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Il Grillo di Nino Barraco
Pubblicato il 15/02/2013
Fotografia

Antonino Barraco è un giovane viticoltore marsalese con in tasca una laurea in Scienze Politiche e una forte passione per la fotografia. “I miei vini - racconta - sono come delle persone, pieni di contrasti e quando li bevi, puoi apprezzarne sia i pregi sia i difetti. Se poi facciamo un paragone con l’arte e con la musica, mi piace accostarli ad un quadro o ad un volto astratto, che non ci svela tutto istantaneamente, lasciando la propria immaginazione a chi lo guarda, o ad una musica ricca di note dissonanti, ma capace di creare ugualmente interesse e smuovere emozioni”.

La sua cantina nasce nel 2004 in Contrada Fontanelle, in prossimità della strada che collega Trapani a Palermo, a pochi chilometri dal mare. A quel tempo con un piccolo investimento Barraco acquista l’occorrente necessario per compiere le prime trasformazioni: una pigiadiraspatrice, una pompa neoprene, due fermentini da 50 ettolitri, un torchio verticale idraulico ad olio che sfrutta una tecnologia di cinquant’anni fa e quattro silos impiegati sia per la fermentazione che per la maturazione delle uve. Quindici ettari in totale, 10 acquistati dal padre alla fine degli anni Novanta ed altri 5 presi in locazione. I terreni sono sabbiosi e scuri, alcuni calcarei, e vengono lavorati senza l’uso di disserbanti, con la messa a dimora delle storiche varietà bianche del territorio marsalese, come Grillo e Catarratto, e piccole parcelle dell’aromatico Zibibbo, Nero d’Avola e Perricone, qui conosciuto come Pignatello.

Il processo di trasformazione avviene in maniera semplice: le uve dopo la pigiatura e la diraspatura, arrivano nei fermentini, dove viene realizzata la prima fase della macerazione prefermentativa sulle bucce, eseguita a temperature basse al fine di estrarre aromi e sostanze che incideranno sulle caratteristiche organolettiche del vino. Dopo una sosta di quattro giorni per i vini bianchi e circa quindici per i rossi, il mosto viene pressato. Tra ottobre e novembre, dopo lo svolgimento totale della fermentazione malolattica, sia per i bianchi sia per i rossi, che permette ancora di non aggiungere la solforosa, i vini passano direttamente nei silos di acciaio per la maturazione. “È solo nella fase d’imbottigliamento - conferma Nino - che abbiamo deciso di utilizzare quel minimo di solforosa utile per la salvaguardia del vino, circa 40-50 mg/l, solo un quarto dal consentito per il biologico che può arrivare fino ad un massimo di 180”.

Abbiamo degustato il Grillo 2011, vitigno che, senza dubbio, è stato l’artefice dei primi importanti riconoscimenti dell’azienda Barraco e che in queste zone viene, da sempre, definito “il vino del mare”. Il calice si veste di un colore giallo paglierino brillante ed intenso, tendente al dorato, di ottima concentrazione. Al naso sviluppa un susseguirsi di sensazioni aromatiche nette e complesse, orientate inizialmente su profumi agrumati di cedro, per proseguire poi su gentili note di erbe aromatiche, poi nocciola, piacevoli note marine, salmastre e un deciso sottofondo minerale. È al palato che conferma l’assoluto livello di struttura, animato da un corpo ricco di estratto, caldo, sostenuto da una decisa freschezza e da un’ottima sapidità tartarica. Lunga la persistenza gustativa. Fermentazione e maturazione esclusivamente in acciaio. Si abbina a un’anguilla alla brace con salvia o a una tagliata di tonno in crosta di pistacchi.

Vini Barraco
Contrada Fontanelle 252,
91025 Marsala (TP)
Tel. 389 7955357
www.vinibarraco.it
info@vinibarraco.it
 

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