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Vermentino Nero firmato Terenzuola
Pubblicato il 20/12/2013
Fotografia

Accolgo sempre con gioia degustazioni di vitigni sconosciuti, recuperati con passione quasi al punto dell’estinzione. Ma non solo. Con la varietà che desidero farvi conoscere si accompagna anche una viticoltura “eroica” che ama sfidare la natura ai limiti del possibile. Forse potreste pensare che vi parlerò di qualche luogo di montagna, magari delineandovi uno scenario valdostano, oppure tipico della Valtellina, in realtà siamo a due passi dal mare nel comune di Fosdinovo, in provincia di Massa Carrara, in una terra di mezzo tra Liguria e Toscana  in quella area conosciuta come Lunigiana e che oggi costituisce la Doc interregionale Colli di Luni. Questa è la patria dei profumati Vermentino frutto non solo di terreni vocati, ma anche del clima tipico dell’enclave ligure mitigato dalla presenza del mare: un naturale regolatore termico che dona ai vini una mineralità salina-iodata unica, corredata da un floreale fresco e dalle erbe aromatiche di costa.

La Tenuta Terenzuola nasce nei primi anni ‘30, quando Luigi Giuliani acquista circa 3 ettari di terra dopo il ritorno in Italia a seguito della crisi newyorkese del ‘29. L’azienda mantiene una gestione familiare con uno sviluppo importante a partire dagli anni ‘90 quando Ivan Giuliani eredita la passione e decide di diventare vignaiolo. L’azienda cresce raggiungendo oggi i 15 ettari siti in una terra che Ivan stesso ama definire senza confine, tra i 50 e 450 metri in una delle zone più belle del nostro Paese. Le viti terrazzate arrivano a picco sul mare, definendo uno scenario dove solo la mano dell’uomo può operare, spinto dallo ossequio desiderio di dedicare alla vite anche le aree più impraticabili. E con questo desiderio si accompagna la voglia di recuperare un prezioso bagaglio ampelografico, quasi perduto nel tempo, di una varietà conosciuta da pochi: il Vermentino Nero.

Gli studi del DNA non hanno ancora dimostrato l’esatto legame di parentela varietale, secondo alcune ricerche potrebbe derivare dall’incrocio di Pinot Nero e Gamay, oppure semplicemente trattarsi di una mutazione genetica del Vermentino Bianco. Sicuramente del nobile Pinot Noir possiede la tipica trasparenza e del Gamay il frutto rosso, ma al naso questo è un vino che spiazza e che rivela una sua unicità. L’annata da noi degustata è la 2012 chiamata appunto Vermentino Nero Toscano Igt, con l’85% dell’omonimo vitigno e la restante percentuale di altri vitigni locali. La produzione prevede circa 5.000 bottiglie prodotte da parcelle di eterogenea provenienza, poste tra i comuni di Pontremoli, Liciana Nardi, Fosdinovo, Carrara e Massa. Colpisce la trasparenza rubino, al naso emerge una distinta nota di grafite, la punta di matita stemperata, un delicato floreale di violetta e rosa canina e poi il frutto rosso ancora fresco. L’olfatto evolve e se prima è minerale poi diventa speziato, per ritornare floreale e poi fruttato. Un naso in continua evoluzione che intriga, ammalia e incuriosisce lasciando pochi parametri di confronto. Slanciato in bocca, fresco e dinamico, dotato di ottima tessitura tannica con chiusura ammandorlata che connota una personalità propria. Non aspettatevi un vino di struttura e potenza, l’acidità gioca un ruolo importante e mi piace considerarlo semplicemente così al di fuori dei cliché di tendenza.

Interessante la vinificazione che prevede l’utilizzo di lieviti indigeni con macerazione e fermentazione in vasi vinari aperti. Secondo alcuni produttori questa tecnica di iper-ossigenazione dei mosti aiuta a proteggere il vino da futuri problemi di precoce ossidazione, offrendo una maggiore stabilità al vino con un conseguente minore utilizzo di solforosa. La tecnica controversa non è condivisa da tutti e nonostante non sia stata dimostrata, sembra conferire anche una maggiore longevità al prodotto finale. La svinatura avviene per gravità a cui seguono 6 mesi di affinamento sui lieviti in contenitori d’acciaio o cemento. Ivan sostiene che minori sono gli interventi in cantina, maggiore sarà la possibilità di esprimere un prodotto sincero e territoriale. Non possiamo negargli questa credenza che certamente si esprime a pieno nel bicchiere. Con il vino dell’azienda Terenzuola vorrei esprimere un caloroso grazie a tutti coloro che rivitalizzano e proteggono il nostro prezioso patrimonio ampelografico, così unico e ricco, variegato e complesso ma soprattutto senza eguali al mondo.

Terenzuola 
Via Vercalda, 14 
54035 Fosdinovo (MS)
Tel. 0187 670387
www.terenzuola.it
info@terenzuola.it
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