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Baladin, la birra artigianale è tutta colpa di Teo
Pubblicato il 17/05/2013
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“Il vino è sempre stato presente nella mia famiglia. A pranzo e a cena non mancava mai la pinta di vino. Poi mio padre e i suoi amici parlavano sempre e solo delle vigne e dell’uva. Nelle Langhe il vino entra nella vita di tutti. Certamente non sentivo mai parlare di birra…”. In questo contesto Teo Musso nasce nel piccolo borgo di Piozzo in una delle regioni vitivinicole per eccellenza nel 1964. Combatte la sua battaglia adolescenziale vestendosi in modo bizzarro, ma soprattutto sostituendo il vino con la birra, una provocazione senza precedenti verso il padre e verso il territorio. In questa biografia sono raccontate le tappe fondamentali del suo percorso umano e professionale, dal rapporto con la famiglia, all’ammirazione per lo zio Celso che invece di restare nella provincia piemontese, aveva tentato fortuna a Montecarlo diventando capo Pasticciere all’Hotel de Paris. Ed è proprio con lui che Musso assaggia la birra che segnerà il suo percorso, una Chimay tappo blu, che gli farà dimenticare il sapore amaro della prima bionda bevuta quando era ancora quindicenne. Fabbro, figlio di contadini, a 22 anni Teo sfida tutto e tutti aprendo la birreria Le Baladin nel 1986 proponendo 5 birre alla spina. Perlustra Belgio e Germania scegliendo birre per il suo locale, che diventa in poco tempo un punto di riferimento per conoscere assolute rarità. Un fenomeno anomalo per quel momento storico in cui la birra non era che una bevanda da consumare fredda sul divano davanti ad una partita di calcio. Trova una nuova ispirazione e dopo aver visitato un birrificio artigianale a Strasburgo decide di avventurarsi nell’ambito produttivo con un suo impianto tra l’entusiasmo dei primi risultati e lo scetticismo dei clienti. La crescita di Teo prosegue con la visita di Lorenzo Dabove “Kuaska” esperto di birra e curioso di conoscere i suoi prodotti. Ecco che dalla passione condivisa nasce un’amicizia da cui scaturiscono i primi contatti con altri piccoli produttori artigianali. Teo crea con grande soddisfazione la Super Baladin e la Isaac, muove i primi passi nel marketing e con la stampa di settore. Le nuove birre si susseguono, la Nöel, la Nora, la Xyauyù. Ricerca e sperimentazione sono i cardini del suo lavoro “trovare l’armonia in combinazioni inusuali, tra cose che non dovrebbero stare insieme”, fiori, resine, spezie, sono i suoi ingredienti. Teo vuole trasmettere a chi consuma la sua birra che dietro ad essa c’è il lavoro di chi coltiva orzo e luppolo, un messaggio che arriva forte e chiaro quando nell’etichetta della sua Birra Nazionale compare l’anno di raccolta. Teo sbarca a Roma e con Leonardo Di Vincenzo, artigiano e proprietario del birrificio Birra del borgo, apre l’Open Baladin e ancora una locale a New York. Ultime novità in casa Baladin? La Birra Normale, prodotta con malto italiano e non pastorizzata, e Cantina Baladin, l’inizio di una sperimentazione che prevede la sosta della birra nelle botti di rovere provenienti da alcune tra le più importanti aziende vinicole d’Italia. Un progetto che Musso descrive come una “riconciliazione con mio padre perché è un’evidente stretta di mano tra vini e birre”.

 

Teo Musso, Marco Drago
Baladin, La birra artigianale è tutta colpa di Teo
Feltrinelli
Pagine 156 - euro 14
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