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Castell’in Villa e la raffinatezza del Sangiovese
Pubblicato il 21/03/2014
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La immagini come una persona schiva, timida, premurosa, cordiale e misurata, poi assaggi il suo Sangiovese e tutto quello che hai pensato, viene spazzato via. A Coralia Ghertsos Pignatelli della Leonessa, figlia di un aristocratico greco e proprietaria di Castell’in Villa, non sono mai piaciuti gli aggettivi, ma solo i dettagli. Il vino, dichiara “è fatto di dettagli, e per questo è un lavoro adatto alle donne, perché sono più attente ai particolari, alle rifiniture, piccolezze che spesso gli uomini sottovalutano”. Il suo arrivo, nella seconda metà degli anni sessanta, nell’antico borgo fortificato di Castell’in Villa a Castelnuovo Berardenga insieme al marito Riccardo Pignatelli della Leonessa, segna per sempre il suo carattere e la sua vita. Agli inizi, ancora inesperti nel fare il vino, valutano l’idea di creare una piccola cantina, come una semplice occupazione da ritrovare successivamente in un futuro, impiantando i primi ettari vitati con varietà consentite dal disciplinare Chianti Classico. Ipotesi subito riconsiderata, quando si scoprì che la qualità delle etichette proposte era davvero considerevole, a cominciare dalla prima annata, il Chianti Classico Riserva 1971. Sostenuti dall’amico Giacomo Tachis, che da lì a poco avvia un’assidua collaborazione con Castell’in Villa, realizzano vini che fossero espressione unicamente di uve a bacca rossa, eliminando del tutto la percentuale di quelle bianche che all’epoca erano ancora consentite per la produzione del Chianti Classico.

La forza della principessa Coralia è emersa dopo la perdita del marito Riccardo nel 1985, quando affermò che “si fa vino anche per sopravvivere, quando una scomparsa improvvisa ti cambia la vita”, consolidando il successo di Castell’in Villa e determinando fortemente anche il carattere e la personalità dei vini. Nel 1988 il Santacroce, etichetta sulla quale è stato investito davvero tanto, è sottoposto al cambio della composizione, al Sangiovese viene associata la spinta vegetale e speziata del Cabernet Sauvignon fino ad un massimo del 50%. Vignaiola, enologa e produttrice, soddisfatta della sua scelta di non aver mollato tutto, è animata ancora da un unico obiettivo: ricercare la vera anima del Sangiovese che, secondo lei, Castelnuovo Berardenga non ha ancora espresso. La vitalità del Sangiovese, l’abbiamo riscoperta in una bottiglia di Chianti Classico Riserva 1995, un vino perfetto, integro che riassume eleganza, potenza e bevibilità che solo Castell’in Villa può concedere. Luminoso e limpido nel suo colore rosso rubino perfetto, di grande concentrazione. Al naso apre a riconoscimenti netti di sottobosco, humus e foglie, accompagnati da erbe officinali, arancia rossa, sensazioni ferrose, concia, china, liquirizia e note di cuoio. Il palato risulta morbido, pieno, nobilitato dall’esuberanza della nota acida e da una trama tannica davvero strabiliante. Il finale è perfetto, lungo nella sua estensione minerale, dai ricordi speziati. Un vino che può assolutamente rimanere tranquillamente in cantina, perché ha tanto ancora da raccontare. Accompagna un controfiletto di vitello con salsa all’arancia e flan di polenta o una sella di lepre alle erbe aromatiche, timo, chiodi di garofano e alloro.


Castell’In Villa
53019 Castelnuovo Berardenga
Tel. 0577 359074
info@castellinvilla.com
www.castellinvilla.com

 

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