DUE GRANDI TRAGUARDI / di Franco M. Ricci
BIBENDA compie 10 anni.
Fu subito la più bella rivista del mondo. Non avevamo alcuna intenzione di lasciare la Ferrari in garage né tantomeno la Gioconda nel ripostiglio. La voglia di considerare il vino come una grande arte era tanta. E tante furono le domande che ci ponemmo per raggiungere obiettivi planetari. A tutte abbiamo dato una risposta. Severa quanto rigorosa. Qualcuno ci chiese pure cosa facesse l'uccellino dell'orologio fra un'ora e l'altra. E anche a quella domanda abbiamo regalato una risposta. Poi, grazie. A Paola, a Luisa, a Stefano che da subito hanno acceso i fari per “rendere più seducenti la cultura e l’immagine del vino”. Mentre Paola illuminava una cultura millenaria che si spegneva, Luisa e Stefano la rendevano un’opera d'arte. Grazie alla magnifica Redazione, grazie a tutti, al loro impegno grande e meravigliosamente diverso. Grazie a tutti coloro che sono stati onorati dal nostro colophon. E a coloro che lo saranno.
E grazie, forte forte, ai nostri milioni di lettori, che non hanno soltanto gratificato BIBENDA per averla voluta nella loro casa ma anche per averci scritto parole che non dimenticheremo mai.
Perché hanno sì premiato il nostro bisbiglìo nel raccontare il vino con tutto l'amore possibile, ma anche gratificato il nostro “urlare” nella forte determinazione di un giornalismo puro, deontologicamente corretto.
TRENTAQUATTRO anni fa a Roma si celebrava il Congresso dell'Associazione Italiana Sommelier. Fu in quella circostanza che il giovane Papa Karol Wojty?a ricevette le insegne di Sommelier Onorario. Certo, oggi è un’Associazione cresciuta enormemente in numeri e qualità.
Un’Associazione di Sommelier che rappresenta il più grande ed importante centro di Cultura del Vino del Mondo. Una Scuola di Pensiero incomparabile che l'Italia vanta essere unico baluardo di comunicazione efficace dell'Arte del Bere.
Una potente e ramificata Associazione presente in 277 Sedi periferiche a rappresentare 37.000 Associati protagonisti dei grandi mutamenti del vino di qualità.
Una guerra però non vinta contro gli idioti, contro gli inconsapevoli ignoranti della stupenda cultura che il vino trasmette. Una impotenza inevitabile, se questa ignoranza è pesantemente voluta dalle istituzioni. Ma sicuramente mille battaglie vinte, milioni di obiettivi raggiunti. Tanta voglia di continuare ad esserci, protagonisti di un’emancipazione seria, concreta, tangibile.
Per questo e per millanta cose ancora - direbbe con orgogliosa convinzione Gino Veronelli - il 1° Ottobre prossimo, dopo trentaquattro anni, Roma celebrerà un Congresso storico dell’Associazione Italiana Sommelier, per ricordare ad un Paese dormiente, senza possibilità alcuna di potersi emozionare di tradizioni millenarie o di evoluzioni intelligenti, che la vita senza vino sarebbe un grandissimo errore.