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Quel Nero di Cori
Pubblicato il 12/04/2013
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Si torna dal Vinitaly con una certezza: si beve meno, si beve locale. E i soliti criticoni a storcere il naso perché parlare di vitigni dimenticati non fa glamour. Un invito a lor signori: fatevi un giretto a Cori. A scoprire una gemma insolita, inebriante, mutevole e incantevole: il Nero Buono. A rivalutarlo, elevarlo, scoprirne le potenzialità si è impegnata molto la cantina cooperativa Cincinnato (produce anche un extravergine da Itrana di notevolissima caratura) e in una mini-verticale il Nero Buono ha mostrato tuto il suo carattere di vino antico. È profondo, di frutto nero, mutevolissimo con sfumature che nelle vendemmia 2004 si rivelano di prugna matura, nella 2006 di frutto rosso, nella 2009 diventano un contesto di mora e tabacco. Dal progetto di Cincinnato sostenuto dal presidente - dinamico ed entusiasta - Nazzareno Milita e dall’enologo Carlo Morettini si è sviluppata una felice contaminazione e oggi il Nero Buono (di Cori) è uno dei must di Pietra Pinta e di Marco Carpineti (vino totalmente bio), ma altri produttori come gli Agnoni (ottimi i loro carciofi) stanno puntando su questo vino che in incontro con abbacchio, sughi di carne, formaggi rari come il corese Squarquaglione rivela la sua innata classe, la sua confidenza col tempo.

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