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Profumi, memoria e giorni
Pubblicato il 17/10/2014
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Guadato il traffico cittadino, che come un copioso corso d’acqua inonda le nostre strade, ci troviamo ad aver oltrepassato le porte trasparenti dei supermercati metropolitani. Qui la luce del sole lascia spazio all’artificio del bagliore dell’insegna: gli scaffali pullulano di beni di ogni necessità comunicando opulenza, i colori delle merci si fanno intensi e variegati, gli alimenti riempiono i banchi frigoriferi, posti sotto cartellini di ogni genere, e il profumo che si diffonde nell’aria è quello del pane appena sfornato che ricorda, almeno apparentemente l’atmosfera domestica dell’ultima reclame. La massaia navigata che non è certo alla sua prima visita, pur non avendo idea di cosa sia il marketing sensoriale, sa bene che rientrata a casa pagherà lo scotto del rovescio della medaglia: le basterà cimentarsi nel riempire frigorifero e credenza per avere sotto il naso l’ingente debolezza dei profumi dei cibi acquistati. I profumi copiosamente insufflati nei templi della grande distribuzione per orientare e far aumentare gli acquisti, sono adesso solo un ricordo del processo di acquisto, e i cibi, spesso di poco “spessore” difficilmente potranno dare un significativo contributo alla sacralità della tavola quotidiana. I profumi che stanno scomparendo e che nella memoria delle nuove generazioni già non esistono più - facciamo riferimento alla cascata odorosa che impregnava le salsamenterie, il tripudio olfattivo che caratterizzava i più assortiti mercati di quartiere o l’inebriante tono delle torrefazioni d’antan - andrebbero riscoperti, custoditi e trasmessi come valori. Nel vino l’idea del profumo resta centrale: il bouquet è caratteristica inscindibile dal prodotto e rappresenta il primo saldo approdo a cui fa riferimento l’assaggiatore, e così nella tavola imbandita con gli alimenti più profumati, assumerà un ruolo da protagonista un rosso come l’Edizione 13 Cinque Autoctoni prodotto dalla Farnese, un blend che è la risultante della calibrata unione di cinque tra i vitigni più rappresentativi del Sud Italia.

Edizione 13 Cinque Autoctoni L. 2011
Montepulciano 33%, Primitivo 30%, Sangiovese 25%, Negroamaro 7%, Malvasia Nera 5% - 14% - € 30

Rosso rubino didascalico in quanto a profondità e intensità cromatica. Naso ricchissimo di toni carnosi di ciliegia nera, more mature, confettura di amarene e prugna, completati da un ricco soffio di tabacco mentolato, origano fresco, ginepro, liquirizia e dolci sensazioni di cacao. La bocca, parimenti, si concede senza esitazioni: maestosamente glicerica, ha materia e carnosità da vendere, ben bilanciata da tannino a trama fitta come un punto incrociato, e opportuna sapidità. Lunga la persistenza che richiama pure note di torrefazione. Vinificato in vasche di acciaio, maturato un anno in barrique di rovere francese e americano.

 

 

Farnese
Via dei Bastioni
66026 Ortona (CH)
Tel. 085 9067388
www.farnesevini.com
farnese@farnesevini.com

 

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