La scelta dell’attesa
Cosa è successo dopo la terribile gelata di aprile?
Pubblicato il 21/06/2017

Lo fa per ricordargli chi è che comanda o forse solo perché non può farne a meno. E il tentativo dell’uomo di tenere tutto sotto controllo è un vano esercizio.
Nella notte tra il 17 e il 18 aprile, in un momento delicatissimo per il ciclo vegetativo della vite, una gelata senza eguali ha investito gran parte del nord Italia, lasciando attoniti e impotenti gli agricoltori. Il protrarsi delle basse temperature per i due giorni successivi, poi, non ha fatto altro che amplificare i danni.
Di fronte alla forza distruttiva della natura l’uomo può restare solo a guardare, ma poi tocca a lui decidere come reagire.
Nei giorni successivi ognuno ha reagito a suo modo: dalla disperazione di chi racconta di aver perso tutto, al silenzio di chi ha voluto fermarsi a riflettere, alla paura per un futuro della vigna incerto.

Aspettare la reazione della vite, darle il tempo di adattarsi alla nuova situazione e di ripartire, attendere per capire se sarebbe riuscita a trovare la forza per risorgere, come le si chiede spesso di fare nei momenti difficili.
E la vite non ha deluso.
Dopo un mese di attesa le zone di vigneto colpite a macchia di leopardo dalla gelata hanno cominciato a reagire. Le viti erano vive! La natura aveva fatto il suo corso e ora toccava all’uomo sostenerla. Con una squadra selezionata di 100 professionisti, una vera e propria task force della vigna, si è intervenuti in modo mirato tra le viti danneggiate, potando con maestria e cura maniacale; oltre 8500 ore di lavoro, un investimento economico enorme ma, come sostengono all’unisono Francesca e Alessandro “la vigna è il bene più prezioso dell’azienda” e tutti gli sforzi si sono concentrati sul suo ripristino per salvare il futuro di Bellavista e dei conferitori storici, cui è stato offerto ogni supporto per uscire da questo momento difficile.
Nessuno è in grado di dire oggi quale sarà la sorte del raccolto. A guardare da vicino quei grappoli così piccoli, ben diversi da quelli delle viti non colpite dalla gelata, non si riesce a immaginare che evoluzione potranno avere e in che condizioni arriveranno alla vendemmia; l’obiettivo finale di Bellavista per il 2017 però, non è la produttività. Ma le viti di nuovo verdi e vive, quelle sì che sono un traguardo raggiunto. Ora non resta che aspettare, ancora una volta. La pazienza del resto è una dote preziosa per chi lavora la terra.
Per sottolineare la qualità che conduce ogni scelta di Bellavista, il passo successivo è la cantina.
Ed è lì che Mattia Vezzola ha voluto raccontarci meglio il presente e il futuro del progetto Meraviglioso.

Il trionfo dei millesimi, ecco cos’è Meraviglioso. Un Franciacorta che è molto più di una cuvée di grande qualità; è l’assemblaggio di 6 Riserve Vittorio Moretti, un vino che nasce già per celebrare millesimi di qualità eccelsa e dedicato all’imprenditore caparbio, dinamico e coraggioso cui si deve il successo di Bellavista. 1984, 1988, 1991, 1995, 2001 e 2002 sono le annate entrate a far parte delle 5000 magnum di Meraviglioso prodotte.
Il Vittorio Moretti 2008, oggi portato in degustazione in una Salmanazar appena sboccata, uno dei grandi formati voluti non per la commercializzazione, ma per la rifermentazione dei vini già destinati all’assemblaggio, è ormai pronto per andare ad arricchire la cuvée del prossimo Meraviglioso, con la sua trama ricca e complessa, che si districa tra il frutto maturo e la frutta secca, il dolce sottofondo di miele e agrume candito, richiami tostati e sentori evoluti ed eleganti, con un palato fine e cremoso, accompagnato da una presenza acida importante e mai scontrosa da cui si intuisce la longevità, marchio di fabbrica dei vini Bellavista.
Considerando che Meraviglioso prevede almeno 15 anni di affinamento prima della sboccatura, Mattia Vezzola ci da appuntamento all’incirca al 2032… anche in questo caso c’è da aspettare.
Sarà una lunga attesa ma ne varrà certamente la pena.
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