Bibenda
Bibenda, per rendere più seducenti la cultura e l’immagine del vino.
Visualizza tutte le notizie
Cesanese mon amour
Pubblicato il 03/10/2014
Fotografia

L’incontro è con Mauro De Angelis, nell’azienda Principe Pallavicini, di cui è direttore. Siamo a Colonna, provincia di Roma, in un territorio baciato da Dio, sulle colline vulcaniche situate a sudest di Roma, nell’area dei vocatissimi Castelli Romani. La famiglia Pallavicini è una delle più antiche della nobiltà romana, presente in queste zone già dalla metà del Seicento; dedita ad attività economiche e finanziarie, vanta tre secoli di esperienza nella produzione vinicola, da sempre convinta delle straordinarie potenzialità enologiche di queste terre. A partire dagli anni Ottanta, con il contributo di Mauro, che ha nel curriculum un’esperienza settoriale in Piemonte, avvia un progetto di rinnovamento che aggiunge, alla storica cantina di Colonna e agli splendidi vigneti di Marmorelle e Pasolina, alcune vigne sulla costa laziale di Cerveteri. L’ambizione aziendale è quella di produrre vini di assoluta qualità in un territorio suggestivo, unico e di straordinaria vocazione vinicola. Circa 80 ettari di vigneto, quasi tutti nella tenuta di Colonna, dove si allevano soprattutto a guyot e col tradizionale cazenave malvasia puntinata, malvasia di Candia, Greco, Grechetto, Trebbiano, Semillon, Bombino e, tra le uve a bacca nera, Sangiovese grosso, Cesanese, Syrah, Merlot, Petit Verdot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Suoli intessuti di “vulcanicità” e mineralità, ricchi di potassio, calcarei, argillosi, drenati, qui adagiati su colline fino a 300 metri s.l.m. Il clima è quello famoso di Roma, su queste colline arriva la brezza tirrenica e soffia il “ponentino” ed il microclima presenta le forti escursioni termiche di cui ritroviamo gli effetti nei profumi spesso splendidi di questi vini.

La realtà di Principe Pallavicini meriterebbe una visita, ed un resoconto, più approfonditi, ma facciamo in tempo ad ammirare i grappoli di Grechetto lasciati ancora a maturare (siamo a fine settembre) in ordinatissimi guyot, lo splendido impatto visivo della Pasolina, una collina di vigneti terrazzati dominata dai resti di un’antica torre, che, da sola, fornisce le uve per Casa Romana, il Rosso Igt Lazio fatto con 60% Petit Verdot e 40% Cabernet Franc. La nuova cantina di imbottigliamento, gli uffici, la sala di degustazione ed il punto vendita si trovano all’interno di un’antica Osteria della Posta, un edificio risalente alla fine dell’800 situato sulla Via Casilina, mentre, poco distante, tra le vigne, nella tenuta di Marmorelle, si trovano la bottaia, la barricaia e le antiche grotte dove avviene l’affinamento in bottiglia. In questa parte della tenuta si gode di una vista che non esitiamo a definire mozzafiato: gli antichi edifici giallo ocra emergono dal verde e, tutt’intorno, le fiorenti colline laziali; un pezzo di strada romana affiorante sul sentiero, due torchi, di pietra e di peperino, di epoca pre e post cristiana e, nelle grotte, alcuni resti di un antico fasto di notevole interesse culturale, come lapidi, incisioni e persino, incastonato nelle pareti della grotta, un pezzo di pavimento che ha visto altre antiche storie. La gamma dei vini aziendali è variegata: bianchi, tra cui domina il pluripremiato Poggio Verde, Frascati Superiore Docg, 70% malvasia del Lazio (malvasia puntinata), 30% Greco e Grechetto, poi lo Stillato, Igt Lazio, vino passito da Malvasia Puntinata in purezza, raccolta manualmente a fine ottobre dopo appassimento in pianta di 30 giorni, di limitata produzione. Citiamo, ancora, il Soleggio, Igt da Cabernet Sauvignon  e la nuova Doc Roma, da malvasia puntinata, il 1670, da Malvasia Puntinata e Semillon. In tutti i vini degustati, ognuno nella sua peculiarità, ritroviamo la mineralità tipica offerta dal territorio e le note salmastre portate dalla costa etrusca dei vigneti di Cerveteri. L’assaggio più attento lo dedichiamo però all’Amarasco, Igt Lazio Cesanese 100% (in vari cloni) perché, in una zona famosa per i vini bianchi, colpisce piacevolmente il profumo di questo vino, che ci aspetteremmo, ad un facile pensiero, nella vicina, ma diversa, Ciociaria. Uve raccolte manualmente, con cernita, a fine ottobre, vinificazione con frequenti délestage e 12 mesi in botti di rovere prima dell’affinamento in bottiglia. Il risultato è un vino dal colore rubino intenso con lievi riflessi granati, concentrato. Al naso affiorano le caratteristiche note speziate di noce moscata, floreali di rosa rossa leggermente appassita, di piccoli frutti neri maturi ed erbe officinali, menta e cioccolato, liquirizia. In bocca è morbido, caldo, sapido, sorretto da giusta vena acida, comunque avvolgente, dai tannini quasi sferici, di grande forza e persistente. Abbinabile a carni rosse e a formaggi stagionati, ma anche un interessante vino da meditazione. 

Terre dei Pallavicini 
Via Roma, 121
00030 Colonna (RM)
Tel. 06 9438816
www.terredeipallavicini.com 
info@terredeipallavicini.com

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA