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Il Greco di Vignanello, storia e tradizione
Pubblicato il 03/10/2014
Fotografia

Antiche rupi con borghi millenari, gole profonde ed impervie. Un paesaggio unico ed inconfondibile dove il verde dei boschi si confonde con il grigio del peperino e il color ocra del tufo. Opere rupestri e memorie di civiltà lontane. La Tuscia Viterbese affascina e suggestiona. In questa terra forgiata da antiche eruzioni emerge il profilo del Monte Cimino ricco di faggete e castagneti, avanzi della fittissima Silva Ciminia tanto temuta dagli eserciti dell’antica Roma. Più in basso, sui fianchi di dolci colline dove oggi abbondano ulivi e pregiate culture di noccioli, incontriamo anche la vite che in questa zona ha una storia antica. Una vicenda che possiamo ripercorrere visitando, tra gli altri pittoreschi borghi, Vignanello e il suo comprensorio. Siamo a circa 70 km a nord di Roma, alle falde orientali dei Monti Cimini, a circa 370 m s.l.m. La presenza della viticoltura in questo territorio è attestata già in tempi lontani come documenta il ritrovamento nella necropoli vignanellese del Molesino di uno “stamnos” falisco a figure rosse con Dioniso e Oinopion risalente al IV secolo a.C. L’importanza della viticoltura è confermata intorno al 1500 dagli Statuti locali e, più avanti, sotto la Stato Pontificio, da varie opere e saggi dell’epoca. La diffusione della vite è tale che il nome originario Iulianellum si trasforma, con il passare del tempo, in Vignanello. L’uva entra in maniera prepotente anche nella iconografia locale: grappoli sono così raffigurati nelle decorazioni della Chiesa Collegiata, nello stemma dei Ruspoli e, da ultimo, anche in quello del Comune. Il vino di questa zona richiama l’attenzione di Gioacchino Belli e, a seguire, di Hans Barth, che nei primi anni del novecento definirà il Vino di Vignanello “divino Vignanello deliziosissimo”.

Poco lontano dal paese incontriamo, in un caldo sabato di settembre, Alessandro Serafini e Alessandro Soprani, rispettivamente Presidente ed Enologo della Cantina Viticoltori dei Colli Cimini. Un’ occasione per approfondire da vicino la conoscenza di questo territorio e dei suoi prodotti. La cooperativa lavora e trasforma le uve di circa 200 piccoli viticoltori le cui vigne ricadono prevalentemente all’interno della zona di produzione della Doc Vignanello (ricomprendente in tutto o in parte i comuni, oltre che di Vignanello, anche di Corchiano, Fabrica di Roma, Gallese, Vasanello, Bassano in Teverina e Soriano nel Cimino). “Una cantina la nostra” sottolinea il Dott. Soprani “che ha cercato da sempre di favorire l’introduzione di tecniche di lotta guidata ed integrata al fine di ridurre sensibilmente i trattamenti fitosanitari a beneficio della qualità e naturalezza dei vini”. Da circa 110 ha, su terreni sciolti, di medio impasto e vulcanici, ricchi di potassio, nascono ottimi vini, prevalentemente a base di uve Sangiovese, Ciliegiolo e Merlot. Solo 5 ettari invece per il Greco di Vignanello, la perla di questa cantina e del territorio circostante. Un vitigno indigeno e tradizionale già oggetto di studi e ricerche ampelografiche agli inizi del secolo scorso da parte del Prof. Dranis, direttore della Cantina Sociale e Distilleria Cooperativa di Vignanello. Bottiglie di questo vino partecipano all’Esposizione Italiana di Copenaghen nel 1908 e a quella Internazionale di Torino nel 1911( dove conquista la medaglia d’oro). Risale invece al 1935 il primo imbottigliamento in bottiglie renane dalle eleganti etichette. Un vitigno molto delicato, come ci viene spiegato, allevato prevalentemente ad archetto, con una maturazione che avviene intorno alla seconda-terza decade di settembre. 4.000 ceppi per ettaro con una produzione di circa 80 quintali (nelle annate migliori) per un totale annuo che si avvicina alle 20.000 bottiglie.

Il Greco di Vignanello 2013, a cui è stato recentemente attribuito il Premio Douja d’Or 2014 al Concorso Enologico Vini Doc e Docg della CCIAA di Asti, ci appare di colore giallo paglierino di estrema luminosità e trasparenza. All’olfatto è di particolare intensità e persistenza con riconoscimenti di pera e mela golden. Bocca elegante e di buona consistenza pervasa ed esaltata da una spiccata mineralità. Buona la corrispondenza naso-bocca e ragguardevole la persistenza. Sensazioni molto positive che si confermano e rafforzano nell’assaggio dell’annata 2012 laddove l’olfatto si arricchisce di note di frutta matura con il contorno di tenui ed eleganti sentori di miele e mandorla dolce. Avvolgente e succoso al palato chiude con piacevole sapidità. Il Greco di Vignanello di questa Cantina si conferma vino espressivo e di grande personalità.

Viticoltori dei Colli Cimini 
Loc. Piane Trosce, 4 
Vignanello (VT)
Tel. 0761 754591 
www.collicimini.it 
info@collicimini.it

 

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