia ed il 20% per 10 mesi in legni più piccoli; segue un affinamento in bottiglia di almeno 8 mesi. Il vino si mostra nel calice rosso granato intenso. Al naso affiorano ampie sensazioni fruttate di frutti rossi e neri ben maturi, quasi in confettura, more, prugne, mirtilli. Seguono le tipiche note floreali di viola, poi tamarindo, liquirizia, cacao, china e una nota ferrosa. Sentori speziati e balsamici si avvertono mentre il vino continua ad aprirsi nel bicchiere. All’assaggio, il liquido granato è avvolgente, i tannini sono solidi e ben integrati in un insieme di piacevole e sostenuta freschezza, per giungere ad un finale sapido,con una leggera vena ammandorlata. Un sorso pieno, appagante. Un vino che può ben esprimersi ancora a lungo, come ci ricorda chi lo produce. L’abbinamento è stato con pecorino dolce semistagionato, un risotto Carnaroli ai porcini sfumato al Gattinara e una faraona ripiena arrosto. Cinzia Travaglini lo consiglia anche come piacevole aperitivo o per un dopo cena con qualche amico ed una buona fetta di gorgonzola.

Travaglini
Via delle Vigne, 36 
13045 Gattinara (VC)
Tel. 0163 833588 
www.travaglinigattinara.it
info@travaglinigattinara.it

 

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