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L’oro di Heathcote
Dall’Australia il nostro corrispondente ci parla di un’importante zona vitivinicola.
Pubblicato il 28/02/2018
FotografiaAd un’ora e mezza di macchina da Melbourne in direzione Nord, si trova la regione vinicola di Heathcote, famosa e molto popolata dal 1850, un periodo ricordato come “gold rush”, gli anni della corsa all’oro. Fra un alternarsi di boschi, pianure e catene collinari, lo sviluppo regionale si focalizza sull’agricoltura, il foraggio e l’abbondante disponibilità di legname destinato ai diversi settori industriali fra le città limitrofe di Béndigo e Melbourne. Arriviamo al settore enologico, già presente nel periodo di fine 1800 per la produzione di vini fortificati, abbandonato in gran parte nel 1900 (anche a causa della fillossera) per poi ritrovarlo a partire dal 1972 con l’impianto di nuove vigne e di nuove tecniche di produzione che si adattassero meglio alla tipologia del territorio. Essendo una regione dal clima abbastanza mite con piogge non troppo abbondanti, Heathcote corre su una lingua di terra caratterizzata soprattutto da suolo rosso molto antico e raro, un terreno vecchio oltre 500 milioni di anni, chiamato Cambriano. La tipicità di questo terreno di colore rosso mattone è di favorire le radici a spingersi in profondità data la friabilità del terreno ma anche di trattenere acqua, importante soprattutto durante i periodi più caldi. Per esempio in Italia il suolo Cambriano si trova nel Sud della Sardegna.  La produzione enologica di Heathcote si focalizza soprattutto su rossi di struttura come Shiraz, Cabernet Sauvignon, Malbec, Sangiovese, Tempranillo e bianchi morbidi e profumati come Viognier, Riesling e Chenin Blanc.
famiglia MarsonQuesta regione popolata un tempo dalla tribù aborigena Wuywurrung, fu invasa in massa da gruppi di minatori anglosassoni, attratti e accecati dal bagliore di una vita non solo migliore ma ricca, con l’insediamento di circa 16.000 coloni e addirittura di 3.000 cinesi che passarono il confine dall’Australia Meridionale, avendo avuto la notizia di grandi, enormi, giacimenti d’oro. Questo era il passato e dopo un’epoca di sbornia dorata e incertezze di sviluppo, la viticoltura comincia a riempire le campagne e le distese di foraggio dando grande spinta all’economia locale, sviluppando il mercato vitivinicolo e attraendo appassionati di vino provenienti da tutto il mondo. Fra i tanti agricoltori e viticoltori della zona, una famiglia di origine friulana si stabilisce nella dorata Heathcote, con il desiderio di continuare con passione e professionalità la tradizione di famiglia. Mario Marson è l’enologo proprietario dell’azienda Vinea Marson stabilitosi nella regione vinicola di Heathcote nel 2000. Le tradizioni della sua famiglia si sono sempre concentrate attorno alla vigna, con i nonni in Friuli a coltivare Cabernet Sauvignon e Merlot e i suoi genitori nel giardino della loro casa in uno dei tanti sobborghi vicino Melbourne, popolati da italiani.
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Vinea MarsonTradizioni a parte è stata la passione che ha formato Mario in campo enologico, ha studiato nella famosa Charles Sturt University e lavorato con John Middleton della famosa azienda Mount Mary Vineyard in Yarra Valley, uno dei padri dell’enologia australiana. Dopo varie esperienze in Italia e Francia, Mario ritorna in Australia pronto per una nuova avventura nelle vigne fra Yarra Valley e Heathcote, per mettere in pratica ciò che ha imparato in Europa. Oggi, assieme alla moglie Helen e alle figlie Laura, Madeleine e Emily, Vinea Marson rappresenta un pezzetto d’Italia nel cuore della valle dorata di Heathcote, fra vigneti di Shiraz, Nebbiolo, Sangiovese e Prosecco. I vini sono ricchi di territorialità: profumi, struttura, qualità tannica. Le vendemmie sono tutte manuali e l’intervento in vigna è contenuto al minimo, cercando sempre di lasciare che sia la natura a fare il suo corso nel plasmare il frutto di anni di ricerca e dedizione. Nebbiolo e Sangiovese, i due fiori all’occhiello del nostro Mario, derivano dall’esperienza fatta in Italia con Paolo De Marchi fra Piemonte e Toscana, sono uve che anche qui riescono a trovare suolo e microclima adatti per produzioni che mantengono un ricordo di “macchia mediterranea”, vini dai profumi profondi, minerali e dal palato intenso e di struttura, con annate che hanno ottenuto grandi riconoscimenti e successi. La passione e l’ardore per la sua amata e mai troppo lontana regione friulana, ha portato Mario Marson a produrre blend di uve bianche che fossero in qualche modo un legame con la sua terra d’origine, dal significato molto importante, l’adattamento geografico e la sua autenticità. In poco tempo e con l’aiuto di un vignaiolo locale, ha preso parte all’impianto di altri vigneti ad Alpine Valley, regione situata nella parte montuosa delle Alpi Australiane, fra lo Stato di Victoria e del New South Wales con uve autoctone dei Colli Orientali del Friuli, come Pinot Bianco, Malvasia Istriana, Friulano e Picolit. Da questo blend di passione e ricerca, nasce Grazia, un vino profumato, profondo, intenso, minerale e di grande spessore. Gli affetti e i ricordi della sua amata terra d’origine, sono stampati nell’etichetta dell’azienda, il logo Vinea Marson è un disegno di una chiesa, ma non si tratta di una chiesa qualunque, è la chiesa di Santa Margherita di Tomai di Brugnera, in provincia di Pordenone.
Vinea Marson
411 Rochester Rd, Heathcote VIC 3523, Australia
Tel. +61 430 312 165
www.vineamarson.com
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