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A come avena
Pubblicato il 13/01/2012
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Avena Sativa è il nome latino, forse dal sanscrito “avana”, gioia. Di origine asiatica, appare diffusa con relativo ritardo rispetto a grano e altri cereali dapprima nell’Europa orientale e poi, alle soglie dell’era cristiana, nel nord e isole, attraverso Celti e Germani. Sbarca in America nel Seicento, E nel Canada del 1910 surclassa ogni altro cereale. Ma durerà poco: coltivata soprattutto per l’alimentazione equina, segue il declino del cavallo e dei veicoli a trazione animale con la sola eccezione della Scozia, dove l’avena è totem alimentare fin dall’infanzia (porridge), utilizzata per birra e whisky al pari di altri cereali. Si legge in un famoso dizionario del 1755: “Avena, cereale di cui gli Scozzesi si nutrono, ma che gli Inglesi danno ai loro cavalli”, da cui la risposta: “Ecco perché gli Inglesi vantano i migliori cavalli e gli Scozzesi gli uomini più valorosi”. Dagli anni Settanta le peculiarità nutrizionali dell’avena la fanno preferire da sportivi e salutisti per l’alto tenore di proteine (compreso l’amminoacido lisina carente nel grano) e lipidi (tra cui il prezioso acido linoleico) rispetto ai carboidrati (niente gliadina, ma avenina). Fibra e oligoelementi favoriscono inoltre diuresi, transito intestinale e mineralizzazione delle ossa. L’alimentazione odierna predilige il cereale decorticato, ridotto in farina o fiocchi, di solito precotti a vapore, utilissimi come alimento energetico da prima colazione. L’avena può inoltre essere utilizzata come fertilizzante e si presta a numerosi usi industriali, in cosmetica, in medicina, per la produzione di colle e abrasivi. Per l’alto contenuto di tocoferolo, aggiunta a burro, creme e prodotti dolciari che li contengono, esercita azione antiossidante naturale.

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