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In Kazakistan il vino parla italiano
Un’azienda vinicola che si affida totalmente al know how italiano, interpretato magistralmente da Donato Lanati e Mario Fregoni, professionisti che il mondo ci invidia.
Pubblicato il 02/05/2017
Fotografia
Zejnulla Kakimzhanov
Mario Fregoni e Donato Lanati
Metti una sera coi vini kazaki. Una sera davvero speciale, assieme all’imprenditore Zeinulla Kakimzhanov, all’esimio professor Mario Fregoni e all’enotecnico Donato Lanati, responsabile della produzione. Presso l’Hotel Cavalieri, tutti esauriti i posti a disposizione, viva e palpabile la partecipazione di un uditorio di appassionati mosso da curiosità e interesse per una gamma vinicola inedita, fatta di vini dal know-how italiano, scaturiti però da una terra estrema, incastonata fra le steppe dell’Asia centrale e i primi contrafforti delle montagne più alte del pianeta.
vigne Arba Wine - Kazakistan
L’italiano medio ha per lo più un’idea piuttosto vaga di dove si trovi questa ex repubblica sovietica ora indipendente, che trova spazio sui giornali soprattutto per le risorse petrolifere e il boom economico (il prodotto interno lordo cresce del 9% ogni anno); e non sempre l’immagine è positiva. Al Kazakistan tanti associano il disastro ambientale del lago d’Aral e la terribile eredità nucleare di Semipalatinsk, in età staliniana sede del più grande poligono nucleare del mondo. Storicamente, è territorio vastissimo, solcato dalle carovaniere tra mondo occidentale ed estremo oriente, crogiolo e crocevia di antiche culture. Nella classifica dei territori più vasti, occupa il nono posto, con 2,7 milioni di chilometri quadrati, nove volte la nostra Italia, in gran parte, però, semideserti e inospitali per i 17,6 milioni di abitanti, concentrati per lo più nella nuova capitale Astana, la “Brasilia d’oriente” e ad Almaty (in sovietico Alma-Ata), l’antica capitale. Si tratta del più grande paese del mondo senza sbocchi a mare, affacciato però sul Caspio, la più grande massa d’acqua chiusa del pianeta, il Mare Ircanio degli antichi. L’indipendenza arriva nel 1991, e porta con sé un grande ridimensionamento della popolazione, oltre a un radicale mutamento dei rapporti di forza tra le diverse etnie: oltre un milione di slavi (russi, ucraini e bielorussi) abbandona il paese, per la perdita dei privilegi sociali ed economici conseguenti al crollo dell’impero sovietico, in contemporanea con 650.000 tedeschi che scelgono di trasferirsi nella nuova Germania finalmente riunificata dopo l’abbattimento del muro di Berlino. I kazaki, l’etnia storica che dà nome al paese, diventano di colpo il 60% della popolazione.
Le anfore del tumulo kurgan dei Saka datato di 2500 anni
il fiume TalasSul piano internazionale, il paese si è andato progressivamente aprendo a partner europei, anche se gli scambi economici con la Russia restano prevalenti, accanto a quelli con i vicini Kirghisistan e Usbekistan. In un paese pervaso da così grandi mutamenti, l’agricoltura torna ad assumere un ruolo importante. Dopo anni di espianti, torna a fiorire la produzione vitivinicola, che accanto ai tradizionali vitigni moldavi o georgiani come Rkatziteli  e Saperavi, appare oggi sempre più aperta alle varietà internazionali. I terreni più vocati si trovano a sud, presso il confine con la Cina, dove il clima è continentale, con elevatissime escursioni termiche, ma meno arido rispetto alla zona della steppa. Qui, infatti, si registrano piovosità fino a 1000 mm presso il fiume Talas. Ampie estensioni vitate si trovano anche ad ovest, lungo le rive del Caspio. Attualmente gli ettari vitati in produzione sono appena 13.000 (erano 27.000 prima degli espianti susseguiti alla campagna anti-alcol di regime degli anni ’80), ma il potenziale è notevole, e c’è da scommettere su una sicura crescita nell’immediato futuro.
