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Bibenda la Rivista N.30
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Numero 30
Numero 30
Febbraio 2009
Franco Ricci
EDITORIALE
MILIONI DI BOTTIGLIE DI PROSECCO CI HANNO UMILIATO / di Franco M. Ricci

MILIONI DI BOTTIGLIE DI PROSECCO CI HANNO UMILIATO


Tutto quello che è accaduto nelle frenesie dello scorso Natale sul bere italiano ci umilia e ancor di più rattrista noi educatori dell'arte del bere giusto.

Il vino italiano attraversa, nel panorama mondiale, momenti magici determinati dalla qualità, dalla magia dei territori, dalla diversità dei prodotti e dalla capacità imprenditoriale di tantissimi produttori.

Il vino italiano non è mai stato la cenerentola nel panorama vitivinicolo mondiale, anzi, al contrario, ha sempre goduto di un primato di eccellenze degne di considerazione su tutte le tavole del mondo.

Tutto questo lo sanno gli stranieri, francesi, americani, giapponesi, più qualche altra decina di Paesi, e lo sanno anche gli italiani. E, come accade spesso quando il successo è evidente, tutta questa notorietà ha indotto persone senza scrupoli ad approfittarne. Ma di questo abbiamo già parlato abbastanza.

Purtroppo la notorietà induce anche a strafare e a stradire...

In questi ultimi mesi, a tutti i livelli, si è parlato con un’enfasi disgustosa del grande successo dello spumante italiano. Successo internazionale di primato assoluto sul resto del mondo, di numeri, di vendita, di notorietà e qualità. Un’enfasi dovuta alla paura di questa maledetta recessione, ma l'ignoranza e l'irresponsabilità hanno creato un grave danno di immagine.

Il popolo acculturato del vino ha sorriso ai proclami dei media, come quello di un importante tg: "quest'anno il brindisi si fa con lo Champagne italiano" (sic!), che hanno dato voce ad enormi stupidaggini.

Il popolo ignorante della qualità del vino, invece, indotto ad acquistare a un euro e mezzo una bottiglia di prosecco, ha gioito al pensiero di non essere costretto a berne di nuovo prima di altri 365 giorni. E così la nostra bella realtà enografica e di qualità è stata sacrificata sull'altare del dio denaro.

L'arretratezza e l'ottusità a tutti i livelli hanno fatto sorvolare sui veri motivi del successo del vino italiano nel mondo: la qualità. E la qualità la fa soltanto il Produttore. Non è ammissibile che si faccia passare un messaggio diverso da una realtà ben nota a chi lo spumante lo conosce e sa bene che è la Franciacorta a trainare il nostro successo. Che è una grande etichetta del Trentino a dar vanto al nostro Paese.
 
In Veneto c'è il Prosecco. Ma il Prosecco di qualità è soltanto di quello e di quell'altro Produttore, così come l'Asti del grande Piemonte, oltre alla piccola produzione intelligente del resto del Paese che ha deciso di investire seriamente nel vino della festa. Il resto è banale, comune e ordinario.

E bisogna finirla di paragonarlo allo Champagne. Si fa la figura dei ridicoli. Basta! Quello è un altro vino, quella è una cultura con oltre 300 anni di storia alle spalle.


Ecco perché quel prosecco a un euro e mezzo ci ha umiliato.

 

I 30 Migliori vini d’Italia 2009

Spumante / Giampietro Comolli / Edoardo Campisi / Lorenzo Costantini

Boca, la memoria e la rinascita / Redazione

Il vino e la festa / Simona Stellato

Alto Adige / R. Romani / E. Campisi / L. Costantini / L. Grippo / A. Puntel

Mattia Vezzola: l’uomo del lago / Daniela Scrobogna

Ornellaia / Luca Grippo

In Georgia c’è Badagoni / Donato Lanati / Daniela Scrobogna

Tu vuo’ fa’ l’americano / Giovanni Ascione

L’Olio / E. Campisi / L . Costantini / L. Grippo / A. Puntel

Distillati &... / Paolo Lauciani

La qualità intorno ai 10 euro / Luca Grippo

Magazzino delle Emozioni / Redazione

Appunti di degustazione / Lorenzo Costantini