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Un calice di I.M. 6.0.13
Pubblicato il 10/01/2014
Fotografia

No, non è un nome intrigante e tantomeno uno di quelli che catturano i sensi già al suono. Dietro questa sigla, però, c’è un potenziale di raffinatezza italiana che ha radici nel secolo scorso, nei laboratori di genetica della scuola enologica di Conegliano Veneto. L’Incrocio Manzoni 6.0.13 è infatti un vitigno figlio della scienza e soprattutto della ricerca del prof. Luigi Manzoni che negli anni ’30 metteva a punto cloni ibridi resistenti ai flagelli della vigna e adattabili a differenti suoli e condizioni pedoclimatiche.

Il Manzoni Bianco, ecco il nome più comune, è così il frutto dell’incontro tra la delicatezza aromatica del Pinot Bianco e la personalità del Riesling Renano, un vitigno dal variegato profilo espressivo e dall’interessante potenziale evolutivo. E se un tempo veniva coltivato quasi esclusivamente nel Nord Est del Paese, in particolare nel Trevigiano e nel Medio Friuli, oggi lo troviamo in tutta Italia, con risultati diversi che tendono al meglio in collina su terreni non compatti, profondi e freschi.

Di certo la produzione non è tra le più cospicue del nostro Paese; una ricerca appena pubblicata dall’università australiana di Adelaide ci dice che sono appena 382 gli ettari coltivati a Manzoni Bianco. Per dare un senso a questi numeri basta pensare che il bianco più diffuso, il Catarratto, si sviluppa su 34.794 ettari, e che il “cugino ibrido tedesco”, il Muller-Thurgau, occupa 1.312 ettari.

Nelle campagne laziali intorno a Vetralla, in territorio viterbese nasce Flores, il Manzoni Bianco in purezza della cantina Villa Chiarini Wulf. Cinque in tutto gli ettari che questo produttore biologico dedica alla viticoltura, ripartiti tra Manzoni Bianco, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot.

Siamo a 250 metri sul livello del mare, su terreno tufaceo di origine vulcanica. Con una densità di impianto di 5mila ceppi per ettaro allevati a Guyot e una resa di 45 quintali, Thomas Wulf produce mediamente 2000 bottiglie di Flores. Vendemmia manuale, pigiatura soffice e torchiatura con pressa a membrana fino a 1bar, precedono la chiarificazione del mosto effettuata esclusivamente attraverso sedimentazione (10 ore). Acciaio per la fermentazione, con lieviti selezionati tra i 18° e i 20°, e ancora acciaio per la maturazione.

Flores 2011 si presenta giallo paglierino con quel mix floreale un po’macerato, anch’esso comune ai bianchi non filtrati, che ricorda i profumi di una birra blanche. Lievi note minerali sono seguite da quelle erbacee e fruttate, in particolare di pera matura. In bocca è piacevole e caldo, in equilibrio tra la morbidezza che tende quasi all’abboccato, la vena acida adeguata e una buona sapidità. I gradi alcolici sono 14, ma per niente sfacciati.

In enoteca ha un prezzo intorno agli 11 euro.

Villa Chiarini Wulf
Località Poggio Montano snc 
01019 Vetralla (VT)
Tel. 0761 477109
www.villachiariniwulf.it
prodotti@villachiariniwulf.it
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