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Rapporto Ismea-Qualivita 2011, aumentano le produzioni di qualità
Pubblicato il 03/02/2012
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Da due giorni è disponibile il Rapporto Ismea-Qualivita 2011 inerente i prodotti agroalimentari a Denominazione di Origine. Il focus annuale dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare mostra subito una crescita dei prodotti di qualità certificata, ovvero Dop, Igp e Stg, e un parallelo incremento dei fatturati. In breve, il Bel Paese può contare su un tessuto produttivo di 85 mila imprese che realizzano 1,3 milioni di tonnellate di prodotto e un fatturato alla produzione di 6 miliardi di euro, che diventano 10 al consumo. L’Italia si conferma inoltre leader assoluto nel mondo per numero di produzioni certificate, facendo registrare 239 prodotti nel registro UE: 149 Dop, 88 Igp e 2 Stg.

L’aumento della produzione certificata Dop e Igp si aggira intorno al 20% su base annua, con il comparto ortofrutta e cereali a fare la parte del leone con un +46,4%. Davvero impressionante dal lato dei fatturati la crescita dell’Aceto Balsamico di Modena Igp, non il Tradizioanle, che fa registrare una variazione positiva rispetto al 2009 del 491%, anche se il peso sul fatturato totale delle produzioni certificate è del 4%. Bene i due formaggi simbolo del made in Italy, Parmigiano Reggiano Dop e Grana Padano Dop, cresciuti rispettivamente del 15 e del 24%, soprattutto alla luce del fatto che insieme i due formaggi valgono più del 40% della torta di fatturato totale. Nella top ten troviamo anche l’incremento di oltre il 10% del fatturato della Mozzarella di Bufala Campana a testimonianza del traino da parte del settore caseario. Tante altre poi le indicazioni del Rapporto che sottolineano la presenza di un sistema produttivo e commerciale importante e con i numeri a posto per penetrare i mercati di tutto il mondo attraverso un made in Italy di qualità certificata. L’unico neo è ancora legato alla conoscenza, in Italia e all’estero, non tanto dei prodotti in sé ma del significato delle certificazioni, aspetto sui cui Consorzi, Istituzioni e singoli produttori devono, secondo noi, concentrare i maggiori sforzi utilizzando al meglio le opportunità di tutti quei finanziamenti per la promozione extra UE dei prodotti agroalimentari.

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