campagna anti-alcol degli anni '80I 230.000 ettolitri prodotti annualmente, infatti, coprono appena un 20% della crescente richiesta di mercato, tutto il resto è importato, in prevalenza da Georgia e Moldavia. I dati ufficiali degli ultimi sette anni evidenziano un balzo esponenziale dei consumi, passati in breve tempo da 11 milioni di dollari a quasi 40, in parallelo con analoga crescita sul fronte dei volumi, più che triplicati nello stesso periodo. Alla produzione vitivinicola italiana il Kazakistan guarda con particolare interesse, come si evince dal sito Infomercatiesteri.it, database che oggi racchiude le funzioni informative sui mercati deputate un tempo all’Ice, ove si legge: “fino al 2003 il vino italiano era scarsamente presente sul mercato locale, essendo poco conosciuto e ritenuto di qualità inferiore rispetto a quello di altri paesi concorrenti (Francia). Negli anni successivi la situazione è cambiata, anche grazie a varie attività ed iniziative promozionali quali missioni d’importatori kazaki a fiere in Italia, missioni d’importatori kazaki per visite ad aziende italiane, degustazioni, azioni pubblicitarie e di promozione in collaborazione con gli importatori stessi. Il vino italiano è diventato così molto più popolare ed apprezzato e, negli ultimi anni, anche di moda, grazie anche ai ristoranti e pizzerie italiane, numerosi hotel, wine bar, supermercati e centri commerciali presenti nel paese”. L’Italia, comunque, va fortissimo nel segmento spumanti,  totalizzando (grazie a uno stile particolarmente morbido, in linea con il gusto locale) quasi metà del valore complessivo, 4 milioni di dollari, a un prezzo medio di 7,90 al litro.
Arba Wine
A Zeinulla Kakimzhanov, ex ministro delle finanze, grande appassionato di vino, va riconosciuto il merito di aver creato dal nulla un’importante realtà locale come l’Arba Wine, impresa vitivinicola modello interamente biologica sita a Karakemer nell’Assa Valley, a sud-est del paese, non lontano da Almaty, al centro di una proprietà di 900 ettari denominata Kirov, già fattoria collettivista sul modello kolchoziano, rilevata nel 2006. In un contesto paesistico incontaminato di rara bellezza, ai piedi dei monti Tien Shan che segnano il confine con la Cina, vengono impiantati con criteri moderni, fra il 2008 e il 2010, duecento ettari tra Pinot Nero, Riesling Renano, Cabernet Franc, Chardonnay e Traminer, oltre agli autoctoni Rkatziteli (bianco) e Saperavi (rosso).
Arba Wine
Arba Wine
Arba Wine
Il know-how è tutto italiano. Zeinulla, infatti, sceglie come consulenti il professor Fregoni, autorevolissimo specialista di terroir e microclimi a livello mondiale e Donato Lanati per la parte tecnica. Le condizioni geopedoclimatiche non potrebbero risultare più ideali: la latitudine è la stessa della Valle del Rodano, ma l’altitudine è maggiore, e il clima continentale garantisce escursioni termiche estreme, continua ventilazione e inverni particolarmente rigidi, tutte condizioni letali per parassiti e altri agenti patogeni della vite, che in tal modo cresce sana e naturalmente biologica, rendendo superfluo ogni trattamento contro le consuete fitopatie. La prima annata prodotta è il 2013, e suscita subito entusiasmo.
 
Zeinulla in compagnia del professor FregoniSono vini precisi, puliti, impeccabili sotto il profilo esecutivo, ma unici per carattere, perché evocano gli spazi sterminati della steppa, lo scalpitio dei cavalli selvaggi, la grazia delle volteggianti danze rurali kazake. La voce si diffonde, Zeinulla inaugura al centro di Almaty una winery sul modello europeo, dove è possibile degustare l’intera gamma dei suoi vini che qui di seguito per sommi capi raccontiamo, avvertendo che per molti di essi il meglio deve ancora venire con il riposo e l’evoluzione in bottiglia. È Zeinulla stesso, affabile e sorridente, tratti asiatici e impeccabile aplomb, a raccontare con l’aiuto di un interprete la genesi del progetto e le prospettive future. Poi è la volta del professor Fregoni e di Lanati, che volentieri narrano all’uditorio del loro primo viaggio in terra kazaka, sulle prime un po’stupiti del contesto così particolare, ma ben presto profondamente entusiasti per la nuova avventura. Ben presto si instaura così fra i tre un positivo e sinergico rapporto, coadiuvati da una squadra di fedeli collaboratori, che Fregoni in persona provvede a istruire.
Dopo secoli di invasioni e di oblio, la nuova frontiera del vino torna a stabilirsi dove in età classica era fiorita, con Alessandro Magno e i traffici lungo la Via della Seta, come testimoniato sia da fonti scritte (in primis quella di un monaco cinese del VI-VII secolo, che viaggiando in queste contrade le trovò intensamente vitate) che da ritrovamenti archeologici (anfore con tracce di vino) risalenti all’epoca degli Sciti.
Arba Riesling Riserva 2014 
Brillante, risplendente di riflessi, ben centrato sui caratteri varietali, coniuga fragranze floreali e fruttate (rosa tea, agrumi, banana verde) e più severa matrice minerale. Fresco, sapido, a lungo persistente.
Arba Riesling Kazakh classic 2013
Selezione ambiziosa, di bella complessità, ma ancora parzialmente inespressa. Incipit minerale, suggestioni fruttate ed effluvi di erbe campestri caratterizzano il corredo gusto-olfattivo, l’acidità sferzante domina il palato assieme a spiccata sapidità.
Sary Arba Rkatsiteli classic 2014
Vitigno georgiano tra i più coltivati (sedicesimo nella graduatoria mondiale), ha naso fragrante e delicato di erbe, agrumi, impreziosito da lieve tocco minerale. Palato fresco e succoso, scattante, saporoso in allungo.
Ainala Arba Gewurztraminer 2015
Giovanissimo, ma assai promettente per complessità e nitidezza varietale soffusa di mineralità da idrocarburo. Il palato coerente, di misurata potenza, vibra come un arco teso, dispensando freschezza e polposità aromatica sfumata di sapidità.
Arba Riesling Riserva 2014
Arba Riesling Kazakh classic 2013
Sary Arba Rkatsiteli classic 2014
Ainala Arba Gewurztraminer 2015
Kyzyl Arba Cabernet Franc classic 2013
Rubino fitto, vivido e concentrato, sciorina accattivanti profumi varietali di viole e rose in pot pourri, piccoli frutti, vegetale nobile, tocco speziato, replicati con precisione al palato vigoroso e dinamico.
 
Pino Arba Pinot Noir classic 2014
Emblematico il bouquet di piccoli frutti, sottobosco, cenni animali e tocco speziato, preludio a una bocca speculare, in aureo equilibrio tra nerbo alcolico, pronunciata freschezza e tannini docili, già fusi nel corpo prestante e slanciato.
Lagyl Arba Saperavi classic 2013
Rubino cupo e fitto su fondo violaceo, rimanda a viola, lavanda, more, visciole in confettura, spezie fini, note animali e terrose. Il palato robusto e avvolgente, slanciato dall’acidità, evidenzia caratteriale ruvidezza tannica tutt’altro che spiacevole.
Pino Arba pinot Noir Riserva 2014
Più profondo e austero rispetto alla linea classica di base, ne ricalca tuttavia le prerogative essenziali. L’assaggio ne mette in luce la ricchezza d’estratto e i tannini fitti e finissimi, magistralmente ordinati, che non ne ostacolano il ritorno gustolfattivo.
Lagyl Arba Saperavi Riserva 2014
Un magnifico puledro della steppa ancora intemperante, a questo fa pensare la versione riserva dell’antichissimo vitigno georgiano, noto come “il rosso di Noé”. Naso profondo e criptico dal tocco minerale e speziato, bocca possente foderata di velluto tannico, interminabile freschezza.
Kyzyl Arba Cabernet Franc classic 2013
Pino Arba Pinot Noir classic 2013
Lagyl Arba Saperavi classic 2013
Pino Arba pinot Noir Riserva 2014
Lagyl Arba Saperavi Riserva 2014

ARBA WINE

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